15 - Portimao pt. 2

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[Sopra Jorge Lorenzo leggermente infastidito]


|| Punto di vista di Sofia ||

La gara a Portimao andò molto bene per le Ducati: già dai risultati delle prove lo sì poteva evincere e l'ordine di arrivo confermò il tutto.

Dovizioso sì era aggiudicato il primo posto: aveva dominato per tutti i giri della gara, Joan Mir, comparso all'improvviso a manetta, sì prese la seconda posizione dopo aver fatto una strepitosa bagarre con la Ducati Pramac privata di Jack Miller. Marc arrivò subito dietro ai gas di scarico dell'australiano, in quarta posizione e Crutchlow, con l'altra Ducati Pramac tagliò quinto. Per Jorge fu un fiasco totale: dapprima partì in sesta posizione, ma scese drasticamente fino alla quindicesima per via di un sbaglio di traiettoria alla prima curva. Per quello sbaglio madornale, andò largo, lasciando spazio a ben otto piloti. La parte peggiore fu che a tre giri dalla fine, venne coinvolto in un incidente insieme al nuovo rookie del team Tech 3 della KTM, Iker Lecuona, e con Scott Redding, pilota dell' Aprilia. L'incidente ebbe una dinamica disastrosa: tutte e tre le moto erano letteralmente distrutte e i pezzi erano sparsi sulla pista, nel tratto dello scontro. Fortunatamente tutti i piloti stavano bene, tutti coscienti con ancora la capacità di tornarsene al proprio box sui propri piedi. I direttori di gara decisero di interrompere la competizione e di dichiarare i vincitori secondo l'ordine dei piloti all'ultimo giro completato. Perciò nessuna bandiera a scacchi venne fatta sbandierare sulla linea del traguardo a Portimao.

Dopo la cerimonia del podio, Luigi Dall'Igna mi prese in disparte, con l'intenzione di parlarmi.

« Credo che tu serva di più nel box di Jorge » affermò lui « Andrea sta andando molto bene, e questo weekend sei stata di aiuto, ma credo che tra Andrea e Jorge, tu serva di più a lui ora »

« Vuoi che dal prossimo weekend io vada ad assistere il suo team? » gli chiesi io, seria.

Non era ciò che volevo, avrei preferito avere meno contatti possibili con Jorge, ma se era la decisione di Dall'Igna, non potevo dire di no.

« Assistere il suo team, ascoltare Jorge, qualsiasi cosa, pur di capire cosa non stia andando. È vero che la Ducati non è facile da gestire, ma sembra che Jorge non riesca proprio a controllarla per nulla » rivelò Gigi, mesto « forse tu riuscirai a capire perché »

Dondolai sui talloni, abbastanza insicura.

« Non pretendo che tu trovi una soluzione ai problemi della sua moto, sono solo curioso di sapere se a te verrebbe in mente qualcosa. Tu sei una mente fresca, i meccanici conoscono la moto dai test di quest'inverno e conoscendola da cima a fondo, potrebbero non essersi accorti di qualcosa » mi assicurò lui « nessuna pressione Sofia, davvero. Se non troverai nulla, non ti succederà niente » terminò lui ridendo.

« Non so se a mio Zio possa andar bene » mormorai. Avrebbe dato fuori di matto, lui non poteva tenermi sott'occhio nell'altro box.

Gigi aggrottò le sopracciglia: « A lui ci penso io. Vieni, andiamo da Jorge »

Nel suo box trovammo un team demoralizzato e Jorge seduto sulla sua sedia, che fissava sconsolato ciò che rimaneva della moto, ovvero un rottame. Il giovane Iker fece capolino e con evidentemente imbarazzo si avvicinò all'altro pilota, con il capo chino e lo sguardo fissato sul pavimento. Lo sentii scusarsi in spagnolo per molte volte: poverino, sì sentiva davvero in colpa. Temevo in una brutta reazione di Jorge, ma fui felice che il Ducatista sì atteggiò decentemente, accettando le scuse e incoraggiandolo dicendo che la prossima volta sarebbe andata meglio. Quando il rookie se ne andò via, Jorge notò finalmente la presenza di Gigi e la mia e per un momento mi era pure parso di vedere i suoi occhi brillare appena vennero posti sulla mia figura.

Probabilmente avevo assunto un'espressione confusa vedendolo reagire in modo così pacato con Iker e lui parve capirlo, infatti, rivolgendosi principalmente a me, disse: « Sono uno dei suoi idoli da quando ha toccato le moto, non potevo rispondergli sbottando da cafone »

Successivamente, guardando Luigi, chiese: « Come mai qui? Brutte notizie? »

Gigi scosse la testa e lo informò della mia futura presenza nel team.

Per quanto fosse poco accennato, Jorge sorrise sornione, lanciandomi uno sguardo. Questi erano tutti segnali che non mi stavano per nulla piacendo.

Luigi ci lasciò, lasciandoci uno di fronte all'altra, guardandoci come due pesci lessi.

« Quindi hai intenzione di risolvere il mio problema » affermò lui « Come hai intenzione di iniziare? »

Ci pensai un attimo, indecisa su come effettivamente mettere le mani nella pasta di quel disastro: « C'è un resoconto di come sia la moto? Tipo i materiali usati, i pezzi usati...? »

Lorenzo accennò ad un sì e tra le mani mi consegnò un malloppo di carte, dopo averlo estratto da un armadietto mobile rosso.

« Me lo aspettavo più sintetico » ammisi, fissando lo spessore di quell'insieme di fogli.

Iniziai a sfogliarlo, mentre Jorge mi domandò scettico: « A che ti serve sapere tutta quella roba? »

Io non gli risposi ma gli feci un'altra domanda: « Come ti senti sulla moto, quando la guidi? »

« Male » disse lui semplicemente.

Gli lanciai uno sguardo inarcando un sopracciglio: « Se fai così a descrivere come ti senti sulla moto, ci credo che i tuoi meccanici non riescono a mettertela a punto »

Jorge sì offese, replicando in italiano, forse per enfatizzare ancora di più il significato delle sue parole: « Di certo non posso aspettarmi che una ragazzina riesca a capire cosa c'è che non va in una moto da corsa quando non ne ha mai guidata una in vita sua »

Serrai i denti dalla rabbia. Avrei voluto ribattere, ma non potevo. Non potevo dire la verità sul passato. Preferii trangugiare l'illazione falsa e seccata come un boccone amaro, ignorandola completamente.

« Ripeto: come ti senti alla guida? »

Lui sostenne il mio sguardo in modo insensibile: « No soy capaz de controlarla. Ella no hace las trayectorias que me gustarían, a veces gira demasiado apretado, a veces demasiado ancho ( Non sono in grado di controllarla. Non segue le traiettorie che vorrei, a volte gira troppo stretta, a volte prende traiettorie troppo larghe ) »

Presi nota delle sue impressioni, mentre percepivo i suoi occhi incollati su di me.

Ricontrollando il portfolio della moto, mi venne in mente un'altra richiesta da fargli.

« Mi dovrai dire il tuo peso e il tuo programma di allenamento. Dovrai specificarmi anche quanti chili riesci a sopportare con le braccia, con le gambe, insomma, un po' tutto »

Lorenzo aggrottò la fronte, confuso.

«¿Es una manera para descubrir cuanto soy fuerte? ( È un modo per scoprire quanto sono forte?) » commentò il pilota ironico « Tu podrías haberme preguntado directamente ( potevi chiedermelo direttamente) »

Lo linciai « Sono seria Jorge, mi serve per capire meglio la situazione »

Lui scosse la testa, ma mi assicurò che mi avrebbe inviato tutto, per telefono.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن