71 - Tsarabanjina, Madagascar pt. 4

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[ Attenzione: Capitolo estremamente spinto ]

|| Ricordo che siamo ancora al Punto di Vista di Marc ||

Dopo uno suo attento sguardo che mi diede il consenso di potermi abbassare, ripresi ad avere il contatto diretto con quella sua parte tra le sue coscie: ci volle poco per farla ripartire a gemere dal piacere. Proprio in quell'attimo, quando ormai Sofia si trovava all'apice della sua distrazione, decisi di farmi spazio con un solo dito. A quel cambio di situazione, la ragazza sussultò presa contropiede.

«Sssssh » le dissi guardandola ed incrociando i suoi occhi confusi e stupiti « rimani rilassata, sta andando tutto bene »

« Cosa...tu cos...» ma la sua frase le rimase in gola, spezzata da un suo piccolo mugugno, che mi fece ghignare compiaciuto.

« Ti sto solo abituando alla penetrazione » le spiegai io « hai sentito dolore appena hai capito che...»

« No » rispose subito lei, con un fil di voce, mentre con gli occhi chiusi godeva del ritmo velocizzato.

« Bene, ora sai che il segreto è rimanere rilassati e tranquilli » le dissi, facendole scivolare all'interno della sua parte più intima un altro dito .

Lei sussultò, percependo il cambiamento: « Ora lo sto sentendo un po' »

« Rilassati » le ripetei, accarezzandole una coscia con la mano libera per poi dedicarmi di nuovo con la lingua.

Esausto e con il formicolio alle guance, mi rialzai, incerto sul concludere lì la serata o meno. Quella stessa notte Sofia aveva già fatto enormi progressi e nonostante avessi molta voglia di sperimentare la parte più clou di un rapporto fisico, la reprimetti. La ragazza si era già sforzata molto fino ad arrivare a quel punto e per me era già una vittoria enorme. Tuttavia, il suo sguardo non era del mio stesso avviso.

Si slacciò il reggiseno, lanciandolo via come era stato fatto con il resto dei nostri vestiti, ormai sparsi sul pavimento. Mi abbracciò baciandomi a perdifiato, probabilmente ancora incapace o non volente nel porre fine a quel che stava succedendo tra di noi. Fu così che ci ritrovammo di nuovo uno sopra l'altra, impossibilitati a staccarci dalle labbra dell'altra persona.

|| Punto di vista di Sofia||

« Marc » lo richiamai con un sussurro, tra un bacio e l'altro.

« Dimmi »

Lo guardai negli occhi e presi un gran respiro: non sapevo se pentirmene o meno di quel che stavo per dirgli. Ero cosciente che la relazione che avevo con l'ansia e il panico era debilitante in un rapporto, soprattutto se fisico. Sapevo che non sarei mai riuscita a venire a capo di una decisione se avessi ascoltato le mie paure e da una parte avevo preferito i modi diretti e decisi di Marc nel gestire i nuovi step che quella sera stessa avevamo conquistato. Per tutto quel tempo Marc aveva sacrificato le sue intenzioni e ignorato i suoi pulsanti istinti pur di accontentare me. Era giunto il momento di saldare quel conto e fare tornare i conti alla pari.

Annuii con il capo e lui inarcò un sopracciglio, capendo immediatamente cosa intendessi.

« Ne sei sicura? Guarda che possiamo fare anche un'altra volta, non sei costretta e...»

« Ora » lo interruppi io.

Lui mi studiò per qualche secondo, per poi appoggiare la sua fronte con la mia.

« Te quiero mucho ( Ti voglio tanto bene ) » mormorò lui, iniziando a baciarmi di nuovo. Prima sulle labbra, poi giù, lungo la mascella e sul collo, dove si focalizzò di più; intanto una sua mano scese lungo il mio corpo, fermandosi proprio tra le mie gambe e cercando di fare spazio ancora con un dito. Appena egli riuscì nell'impresa io sobbalzai: non ero del tutto rilassata e sentii un po' di dolore, ma lui continuò a cercare di distrarmi baciandomi appassionatamente. Con una mia mano raggiunsi l'altezza del suo cavallo, prendendo possesso del suo orgoglio da maschio, che in quel momento era di nuovo eccitato. Entrambi godevamo per via delle azioni dell'altro sul nostro corpo, ed entrambi gemevamo a bassa voce dal piacere. Sapevo che prima o poi quel specifico momento sarebbe arrivato: Marc, usando probabilmente la stessa decisione e lo stesso temperamento precedente, cercò di sistemarsi per bene senza dare nell'occhio: quando percepii qualcosa penetrarmi tra le gambe fu troppo tardi. Sobbalzai alla percezione del suo membro che lentamente entrò dentro di me e sobbalzai di nuovo dal dolore.

« Fatto male? » mi domandò lui preoccupato, avendo notato sia la mia reazione che probabilmente la mia espressione sul viso.

Accennai ad un sì e Marc sì ritrasse, ma io lo fermai.

« Riprova » lo pregai.

Lui poco convinto tentò nuovamente, nel modo più lento e delicato che potesse fare, e io sobbalzai di nuovo, ma il dolore era minore rispetto a quello che provai qualche secondo prima.

« Sofì, non... »
« Continua Marc » lo pregai invece io, e lui, sempre con meno convinzione, fece come richiestogli.

Il dolore sembrò diminuire ogni volta che Marc spingesse e forse, rasserenato dal fatto che io mostrassi sempre meno segnali di sofferenza, iniziò ad aumentare il ritmo. Era una sensazione nuova per me: temevo che mi sarei sentita violata quando avrei sentito qualcosa che entrasse dentro il mio corpo, ma non fu così. Forse per via di Marc, forse per via del nostro rapporto intimo, ma quell'unione dei nostri corpi mi parve pure un' unione di spirito, un'unione di amore, un rafforzamento della nostra già presente connessione.

Compresi subito che il desiderio represso di Marc sì palesò immediatamente e con esso, pure il mio: il ragazzo prese la decisione di accelerare sempre di più e io lo seguii nei movimenti senza più alcun timore. Nella concitazione efferata gemevamo ad alta voce, ci chiamavamo, Marc sì aggrappava saldamente al materasso, mentre io ero avvinghiata alla sua schiena. Ci muovevamo così tanto da far scricchiolare e muovere incredibilmente il letto stesso.

Era impensabile che la mia mente fosse completamente vuota in quel momento: svuotata dai pensieri, svuotata da emozioni se non l'eccitazione, la voglia e la goduria montanti dentro di me. Volevo solo godere.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now