Cap 24: Supergirl Minor Majority

2.5K 301 34
                                    

Chiudo gli occhi, il mio corpo sudato su Richard, le sue labbra che si muovono lente sul mio petto.
Gli istinti fugaci si spengono e danno spazio ad una delicatezza incredibile, la sua mano scivola lenta sul mio ventre e lui mi guarda con gli occhi distesi.
"È ora di uscire Caroline" dice lasciando il suo sguardo sulla mia pelle.
Alzo la testa attenta.
"Uscire per andare dove?" chiedo sorpresa.
Richard non copre il suo corpo nudo, nessun pudore a percorrere il suo viso, si alza con una naturalezza disarmante.
Mi colpisce con la sua solita sicurezza nell'accettarsi, scivolo sulla sua schiena tesa, percorro i suoi nei contorti, cerco un percorso lineare su di lui ma trovo solo vicoli ciechi.
"Tu alzati e vestiti. Usciamo" dice senza lasciare spazio alcuno alle mie domande.
Guardo le sue mani sicure rovistare nella mia borsa, i suoi occhi attenti afferrano un abito.
"Questo può andare" dice porgendolo con un sorriso sghembo.
Lo afferro insicura, lo dispiego piano e lo osservo.
Maniche lunghe e strette, la gonna che si stringe sulle ginocchia, una leggera scollatura sulla schiena.
Non mi sono accorta l'avesse preso.
Se lo avessi visto non gli avrei mai permesso di farlo.
Era di mia madre.
Stringo gli occhi sul velluto stropicciato.
Stringo gli occhi su quel tessuto che si è appoggiato sulla pelle della donna che mi ha abbandonato.
"Non lo indosseró" dico gettandolo sul letto.
"Lo indosserai" dice Ric senza esitare. "Non posso farlo" rispondo lasciando cadere la schiena sul materasso.
Un braccio a coprire i miei occhi lucidi.
"Perché?" Ric si avvicina piano, le sue mani entrano nelle maniche della maglietta che tenta di indossare.
"Lo indossavo che ero solo una tredicenne in crescita, mi guardavo allo specchio e vedevo lei" un ricordo gelido mi attraversa prendedosi tutto l'entusiasmo di questa fuga meravigliosa.
"Lei chi?" chiede stringendo gli occhi.
"Mia madre" ammetto ingoiando un disappunto pieno di dolore.
"Abbiamo fatto un patto Carol" la sua mano gentile scopre il mio viso "Ricordi?" Richard dosa le sue parole con precisione.
"Non avere paura. Non avere paura di dirmi chi sei" un tono di voce calmo e profondo "Ti aspetto di sotto" aggiunge allontanandosi piano.
Sento il rumore secco della porta che si chiude dietro di lui.
Una rabbia sottile mi attraversa, si fa strada tra ricordi che affiorano pungendomi.
Guardo l'abito disteso accanto a me.
Guardo quello che mi resta di un abbraccio materno.
Se n'è andata.
Ha lasciato tutto dentro a quella casa che odio.
Ha lasciato me.
Mi alzo piano.
Respira Caroline. Respira.
Afferro i lembi di quel vestito leggero ma per me, così pesante, lo trascino sul letto quasi a volergli fare male, lo tiro a me con forza e i miei lineamenti si tendono duri.
Lascio scivolare le mie gambe dentro la gonna, mi lascio avvolgere da una perdita indimenticabile.
Chiudo gli occhi e penso all'azzurro di quelli di Ric, sprofondo nelle sue acque trasparenti e quando li riapro la Caroline di sempre mi ha abbandonato.
Davanti a me una giovane donna pronta a fuggire. Una giovane donna che mi ricorda lei.
E respiro. Respiro in questi panni da cui sono scappata per anni. Respiro guardandomi allo specchio.
Nel luogo più remoto della mia follia, nel buio più nero, vedo Nicolas.
Spettatore ignaro della mia disfatta.
Il suo sguardo appoggiato sulla Caroline da cui mi ha sempre allontanato.
Le sue ciglia folte sul questo rosso fuoco che cambia colore ad ogni mio passo.
Mi lego i capelli, una coda ordinata contorna il mio viso pulito, mi lascio avvolgere dal cappotto caldo, mi metto i tacchi che Richard ha appoggiato a terra, accanto alla portan ed esco incerta.
Le dita che tremano, il respiro spezzato e una disumana fatica nell'accettarmi.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now