Cap 79: Hollywood Negrita

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Nicolas

E Carol si appoggia al muro.
Si sostiene dove niente può sostenerla.
Mi faccio forte della consapevolezza che questo è la caduta da cui si deve rialzare ma il mio nome, pronunciato con quella voce, mi fa esitare.
Ferma la mia fermezza.
Immobilizza la mia forza.
Calpesto una strada che è sempre stata mia.
Respiro una città che ha saputo concedermi rifugi improbabili.
E non mi sento a casa.
Neanche voltandimi per tornare indietro.
Neanche ripercorrendo la scelta di passi meditati.
Una freddezza inaspettata mi attraversa mentre la guardo buttare fuori tutto quello che ha bevuto.
Una compassione sparita si appropria del mio concederle sempre aiuto.
"Che c'è Carol? Che c'è?" grido piegandomi un poco.
"Che vuoi? Che assista a questo?" le punto il dito addosso.
Il suo corpo si alza piano. La mano ancora appoggiata al muro.
Gli occhi spenti, le guance pallide.
"Dimmi che c'è? Cosa vuoi?" continuo, i muscoli che si tendono.
Un emozione che allontana il mio amore per Richard. Per quel fratello che ancora una volta fratello non è stato.
"Voglio che tu non te ne vada" un sussurro accompagnato da una nuova contrazione istantanea del suo ventre si prende i suoi movimenti.
La mia mano si allunga in un'istinto protettivo che conosco bene.
Si allunga e si ferma vicino al tocco della sua pelle.
"Cristo santo" impreco girando su me stesso.
"E perché diavolo dovrei rimanere? Perché diavolo tenti di fermare una presa di posizione meditata? Per quello che sento per te? Per quello che provo per una persona che non esiste più?" lascio che il mio animo mi indichi la strada giusta.
Lascio che tutto esca.
E le vedo le mie parole dissolversi piano nell'aria, la sento la sincerità che non ho mai osato toccare.
"Cosa senti? Cosa provi?" la sua voce trema, si riempie di qualcosa che sa ma non vuole sentire.
"Non sento più ma ho sentito. Non provo più ma ho provato" metto le mani nelle tasche, la punta delle dita sfiora le chiavi della mia Ducati e il bisogno di correre lontano si fa prorompente.
Mi volto per allontanarmi di nuovo e la sua mano fredda afferra il mio polso scoperto.
"Dimmelo quello che hai sentito. Quello che hai provato" il bisogno di sentirsi forte di fronte ad un sentimento ricercato ma avuto da chi non si è mai aspettata.
"Amore. Ho sentito e provato amore Caroline. Quello che tu non conosci. Quello fatto di sorrisi e momenti veri. Quello da cui tu, ormai, sei lontana" mi divincolo con un gesto pieno di rabbia.
"Resta" una supplica non ascoltata arriva in sordina.
Una durezza che non le ho mai concesso si manifesta sorprendendo persino me.
"No" alzo la voce "Non resto. Niente di quello che eri è rimasto. Niente di quello che ho amato" i miei occhi si fanno bui. Spenti.
Torno al mio cammino.
Ai miei passi meditati.
Scontro corpi poco attenti.
Scivolo sulle emozioni degli altri per allontanarmi dalle mie.
Calpesto una strada che è sempre stata mia. Respiro una città che ha saputo concedermi rifugi improbabili.
E non mi sento a casa.

(Cit. Hollywood)Esco di scena e vado a camminare solo. Sui marciapiedi io volo.
Sono uno straniero nella mia città la gente mi guarda, mi vede e lo sa.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now