Cap 40: Wonderwall Oasis

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Prendo il cappotto agitata, Richard mi aspetta sull'ingresso, apre la porta gentile e mi fa segno di uscire.
Passandogli accanto scorgo nei suoi occhi una luce debole, una candela che esaurisce la sua cera e il suo sguardo ondeggia.
Un sorriso caldo compare sul suo volto e in un attimo infinito torno vicino a lui, a quello che nasconde e che conosco.
"Ehi Ric" grida Blair seduta alla guida di una macchina di seconda mano. "Hai intenzione di rimanere lì immobile ancora a lungo?"
Richard lascia che la fiamma nei suoi occhi si spenga, indugia qualche istante, poi, scende le scale correndo.
Dietro l'auto di Blair, Aidan e gli altri ragazzi guardano il mio corpo immobile sul pianerottolo.
"Carol!"grida Ric aprendo la portiera.
Scendo tesa come non lo sono mai stata e salgo sull'auto.
Seguo la guida spericolata di Blair, osservo il suo corpo muoversi aggressivo su musica potente.
"Partirai presto?" dice guardando Ric.
"Dammi un motivo per restare" le risponde senza preoccuparsi troppo della mia presenza.
"Te ne ho già dati abbastanza" Blair lo guarda dura.
"Non sono sufficienti" Richard allunga la mano e l'appoggia delicato sulle sua gambe.
Stringo le mani dentro il cappotto, guardo le sue nocche muoversi morbide sui pantaloni attillati e mi sento morire.
Le mani. Dicono più di quel che si voglia.
Le mani. Si muovono sui pensieri.
Ed io, nella penombra dell'abitacolo, leggo quelli di Ric.
Non mi chiedo chi è. Non ne ho bisogno. So sin dove si spingerà.
So dove arriverà.
I miei occhi si riempiono di lacrime appanandomi la vista.
Una frustrazione vaporosa galleggia attorno a me.
Guardo il mio corpo e mi sento impotente di fronte a tutto questo.
Qualunque cosa farò, qualunque cosa dirò, non basterà.
Ai suoi occhi sarò sempre qualcosa a cui è arrivato, qualcosa a cui potrà arrivare sempre.
Guardo il suo volto, i suoi occhi fissano la strada, si morde il labbro nervoso e tutto quello che vorrei ora, è essere come lui.
Sentire il mio cuore chiuso in un guscio freddo e guardare la mia anima bruciare piano.
Blair si accende una sigaretta, corre verso Leith e rallenta nella zona portuale.
Enormi magazzini abbandonati costeggiano il molo, un silenzio inusuale si prende l'aria e tutto resta immobile al nostro passaggio.
Si guarda attorno disorientata.
"Area 61 Ric" dice assorta.
Richard scende dall'auto.
Guardo la sua sagoma muoversi irrequieta, si ferma poco più avanti, di fronte ad un murales in tinta bianco nera.
"È qui Blair" grida poi indicando la scritta appena leggibile in fondo all'ultima lettera.
Area 61.
Blair parcheggia l'auto e mi lascia scendere senza neppure guardarmi.
Con passo deciso raggiunge Ric che si volta appena a guardare il mio ondeggiare.
Sento lamiere contorte vibrare ritmicamente, un rumore metallico esce da un enorme portone di ferro arrugginito.
Un ragazzo sporge la testa, emette un fischio leggero a cui Richard risponde prontamente.
Non sono mai stata ad un illegal.
Mai avrei pensato di poterci mettere piede.
Sono feste private, concesse ad un numero esiguo di persone, in pochi conoscono l'evento, stretti da una cerchia esclusiva di contatti.
Aidan mi raggiunge a passo svelto, la coda di un drago tatuato esce dal collo del suo giubbotto.
"Che ci fa una come te con Richard?" chiede curioso voltandosi piano.
Lineamenti duri ma ben incastrati uno sull'altro mi osservano in attesa.
"Dovrei farti la stessa domanda" rispondo guardando Blair avvicinarsi a Ric.
"Conosco Ric da quando eravamo bambini" continua sorridendo "Non conosco te ma niente ti accomuna a lui. Si vede. Non si possono nascondere certe cose" entriamo nel magazzino abbandonato e ad ogni passo le vibrazioni si fanno definite.
Una musica ritmica e scandita sale da un sottofondo sconosciuto.
Ric e Blair scompaiono piano scendendo una scala stretta e poco accessibile.
"Che senso avrebbe nascondere chi sono?" domando ad Aidan scendendo il primo scalino.
"Nessuno" sento il suo profumo avvolgermi.
"E perché Richard lo fa?" continuo persa in pensieri che si fanno sempre più assidui.
"Perché è Richard" ride divertito.
"Questa non è la risposta che cercavo" sul mio volto i sorrisi sembrano essersi dissolti.
"Non cercare risposte dove non ne esiste nemmeno una" dice piano.
Eppure lui sembra avercela una risposta per tutto.
Una luce accecante colpisce i miei occhi, li chiudo alzando la mano per difendermi e quando li riapro un ammasso di corpi in movimento mi catapulta in un altro mondo.
Luci colorate schizzano sulle pareti mescolandosi a polvere e degrado, una consolle in fondo alla sala proietta immagini sul soffitto, un ragazzo con il berretto in testa muove le mani frenetico su dichi in vinile e la musica si fa assordante.
Sulla sua testa un enorme lenzuolo con su scritto -Area 61-
Corpi sudati e poco vigili mi strusciano addosso, riesco appena a vedere il ciuffo ribelle di Richard muoversi tra teste in movimento.
"Ric" grido alzando la mano in aria ma la mia voce non è niente in confronto al casino che c'è qui dentro.
Aidan allunga il suo braccio muscoloso, afferra la mia mano sospesa a mezz'aria.
"È andato Caroline" dice deciso.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora