32 - Mugello pt. 6

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Dopo il giro d'onore a velocità lenta senza spettatori, in cui io e Andrea ci scambiammo manate gentili sulle spalle e strette di mano, ci dirigemmo verso i box. Più volte lui mi aveva fatto il segno dell'essere fuori di testa, ma sapevo che era detto in modo euforico e non offensivo. Presa la corsia della pitlane, al box Honda tutto il team mi stava aspettando gioioso: appena mi fermai al mio posto, eseguii un burnout* per festeggiare. Tutti sì congratularono con me, primo fra tutti il mio sfidante: Andrea mi raggiunse dopo essersi tolto il casco, con i capelli scuri bagnati dal sudore e con un sorriso soddisfatto.

« Porcamiseria! » esclamò lui incredulo e dandomi un'altra pacca sulla spalla « dobbiamo farlo più spesso! »

Sì intromise Santi, affermando in un italiano mangiucchiato: « Solo se la smetterà di farci prendere infarti. Eri a tanto così » disse lui, facendomi il segno con le dita « dal cadere all'Arrabbiata 1. E l'entrata all'ultima curva?! Hai fatto diventare i capelli bianchi dalla paura a tutti! »

Mi grattai la nuca, sorridendo innocente: « Ci sono comunque riuscita...no? »

Santi mi diede un'occhiata ammonitrice, ma poi sorrise anche lui: « ¡Felicitaciones! ( Congratulazioni!) »

Takeo Yokoyama mi accolse urlando di gioia, Puig sì limitò ad un cenno del capo colmo di soddisfazione e Nakamoto si congratulò, dicendomi che sarei potuta davvero appartenere al mondo dei piloti, se solo avessi continuato, perché la stoffa ce l'avevo.

Se solo avessi continuato, già.

Ricevetti altri complimenti da molti piloti di tutte le categorie, tra cui Rins e Quartararo, quando Aida finalmente riuscì a raggiungermi, stritolandomi.

« TU. SEI. MATTA.» scandì lei urlandomi nelle orecchie « PAZZESCO »

Risi per via della sua reazione esagerata, quando sì fece scura in volto. Quel cambio repentino di umore mi fece preoccupare.

« Marc sembra che non l'abbia presa benissimo » rivelò lei.

C'era da aspettarselo. Supponevo che in quel momento Marc sì sentisse tradito e deluso. Gli avevo detto delle bugie e lui sì era invece fidato di quel che gli avevo raccontato su di me.

Gigi Dall'Igna fece capolino interrompendoci: « Splendida gara, brava davvero »

« Vatti a cambiare! » mi disse Aida « Andrea ha detto che c'è una festa per premiarti! »

Luigi accennò un segnale affermativo: « Vero, puoi andare a cambiarti nella nostra Hospitality, se non erro la festa sì fa in quello della Yamaha. Ti aspettiamo lì! »

Mi affrettai ad andare nell'Hospitality Ducati, anche se prima mi ero guardata in giro alla ricerca dei volti di mia mamma e mio zio: la prima non la trovai, ma il secondo trovò me.

Ancora prima di potermi levare la tuta, lui proruppe con un tono minaccioso: « Ti è dato di volta il cervello?! »

Mi voltai verso di lui, impaurita. Mio zio non aveva mai urlato in vita sua con tono arrabbiato e con l'intenzione di sgridare, non fino a quando successe quella cosa. Quell'evento aveva traumatizzato tutti, ma trasformò completamente il fratello di mio padre, rendendolo iperprotettivo nei miei confronti.

« Non avevo scelta, zio » gli dissi, allargando le braccia.

« L'avevate pianificato, non è vero?! » domandò lui sospettoso « Tu e Andrea avevate pianificato questa cosa insieme, affinché tu potessi correre con una moto del genere »

« Cosa?! » proferii io, completamente confusa.

« Non fare la finta tonta, tu e Andrea avevate ideato tutto. Era solo un modo per poter ritornare su una moto » sputò lui, velenosamente.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now