69 - Tsarabanjina, Madagascar pt. 2

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[ Attenzione: presenza di scene leggermente spinte]

Il ritorno in camera e la successiva cena nella sede comune non furono momenti facili per me: venni sopraffatta da un'enorme ondata di imbarazzo per quello che avevo compiuto nei minuti precedenti nella vasca da idromassaggio del Resort. Marc se ne era subito accorto e aveva cercato di farmi stare meglio, ma onestamente non c'era alcun rimedio a quella sensazione di vergogna che provavo. Mi ero permessa di toccare una delle parti più intime che un maschio potesse possedere, per di più non di una persona comune, bensì di una celebrità mondiale.

Mentre gustavamo i piatti raffinati della cucina del Constance, il pilota continuava a rifilarmi sguardi ammiccanti e pieni di significato, che solo io e lui potevamo comprendere. Ciò mi fece arrossire e imbarazzare ancora di più, anche se allo stesso tempo quel suo atteggiamento stava mantenendo acceso il fuoco dell'eccitazione che già provavo da prima. Alex e Aida erano entrambi al settimo cielo e Marc fece leva su questo, continuando ad alzare le sopracciglia ad intermittenza indicandoli con un cenno del capo. Sapevo benissimo cosa significava quel gesto: i due avevano sicuramente combinato qualcosa nella loro stanza, per poter essere così rilassati e felici, senza alcuna minima ombra di timore o preoccupazione.

Il resto della serata passò in modo simile: Alex e Aida sì erano ripresi dalla loro spensierata gioia irrefrenabile, ritornando ad avere un piccolo accenno di contatto con la realtà, invece il comportamento del fratello più grande dei Marquez sì fece più deciso, con tanto di piccoli gesti nascosti ma ben piazzati, ad intensità crescente.

« Sì può sapere che ti prende? » gli domandai ad un certo punto, cercando di non sembrare seccata.

« Nada » mi sorrise lui in maniera quasi losca « quiero solo molestarte un poquito ( voglio solo romperti le scatole un po') »

Scossi la testa, rimanendo comunque felice: « A volte sai proprio essere un bambino »

Per tutta risposta, lui mi avvolse i fianchi con un braccio, strattonandomi verso di lui e mi baciò, abbassandosi con la mano fino a palpeggiare in modo perentorio il mio sedere. Quando ci staccammo, lo guardai spiazzata: « Marc?! »

Lui, con un ghigno quasi malefico, mi sussurrò all'orecchio, provocandomi dei brividi: « Creo que esta noche soy más indisciplinado de lo habitual ( Credo che stasera io sia più indisciplinato rispetto al solito ) ». Il tutto fu seguito da un'altra strizzata ad un mio gluteo, giusto per rimarcare il fatto.

Indisciplinato

Avrei dovuto ridere per l'uso divertente di quella parola, invece quel termine non fece altro che attirarmi più a lui, eccitata. A notte inoltrata, quando decidemmo di rincasare nelle nostre temporanee dimore esotiche, presi del tempo osservando l'interno della mia valigia, e prima di essere vista dal ragazzo, presi due indumenti appallottolati e mi rintanai in bagno. Mi guardai davanti allo specchio, sospirando e abbassando il capo, analizzando il marmo del lavandino. Avevo l'ansia in quel momento, perché sapevo cosa stavo per fare. Sistemai i due indumenti dinanzi a me: sì trattavano di due completini da notte. Il primo in pizzo nero e fuxia acceso, con tanto di reggiseno imbottito, tanga che mi avrebbe letteralmente lasciato scoperto il sedere e una camicia abbastanza provocante sopra, che a malapena arrivava all'altezza del fondoschiena. Il secondo ensemble era più semplice, meno sfarzoso e ricamato, di colore vinaccia, sempre con un reggiseno imbottito ma invece con una brasiliana più comoda resa come una piccola gonnellina, con una vestaglia leggermente più lunga e semitrasparente, da unire con un fiocco per tenerla chiusa. Sì trattavano di acquisti fatti all'ultimo momento, su forzatura di Aida proprio con lo scopo di passare notti più movimentate con il pilota. Non ero stata esattamente d'accordo con lei, ma sapevo che quando insisteva, nulla poteva far desistere la mia amica dalle sue convinzioni ed idee. Optai per il secondo completo, indossandolo a metà tra il tremolante della paura e la curiosità di quello che stava per succedere.

|| Punto di vista di Marc ||

Mi trovavo sdraiato sul letto, sopra il lenzuolo per la precisione, pronto per andare a dormire. Erano le due di notte passate e nonostante quell'orario, ancora faceva molto caldo, così tanto che sarei riuscito dormire semplicemente in boxer. Mi sarei pure azzardato a dormire pure senza quelli, se non fosse per il fatto che condividevo il letto con Sofia. Non eravamo ancora arrivati al punto da poter dormire insieme senza vestiti: lei sì sarebbe potuta spaventare.

O così pensavo.

Assorto nel leggere delle notizie sul telefono, sentii la porta del bagno aprirsi, segno che finalmente la ragazza aveva deciso di uscirne.

« Alleluia! Credevo fossi finita giù per il wat...» ma appena alzai gli occhi per incontrare i suoi, le parole mi morirono in gola.

Come un totale idiota rimasi a fissarla per qualche secondo, incredulo a quel che stavo vedendo. Sofia se ne stava vicino allo stipite della porta in evidente imbarazzo, indossando un completino bordeaux decisamente invitante.

Mi misi seduto di scatto, buttando senza alcun minimo riguardo il mio telefono costosissimo sul comodino, non distogliendo mai lo sguardo dal suo corpo avvolto in una leggera vestaglia trasparente in pizzo, che lasciava intravedere sia la forma del reggiseno che la restante parte sotto.

« Dios mío » balbettai, cercando di mettermi in piedi, rendendomi conto solo in quel momento che dentro ai boxer avevo già un'erezione ben piazzata. Sofia rimase in silenzio, abbozzando un piccolo sorrisino di imbarazzo avendo notato la mia reazione di totale sorpresa e gusto. La raggiunsi prendendola per i fianchi: « Que...estás tan... ( Che...sei così...)». L'avevo già vista in costume parecchie volte, ma con un intimo da notte che poteva solo che richiamare ad un invito per quello, dio, mai.

Con fare incredibilmente civettuolo, lei fece scorrere le sue dita sul mio petto nudo solcato dai muscoli, mormorando qualcosa che mi fece intirizzire ancora di più la mia parte bassa.

« Diciamo che stasera potrei aver voglia di qualcuno di un po'...indisciplinato » disse lei, riprendendo quella stessa parola che qualche ora prima avevo utilizzato, con la stessa accezione.

Rimasi di stucco dalla sua rivelazione, seguita da un ghigno pervertito che pochissime volte le avevo visto dipinto sul viso.

Ed ogni volta mi piaceva sempre di più.

« Non ti conviene volerlo » le risposi io in altrettanto modo « potresti ritrovarti in una posizione scomoda »

« É possibile sapere quale? » stette al gioco lei, sempre con quell'espressione così maledettamente vogliosa.

Quello scambio di battute mi stava facendo già perdere l'autocontrollo che avevo da qualche mese con lei.

« Potresti ritrovarti a quattro zampe » le sussurrai io, abbassando poi ancora di più la voce « con me dietro che ti sta montando per bene »

Lei arrossì violentemente, cercando di non mostrarsi timorosa, ma sapevo che ne era un po' spaventata, oltre l'essere stata destabilizzata da una risposta che non sì sarebbe aspettata. Ciononostante, adorai la sua reazione così controversa.

Tastandomi visibilmente tra le gambe, aggiunsi malefico: « E credimi, con certe dimensioni, può fare un po' male », accennando in particolar modo alle mie, con un ennesimo ghigno subdolo.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now