Cap 3: Country Boy Alan Jackson

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Nicolas mi è sembrato assorto dopo quell'inaspettata intromissione nel nostro abituale incontro.
"Parteciperò volentieri a quella festa" dico mentre lo guardo afferrare la bicicletta appoggiata al muro.
"Non è il genere di feste che fa per te" risponde voltandosi serio.
Nei suoi occhi una luce nuova, un brivido freddo.
"Passi a prendermi alle nove?" continuo io senza ascoltarlo abbastanza.
L'immagine di Richard sulla porta si insinua in punta di piedi nella mia mente.
Nic sale sul sellino e mi fa accomodare davanti a lui, sul ferro freddo del telaio, le sue mani mi proteggono senza toccarmi.
"Caroline, non conosci nessuno" dice a denti stretti senza guardarmi a fondo.
"Conosco te" dico con un sorriso "E Richard"
Vedo i suoi occhi spalancarsi un poco a quell'affermazione.
"Posso venire da te e farmi accompagnare da lui se hai altri programmi per la serata" dico immaginandomi di fronte a casa sua con Richard sulla porta di ingresso.
La pedalata di Nicolas si fa pesante sull'asfalto ghiacciato, le sue braccia forti mantengono l'equilibrio ad ogni curva.
"Cosa pensi di trovare a casa di Smoke?" chiede troppo curioso.
Ci penso poco, ho già la risposta che cerca, stretta tra i denti.
"Non so cosa troverò ma sono certa che sarà certamente qualcosa di più divertente rispetto al vagare barcollante di mio padre nelle stanze vuote di casa nostra" mi faccio seria in volto mentre gli occhi di Nicolas si soffermano sull'espressione nei miei occhi.
"Come vuoi tu Carol. Alle nove da te" aggiunge appena.
Il freddo oggi, sembra avercela con me, intimidita da una nuova folata di brezza ghiacciata, lo sento arrivare sino alle ossa.
Nic procede lento su un tragitto che abbiamo percorso assieme milioni di altre volte, percepisco il suo repentino cambiamento d'umore. I miei capelli lunghi svolazzano sulle sue spalle indisturbati, i nostri corpi vicini si trasmettono sensazioni differenti.
Mi chiedo se anche lui stia leggendo il mio entusiasmo per la serata alle porte mentre io, confusa, assaporo il suo disappunto in merito.
Imbocchiamo il lungo viale che porta a casa sua, arriviamo troppo presto di fronte al suo ingresso, lo guardo allontanarsi da me leggero.
"Nic" grido appena
Lui si volta e mi guarda perplesso.
"Ti aspetto" dico divertita, scivolando sulla stessa strada da cui siamo arrivati.
Sfilo i guanti dalle tasce del cappotto e in equilibrio precario sulla bicicletta tento di coprirmi le mani rigide, guardo l'incrocio della via avvicinarsi in fretta e all'imboccatura della strada alzo appena gli occhi.
Un rumore assordante mi investe, improvviso, la Ducati di Nicolas entra nella mia traiettoria invadendo il mio spazio. Afferro il volante con meno incertezza e con una virata veloce, schivo la moto scivolando a terra.
Richard inchioda maldestro, scende sicuro, parcheggia il suo mezzo sulla strada e prima ancora di essersi sfilato il casco completamente, mi raggiunge preoccupato.
"Ehi" grida chiandosi su di me "Tutto a posto?"
Riccioli scompigliati ricadono sulla sua fronte, occhi penetranti mi osservano rigidi, la bicicletta scomposta sotto le mie gambe, il mio cuore che batte all'impazzata per lo spavento e qualcos' altro.
"Sì" dico piano cercando di rimettermi in piedi.
Mi guardo dall'alto verso l'alto e sono tutta intera. Sono sopravvissuta a cadute peggiori.
"Ti sembra il modo di affrontare un incrocio?" dice poi Richard severo.
"Ti sembra il modo di immetterti su una via secondaria?" rispondo portando le mani sui fianchi.
Lo guardo sbuffare nell'aria fredda, il suo respiro si materializza in una nuvola leggera e si dissolve piano, salendo verso l'alto.
"Ti stavi mettendo i guanti senza guardare la strada" aggiunge alzando il dito.
"E tu stavi pensando a chissà cosa mentre guidavi" sorrido alquanto divertita.
Un silenzio imbarazzante si siede di fianco a noi, ci guarda perplesso e attende un cenno per poter scomparire ma Richard non aggiunge altro. Si volta scontroso e raggiunge la Ducati impassibile, sale sulla sella con gesti calcolati, si rimette il casco che stringe tra le mani e accende il motore.
"Ehi" grido forte.
Si volta appena ingranando la prima.
"Mi lasci qui così? " chiedo allargando le mani confusa.
Richard alza la visiera lento, mi guarda accennando un sorriso ed annuisce muovendosi piano.
Osservo il suo procedere lento sul viale deserto, attendo aggiunga qualcos' altro ma quello che voglio tarda ad arrivare.
"Richard" dico di nuovo prima che sia troppo lontano "Verrò alla festa questa sera"
Lo guardo voltarsi di nuovo ed alzare il pollice a mezz'aria prima di riprendere la sua andatura folle verso casa.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora