53 - Cervera pt. 3

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|| Punto di vista di Sofia ||

Alex e Aida erano usciti a cena, lasciando la casa in mano mia e di Marc ed entrambi eravamo sdraiati sul divano davanti al megaschermo piatto in salotto. Il tavolino era colmo di cibo giapponese e coreano, ordinato a domicilio data l'incapacità di entrambi nell'ambito culinario. Stavamo guardando ormai la fine della gara di Formula 1, ma solo dopo aver finito di mangiare tutto quel ben di dio fatto da sushi, sashimi, chirashi, Pokè e pollo fritto piccante, ci dedicammo effettivamente l'uno all'altra.

Mi abbracciai a lui, azzardandomi con le mani a finire sotto la sua maglietta ed accarezzandogli gli addominali scolpiti. Al mio tocco percepivo i suoi muscoli contrarsi.

« Ho le mani fredde? » domandai, vedendo la sua reazione. Era un mio perenne problema, dovuto alla mala circolazione del sangue.

« También, pero no es para eso ( Anche, ma non è per quello ) » rivelò lui sorridente, cingendomi le spalle con un braccio e dandomi un bacio, sorridente.

Dopo qualche minuto mi alzai per andare a prendermi un bicchiere d'acqua: appena fui in piedi, Marc mi diede una pacca sonora sul sedere.

« Marc! »

Lui rise: « È così perfettamente tondo »

Alzai gli occhi al cielo, sorridendo.

Quando tornai a sdraiarmi accanto a lui, le sue mani non smisero di avere un contatto con il mio corpo: la sua mano destra fu appoggiata sulla mia coscia e lentamente scivolò sull'interno della mia gamba.

Iniziai ad avere di nuovo le solite palpitazioni dovute all'ansia e una sensazione frenetica di calore all'altezza della mia parte più intima.

Marc mi tirò più verso di sé, baciandomi, mentre la sua mano iniziò a risalire la mia coscia, piano. Mi staccai, percependo di star per essere sopraffatta dal panico.

Il ragazzo mi prese il mento con le mani, facendo incontrare i nostri sguardi.

« Te la senti di parlarmene? » mi domandò lui teneramente, riferendosi implicitamente al mio problema.

Sospirai, indecisa: parlare di quel mio cruccio mi avrebbe resa probabilmente stupida ai suoi occhi. Si trattavano di paranoie infantili, non più adatte alla mia età, poichè avrei già dovuto affrontarle da tempo. Ma d'altra parte, quello sarebbe stato uno dei quei pochi momenti a disposizione in cui io e Marc saremmo stati soli in tutta la casa, senza il rischio che qualcuno potesse ascoltarci anche in modo involontario.

Avevo così tanti timori che mi sovrastavano la mente, ma non riuscii a formularne neanche uno con la mia bocca.

L'unica reazione che ebbi fu quella del silenzio, con lo sguardo mesto e basso.

« Ehi, con me puoi parlare di tutto, lo sai » mi incitò lui.

« Ho paura » mormorai, dopo qualche altro secondo di incertezza « ho paura che faccia male, che io non sia capace, ho paura di fare qualcosa di sbagliato e di combinare disastri. Le possibili conseguenze mi spaventano a morte, senza contare che ...»

« ¿Qué? » mi spronò lui, stringendomi dolcemente una mano, come per darmi la forza di continuare.

« Ho paura che non sia come quella delle altre » rivelai, finalmente ad alta voce « che sia diversa e abbia...qualche problema »

« Sofí » mi richiamò lui, passandomi una mano fra i capelli « cada chica tiene la suya, con forma diferente ( ogni ragazza ha la propria, con forma differente ) »

« Lo so ma...» proferii io, preoccupata « ho il timore di aver qualcosa di sbagliato sotto »

Lui aggrottò le sopracciglia:« E perché dovresti avere qualcosa di sbagliato? »

« Non lo so » dissi con un fil di voce « ma l'idea mi spaventa. Ho sempre avuto questa impressione di essere sempre diversa dalle altre in tutto, e... »

« Puoi levarti via il dubbio se le diamo una controllata ora...» propose lui. Sapevo che si trattava di una proposta sconcia, ma la enunciò con un tono così neutrale, quasi da medico, che per un momento mi fece dubitare dell'allusione.

Lui rimise di nuovo la mano sulla mia coscia: « Piano piano, con calma. Si parte dalle basi, dai preliminari e poi ci proveremo. Che te ne pare ? »

Con un cenno del capo confermai, anche se poi scossi la testa, incredula.

« Che succede? »

« Crederai che io sia una ritardata »

Lui si irrigidì, assumendo un tono deciso: « Assolutamente no »

Io risi amaramente: « Hai 27 anni, sei un pluricampione mondiale, uno degli idoli più in voga al momento e sei il migliore pilota in griglia da ben 7 anni in MotoGP » asserii, tirando le somme « e devi insegnare come si fa ad avere rapporti sessuali ad una ragazza di 23 sconosciuta al mondo »

« Prima di tutto » ci tenne a specificare lui, mettendosi ben seduto con la schiena dritta « non sono in pista ora, perciò sono Marc Marquez, un semplice ragazzo di 27 anni che sta sul divano con la sua ragazza. Sono un pilota pluricampione solo quando sono in un circuito » e poi aggiunse « Mentre tu invece non sei una ragazza di 23 anni sconosciuta al mondo, ma sei la mia ragazza e come tale direi di avere tutto il diritto di occuparmi del benessere, sia mentale che fisico, oltre che sessuale de mi novia. Non ci vedo nulla di strano »

Scostai gli occhi da lui, guardando un punto indefinito della stanza con fare pensieroso, spaziando con la mente.

« No quiero que tú me veas como el piloto que gana casi siempre ( non voglio che tu mi veda come il pilota che vince quasi sempre ) » dichiarò lui « Quiero que tú me veas como tu novio. Solo como Marc ( voglio che tu mi veda come il tuo ragazzo. Come Marc e basta ) »

Lui mi strinse di più la mano, avvicinandosi al mio viso: «No quiero que la presión de mis resultados afecte nuestra relación. Soy un humano como todos los demás (Non voglio che la pressione dei miei risultati incida il nostro rapporto. Sono un umano come tutti) »

Nascosi il viso all'interno del suo incavo e lui mi baciò la testa per l'ennesima volta. Non so che ore fossero, ma avevo voglia di andare a letto.

Marc fu contrariato da quell'idea: « Son solo las once, ¿está cansada? ( sono solo le ventitré, sei stanca?) »

« Non ho mai detto di essere stanca » sottolineai io « ho solo detto che voglio andare nel letto, non che voglio dormire. È molto più comodo »

Lui studiò la mia espressione, confuso. Io alzai gli occhi al cielo e sorridendo gli dissi: « Si potrebbe iniziare a fare anche qualcosa, no? »

Non ci furono altre parole che gli fecero brillare gli occhi dalla gioia e che gli fecero stampare un sorriso enorme sul viso.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ