45 - Assen pt. 8

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|| Punto di vista di Sofia ||

Non era possibile, non era dannatamente possibile. Perché ogni cosa in cui c'ero io doveva sempre, e ribadisco, sempre rivelarsi come un dramma?

Andrea mi aveva fatta allontanare dal gruppo perché aveva intuito che ero sull'orlo di un pianto. Non che mi piacesse piangere davanti alle persone, ma Aida quella volta era stata davvero barbara, affermando di fronte a tutti la mia attitudine al non essere adatta a certi scenari per colpa della mia totale ignoranza in termini di abbigliamento e di make-up. Aveva implicato sfacciatamente che non ero degna di presenziare a certe formalità perché non ero in grado di rendermi presentabile da sola. Aveva letteralmente mandato in frantumi la mia dignità e la già bassissima autostima in dieci secondi.

« Aida è stata meschina » commentò Andrea, in un tentativo di consolarmi « cattiva e invidiosa »

Io neanche avevo voglia di parlarne, perciò rimasi in silenzio: ormai la mia serata era stata rovinata.

« Ehi, su con quel musone » mi disse lui « c'è tanta altra gente qui e tante altre cose da fare! »

« Del tipo? » mormorai ironica e quasi infastidita.

« Ci sarà pure qualcosa da fare » dichiarò lui, pensieroso.

« Ad un evento del genere? » obiettai io, alzando un sopracciglio.

Neanche a farlo apposta, venimmo approcciati dall' ex compagno di squadra di Andrea in Moto2, il francese Fabio Quartararo, seguito dal suo migliore amico Tom. I tre ragazzi sì salutarono affettuosamente dato che sì conoscevano di persona e i due piloti sì consideravano più di soli colleghi. Il francese mi dedicò poi uno sguardo molto curioso più che interessato, salutandomi gentilmente. Ricambiai il gesto di gentilezza, facendogli presente chi fossi e i suoi occhi sì illuminarono.

« Oddio, sul serio sei tu?! » esclamò lui « è strano vederti con un abito e truccata, ero abituato a vederti girovagare per il paddock con la divisa da Ducati! »

Ben presto i due francesi ci condussero verso una zona dell'hotel riservata solo ai piloti: dopo aver sceso delle scale ci ritrovammo in un seminterrato attrezzato con una sala giochi e con addirittura una pista da ballo abbastanza grande, con tanto di angolo bar e impianto Dj.

« Benvenuti nel divertimento, gente! » urlo Tom in inglese, trascinandoci in quell'ambiente caratterizzato da luci blu e violetto.

Fu grazie a quella fuga dalla realtà che mi tornò il buon umore, sfogandomi con diversi giochi arcade, inizialmente contro Andrea e Fabio, ma successivamente sì unirono a noi altri piloti di diverse categorie, quali Marcel Schrotter*, Jake Dixon*, Augusto Fernández*, Albert Arenas* e Tony Arbolino*. Dopo una miriade di sfide e match tra diversi videogiochi di simulazione, tra i quali F1, MotoGP, Gran Turismo e partite a biliardo, ci dirigemmo tutti sulla pista da ballo. Io non avevo movenze fluide, anzi, sembravo un palo di legno: non ero brava a ballare, quindi più che alzare le braccia quando tutti saltavano, altro non facevo se non muovere la testa a ritmo delle canzoni.

Ad un tratto al centro della pista sì formò un grande cerchio e nel mezzo comparve il pilota dell'Aprilia Scott Redding, che sì mise a ballare una sorta di break dance. Venne poco dopo imitato dallo spagnolo Pol Espargaró*, che a sua volta convinse il fratello Aleix* ad unirsi nel ballo improvvisato, totalmente scoordinato. Successivamente, al termine della canzone il trio venne sostituito da un Iker Lecuona* che sì destreggiò in movimenti robotici, accompagnato dai piloti della Moto2 Jorge "Martinator" Martin* e Héctor Garzo*, suoi connazionali. Successivamente fu il turno degli italiani, che letteralmente sì scatenarono come una massa di pazzi imbizzarriti: era presente tutta l'Academy** di Valentino Rossi, con Andrea Migno* e i lunghi ricci di Marco Bezzecchi* in pole position come casinisti, Dennis Foggia* che diversamente da tutti cercava di imitare un twist decisamente poco credibile, mentre tirava le bretelle del suo completo e Riccardo Rossi* che mostrò le sue mosse prese palesemente dai balletti di TikTok. La pista venne poi sgombrata da Jack Miller, che con un cappellino azzurro shock glitterato in testa e con degli occhiali fuxia a forma di cuore sul naso ( che poi, volevo sapere da dove fosse riuscito a recuperarli in un evento formale come quello) sì mise al centro, urlando in inglese: « Lascia spazio al maestro Thriller Miller! » ed indicando il Dj, trillò: « Thriller per cortesia! »

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now