Cap 51: Better days Goo Goo Dolls

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Nicolas

Avere Carol con me mi fa sentire al sicuro.
Le regalo qualche momento di serenità, eppure lo vedo il suo animo incrinato.
La vedo la sua ricerca, il suo tentare di aggrapparsi a me.
Vorrei tanto poter essere quello di cui ha un immenso bisogno.
Vorrei ma non lo sono.
Mi stringe forte nel nostro viaggio di ritorno, vedo Cambridge sempre più vicina, il suo profumo raggiungermi lento.
Vedo le acque calme del Cam e mi perdo nel suo percorso lento, mi immergo in quelle acque scure che mi sono mancate.
Ho di nuovo il mio controllo.
La certezza che lei qui con me è al sicuro.
Rallento come mio solito all'imbocco nella stradina, Eve mi saluta con un cenno dalla veranda sotto l'ingresso.
Guardo i suoi occhi chiari e mi chiedo se anche lei, in giovane età ha attraversato pericolose tempeste.
Cerco nella serenità del suo sguardo le sue origini e i suoi traguardi e mi crogiolo nella consapevolezza che forse, un giorno, anche io troverò la mia pace.
"Resti con me questa sera?" chiedo a Carol, certo della sua risposta.
Annuisce da sotto il cappuccio della felpa, i suoi capelli un'onda gentile appoggiata alla sua spalla.
La vedo accostarsi a me lungo il vialetto, le sue mani sfiorano appena le mie, la punta delle dita si allunga e un brivido freddo mi percorre.
Lo smarrimento porta spesso alla ricerca delle soluzioni più dolci, appanna la vista, si prende la lucidità che dovrebbe accompagnarci dentro ogni scelta.
Il buio mi avvolge entrando nella mia stanza, i miei occhi cercano il basso adagiato nella penombra e un senso di serenità fatto di una gratitudine conosciuta, mi percorre tutto.
Mi sfilo la maglietta in questa notte ancora lunga, mi lascio accarezzare dalle lenzuola accoglienti, sprofondo sul mio cuscino e mi sento esausto.
Lunghe ore di viaggio sulle spalle e pensieri troppo invadenti dentro i miei semtimenti riservati.
Carol si spoglia piano, i miei occhi rimangono immobili sui vetri scuri della finestra, quasi a volerle lasciare un' intimità dovuta.
Sento le sue gambe intrecciarsi alle mie ed entrambi sembriamo aver bisogno di questo silenzio che ci avvolge.
Le mie ciglia si muovono piano, perdono l'attenzione consona al mio sguardo e un buio lento ed invitante si presenta senza che riesca ad accorgermene.
Un fremito inaspettato si prende i miei istinti nascosti quando la mano di Carol si appoggia su di me, la sua fronte cerca la mia schiena, le sue labbra delicate si muovono appena vicino alle mie spalle.
Sento il cuore farsi presente dentro il mio petto e rimango immobile.
Una notte luminosa entra dalla finestra, tutto rimane inerme quanto me di fronte a quei movimenti, capaci di scardinare tutte le porte che ho saputo chiudermi alle spalle.
Alza un poco il capo e i suoi capelli biondi scivolano su di me, mi volto appena, il suo profilo delicato si avvicina al mio volto e so di non averlo mai visto come in questo momento.
I suoi occhi cercano il mio sguardo.
Indagano sin dove io stesso non ho mai osato arrivare.
"Nic?" le sue labbra si muovono piano.
Mi volto piano e attendo.
"Perché non riesci a dirmi quel che senti per me?" le sue parole si fanno insidiose, insidiose come il suo corpo vicino al mio.
"Perché non sono certo di quel che sento" so quello che sto dicendo.
"È quasi tardi Nic. Dimmi quel che senti" la voce di Carol si fa una supplica silenziosa.
Una necessità.
Uno stringermi in procinto di farlo realmente.
Le lancette dell'orologio si fanno presenti, il loro ticchettio leggero rimbalza sulle pareti.
E Carol scende lenta su di me.
Lo smarrimento porta spesso alla ricerca delle soluzioni più dolci, appanna la vista, si prende la lucidità che dovrebbe accompagnarci dentro ogni scelta.
Io non ho bisogno di lucidità ora.
So cosa scegliere.
La vedo la sua ricerca, il suo tentare di aggrapparsi a me.
Vorrei tanto poter essere quello di cui ha un immenso bisogno.
Vorrei ma non lo sono.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now