Cap 69: Viva la vida Coldplay

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Venti giorni.
Venti giorni per stravolgere la mia vita.
Venti giorni per guardarmi allo specchio e non riuscire a riconoscermi.
Venti giorni.
E bottiglie di birra da bere, nuove esperienza da fare.
Venti giorni.
E il mio sentire, solo un ricordo lontano.
Ho nascosto tutto, ingoiato il disappunto, dimenticato chi c'è stato, odiato chi non c'è stato mai.
Mi sono resa indipendente con il lavoro in un Bar del centro.
Mi sono resa forte dentro notti fatte di musica e follia.
Smoke mi ha insegnato a mescolare farmaci insieme all'alcool.
Ad assaggiare il tabacco insieme ad erba verde ed invitante.
Mi ha insegnato lo stordimento di chi non vuole ricordare.
Nicolas mi ha tormentato ad ogni risveglio, i suoi occhi il sole del mio mattino ma non sono stata in grado di tornare.
Coinvolgere una persona per me così inportante in questo momento di smarrimento sarebbe solo la prova di un nuovo egoismo grande.
Richard si è insinuato nei miei pensieri, è entrato nei miei sogni ed ogni sera, prima di arrivare al letto barcollante l'ho immaginato entrare dalla porta.
Una nuova festa è alle porte e mi preparo al peggio anche in questa sera di pioggia.
Smoke mi ha lasciato la sua stanza con la promessa di contribuire alle spese quotidiane, mi sono presa il suo letto e finalmente sento di poter badare a me stessa.
Nel modo sbagliato ma lo faccio.
Ho smesso di cantare, ho smesso di dare voce ad emozioni ormai lontane e tutto quello che mi rimane del mio passato è il ricordo di Nic ad aspettarmi alle nostre lezioni con il basso tra le mani.
Indosso il vestito rosso.
Quello di mia madre, appoggio la bocca alla bottiglia che ormai è diventata la mia più fidata amica e mi preparo ad una nuova notte.
Smoke lascia entrare ragazzi che ormai sono coinquilini in questa casa che sento un po mia.
"Tequila Bum Bum" grida poi mettendo a malapena assieme quelle parole tremanti.
"Altro giro, altra corsa" continua frugando nella dispensa.
Due ragazzi  si avvicinano sorridenti e il ricordo di una sera lontana si fa presente mordendomi il petto.
Tequila Bum Bum.
E Richard torna, con lui il suo bacio nel buio della stanza.
Un disprezzo lontano riaffiora.
"Ehi Carol?" Smoke mi guarda sedendosi al tavolo.
Mi volto piano.
"Giochi?" chiede guardando i due ragazzi accomodarsi accanto a lui.
"Dipende dalla posta" rispondo appoggiandomi al bancone.
Smoke ci riflette su, poi mi porge uno dei suoi sorrisi poco rassicuranti.
"La posta potresti essere tu" la sua voce si fa un rischio da allontanare.
"Io?" ripeto perplessa
"Dovrai stare ai nostri drink. Se molli scegli uno di noi e vai in camera" Smoke si fa serio, intenzionato ad ottenere ciò che vuole.
L'ultima volta che ho assistito a questo massacro non ne ero partecipe, Richard ha scelto per me e nel disappunto di quel ricordo, annuisco decisa.
"Accetto" rispondo.
Accetto di scegliere per me stessa.
Accetto di non essere protetta.
Accetto di andare incontro ai miei limiti.
Accetto di non ascoltare i no di Nicolas.
Accetto di dimenticare i sì di Ric.
Afferro la sedia accanto a me, passo la mano sul velluto rosso del vestito e spero mi porti fortuna.
Allungo il Lime ben tagliato, verso il sale sul dorso della mano e sono pronta.
Smoke batte la mano sul tavolo, lascia scivolare sul bancone quattro bicchieri vuoti, versa Tequila trasparente.
Sento la musica nella stanza sciogliersi dentro di me, il cuore batte forte nel mio petto, accendo una sigaretta, aspiro e rilascio fumo denso.
Un nervosismo sottile si fa spazio dentro la mia sicurezza, Smoke mi guarda certo di vincere la sua partita e io tremo quando sbatte la mano sul tavolo.
"Bum Bum" grida aprendo una partita per me certamente già persa.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora