28 - Mugello pt. 2

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[ Andrea Locatelli in griglia di partenza ( ovviamente non con la Ducati, nella foto è con Yamaha ) ]

Dovizioso fece una rimonta incredibile nella gara: da nono a terzo. Mentre invece sì poté dire che il karma afflisse Marc per quello che aveva fatto nelle qualifiche: perse il primo posto, arrivando secondo dietro ad un pazzesco Jorge Lorenzo. La sua prima vittoria, in Ducati, in un circuito italiano: di certo non se la sarebbe mai scordata.

Ben presto tutti gli spettatori abbandonarono gli spalti; il pomeriggio passò, come il tramonto, lasciando spazio alla sera. Tutti andammo a cenare, mentre il mormorio su chi potesse essere l'avversario di Locatelli sì accese.

La sfida sì sarebbe tenuta alle dieci di sera, ma dopo la cena ero d'accordo con il mio piccolo team di ritrovarci tutti ai box. Avevo chiesto a Giacomo, il mio temporaneo agente sportivo, di tenere d'occhio Andrea e la sua squadra: non potevano allontanarsi dall'Hospitality della Yamaha, oppure mi avrebbero vista girare per il circuito con la moto. Avevo bisogno di fare qualche chilometro con quella Honda per testare bene le condizioni del terreno in quel momento. Alla fine non ci fu alcun pericolo: Andrea era rimasto seduto a tavola a parlare con Viñales e Quartararo e nessuno del suo team era uscito.

Verso le nove e mezza gli addetti del circuito prelevarono le due moto, entrambe rigorosamente coperte da un telo nero e le piazzarono a qualche metro dalla linea del traguardo. Con la mia attrezzatura mi allontanai dai box seguita da Nakamoto, Giacomo, Alberto Puig e Santi, per recarmi in un posto nascosto del paddock, come probabilmente avrebbe fatto anche Andrea.

Arrivati al punto designato sospirai, colma d'ansia.

« Che succede? » mi chiede Giacomo, con quel suo tono da nonnino preoccupato.

« Succede che sta davvero succedendo » proferii, continuando a sospirare, sperando di potermi calmare. Cosa che ovviamente non successe.

« Andrà tutto bene, vedrai »

Sicuramente sì stava riferendo alla corsa. Lo ammettevo, anche quella mi spaventava: sarebbe stata la mia primissima gara, sebbene ufficiosa, davanti a tutti i piloti super qualificati che combattevano per ottenere il miglior posto in classifica nel motomondiale.

Per il resto, sapevo già che mi sarebbe riversata contro un'onda di urla, di discussioni e di litigate.

All'improvviso udii un vociare di persone che provenivano dalla zona della pitlane: i piloti e i team probabilmente stavano entrando nei box per assistere alla gara.

Mi sedetti, a capo chino, aspettando di raccogliere il coraggio per potermi rialzare e fare la mia comparsa in scena.


|| Punto di vista di Aida ||

In compagnia di Alex e Marc, varcai la soglia dei box: era già gremito di gente tra piloti, personale dei team e alcuni giornalisti e fotografi

« Che ci fanno qui i giornalisti? » domandai, confusa.

« Credo siano qui solo per vedere, non per poter immortalare la competizione o farci un reportage » affermò Marc.

Io controllai il mio telefono, spazientita: avevo già inviato una decina di messaggi a Sofia, per chiederle dove diavolo fosse finita, ma lei neanche li aveva letti.

« Qualcuno sa dove sì sia cacciata Sofia? » chiesi, preoccupata.

« Quizás está con su tío ( Forse é con suo zio ) » suppose Alex, appoggiandosi al muretto che dava sulla griglia di partenza.

In quel punto della pista giacevano due moto coperte entrambe da due teli neri.

Chiamai Sofia un paio di volte, ma non ottenni risposta, quando all'improvviso, un vociare elevato sì alzò da molti piloti.

Andrea Locatelli aveva fatto la sua comparsa, con una nuovissima tuta rossa. Tra le urla e i complimenti, sentii Marc commentare: « Ha scelto la Ducati, non vorrei essere nei suoi panni »

Andrea ci raggiunse: « Aida! Sofia non è ancora qui? » mi chiese lui.

« Sembra sparita, è da più di mezz'ora che provo a contattarla, ma niente. Non è da lei perdersi una cosa del genere »

Lui semplicemente scrollò le spalle.

Un ragazzo, più giovane di noi, sì avvicinò ad Andrea, ridendo e parlando con un accento misto tra spagnolo e francese.

« Mi raccomando, vinci che poi festeggiamo tutti insieme! »

Andrea rise e per tutta risposta, mi presentò il ragazzo: « Aida, lui è il famoso Fabio Quartararo »

Quindi lui era uno dei suoi ex compagni di team.

« E quello che vedi dietro di lui è il suo migliore amico Tom »

Li salutai entrambi, mentre Marc e Alex gli batterono il cinque. Presunsi che loro li conoscessero già.

Degli uomini in divisa rossa, probabilmente suoi addetti del team, gli dissero qualcosa e lui poco dopo li seguì verso la griglia di partenza, avvicinandosi ad una delle moto.

« Allora, volete che vi sveli la mia moto? » urlò Andrea verso la folla.

Un boato sì levò dagli spettatori che incitarono di togliere il telo scuro e così venne svelata una moto rossa color fuoco, con il numero 04 stampato sul davanti.

La folla, imbizzarrita, sì riversò sulla griglia, per la maggior parte attorno ad Andrea, facendogli domande a raffica. Solo in pochi guardavano circospetti e curiosi l'altra moto, ancora in incognito.

In quel momento, il mio telefono vibrò.

*Sto arrivando, ho solo avuto un contrattempo! *

Era Sofia: cosa stava combinando?

* Muoviti, Andrea ha già mostrato la sua moto! *

Finalmente, quando tra la massa di gente riuscii a farmi spazio verso il mio amico pilota, lui sorrise, facendomi segno di avvicinarmi ancora di più.

« Ti va di farmi la mia finta ombrellina per un momento? » mi chiese lui « Così mi tieni il casco e i guanti »

Io lo feci con piacere, mentre notai Alex mollargli un'occhiataccia omicida. Dentro di me risi: era proprio geloso. Anche Andrea parve accorgersene, tant'è che mi guardò ridendo e scuotendo la testa.

« Sai già quale sia l'altra moto? »

Lui fece segno di no: « No, ma suppongo sia un'altra Ducati come la mia »

« Come fai ad esserne sicuro? »

Lui mi fece l'occhiolino: « Chiamala intuizione »

« E vuoi fare una gara con le stesse moto?! » proruppi io.

Stavolta fece segno di si: « In accelerazione è la migliore, ci sono dei problemi in curva ma se li ho io, li avrà anche l'altra persona. Entrambi non abbiamo mai corso con Ducati quindi saremmo sulla stessa barca »

« Una gara alla pari, quindi »

« Sarebbe la mia intenzione » dichiarò lui, sempre sorridente.

Tuttavia, il suo sorriso scomparve qualche minuto dopo, sostituito da una faccia spaventata.

« Andrea, che...»

« No » mormorò lui, guardando verso il fondo della griglia « No... non è possibile »

Guardai nella sua direzione, mentre tutti gli altri ancora guardavano le moto.

Quel che vidi mi lasciò esterrefatta: « O-mmio-ddio »

« Sono. Definitivamente. Nella. Merda. » scandii lui, parola per parola.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now