56 - Brno pt. 1

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Il periodo di convivenza a Cervera giunse al termine: venerdì mattina ci trovavamo già tutti sul circuito di Brno ( denominato ufficialmente Circuito Masaryk) in Repubblica Ceca

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Il periodo di convivenza a Cervera giunse al termine: venerdì mattina ci trovavamo già tutti sul circuito di Brno ( denominato ufficialmente Circuito Masaryk) in Repubblica Ceca. Il tracciato attuale risale al 1987 e da quell'anno sì è sempre corso su di esso.

Il tempo a Brno era particolarmente incerto: alternava nuvoloni bianchi e grigiastri con schiarite di sole accecante e bollente. L'asfalto era molto caldo, segno che era necessario indossare delle gomme hard*, ma se il tempo fosse cambiato, quella scelta avrebbe provocato disastri. Nelle prime prove libere Quartararo e la Yamaha Petronas furono i più veloci, surclassando seppur di poco, il tempo di Marc. Miller e Dovizioso giravano su tempi molto simili e Jorge rientrava nella top ten, insieme a Maverick e alla sua Yamaha ufficiale. Nelle seconde prove Dovizioso riuscì ad accaparrarsi il miglior tempo in assoluto mentre Marc finì malamente per terra. La scena venne trasmessa al momento sui monitor nei box e il modo in cui cadde mi fece scorrere un maledetto brivido irrefrenabile lungo tutto il corpo. Marc era stato letteralmente disarcionato dalla moto con un highside in uscita di curva, atterrando sulla schiena. Si era rialzato poco tempo dopo a fatica con la schiena gobba, zoppicando e tenendosi il polso sinistro con la mano destra. Non mi accorsi nemmeno di star muovendo le gambe dall'ansia fino a quando non me lo fece notare Gigi Dall'Igna, mettendomi una mano sulla spalla e scostandomi le cuffie rosse del team dalle orecchie.

« Sta bene Sofia, potrai vederlo finite queste prove » asserì lui, con uno sguardo dolce.

Lo guardai confuso: come sapeva che io e Marc eravamo in confidenza?

« Sì vede che ci tieni, se reagisci così » specificò lui con un sorrisetto, come se mi avesse letto nella mente.

Dopo che Andrea ritornò ai box con la sua Ducati e dopo aver sistemato il necessario, mi avviai di corsa verso la clinica mobile**: Marc non era più rientrato in pista. Se non avesse avuto nulla sarebbe corso per poter rientrare nel suo box il prima possibile ed utilizzare la seconda moto. Tuttavia Luigi mi fermò prima che potessi compiere la più grande cazzata del secolo.

« Sofia? »

« Sì? » mi voltai io, a metà tra lo stupore e l'impazienza di volermi accertare sulle condizioni del pilota spagnolo.

Gigi mi squadrò da testa e piedi, dicendo solo una semplice, ma fondamentale parola: « La divisa »

Giusto, stavo per andare alla clinica mobile a vedere un pilota della Honda indossando la divisa della Ducati. Dovevo proprio essere accecata dall'ansia. In men che non sì dica mi cambia con i vestiti che mi ero portata appresso nel box, mi inforcai i soliti occhiali da sole e mi feci due frecce molto velocemente. Stile molto bambinesco, ma era tutto necessario affinché non venissi riconosciuta.

Raggiunsi nel paddock il grande motorhome della clinica: in quel momento capii che era stata una pessima idea recarsi lì. I giornalisti brulicavano in attesa di sapere come stesse l'attuale pilota in testa al mondiale, colui che aveva alle sue spalle già otto titoli mondiali ed era sulla retta via per il nono, eguagliando in tal maniera Valentino Rossi. Come diavolo potevo entrare dentro senza destare sospetti?

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now