Cap 66: Big Eyes Matt Corby & Bree Tranter

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Entro in casa di Smoke e mi lascio affogare da tutta questa confusione che mi attraversa.
Penso all'ultima volta che ho messo piede qui, mi volto verso la porta della stanza in cui Richard mi ha stretto a sé.
Sento le sue labbra sulle mie e una stretta al petto mi toglie il respiro.
Getto la borsa a terra e sprofondo sul divano, chiedo a Smoke un'altra sigaretta e accetto con gratitudine la birra fredda che prende dal frigo.
Guardo il disordine di questa casa, rimasugli di chi passa di qui spesso si mostrano evidenti, resti di feste già dimenticate.
Lattine accartocciate sul tavolo, lime ben tagliato sul piano della cucina, cenere caduta a terra non ancora raccolta.
E mi rendo conto di essere nata per posti come questo.
Nicolas mi guarda, immobile in un angolo buio dei miei pensieri.
La sua frangia scura a coprire il suo sguardo.
Capelli scomposti davanti ad occhi che non voglio vedere.
So cosa potrebbero dirmi.
Lo so.
Arriva per tutti il momento di fermarsi.
Arriva e senti il suo richiamo dentro.
Questo è il mio.
E mi fermo.
Fermo la mia ricerca, fermo la mia ostinazione verso il raggiungimento di mete che non ho mai intravisto.
Guardo la bottiglia stretta tra le mani, sento il freddo di quello che contiene muoversi insidioso dentro il mio cuore.
E mi allontano da me stessa.
Mi aggrappo a questo porto che tanto sicuro, in fondo, non è.
Cos'è il distacco che sento dentro?
Una difesa naturale che si prende lo spazio che mi sono concessa?
È il fermo ad un lascivo lasciarsi andare.
È la consapevolezza di poter soffrire.
È la durezza dei sentimenti che si attaccano sul cuore senza che io possa affrontarli realmente.
Richard si prende la mia consapevolezza di saper amare.
Nicolas la necessità di impedirmi di farlo.
E a me?
A me cosa rimane?
Solo la sensazione di non essere adatta a quello che vorrei.
Guardo la mia felpa larga, tocco il cappuccio adagiato sulla mia fronte.
Osservo quello che non voglio più essere, quello che voglio cancellare.
Guardo sconosciuti varcare la soglia di questa casa, corpi agitati che riempiono queste stanze senza che io, qui vicino a loro, mi ci senta veramente.
Una nuova festa è alle porte in questa notte triste, la ricerca di un divertimento forzato capace di cancellare pensieri ingombranti.
Cos'è questo distacco?
Cos'è questo sentirmi improvvisamente lontana da me stessa?
È il sintomo di una sconfitta.
La consapevolezza di non essere pronta a tutto.
L'esigenza di un cedimento, messo lì, apposta per me, un inciampo calcolato, un sentirmi poco invincibile.
Più umana di quel che voglio mostrare.
Mi fermo.
Sento il richiamo dentro.
È il mio.
Smoke intrattiene i suoi ospiti, fa sua questa notte, la cavalca come fosse una nuova avventura ma io so che notti come questa ne ha già viste molte.
So che tutto questo sentirsi invincibile diventerà solo il rimasuglio di un'età scivolata via troppo velocemente.
Mi perdo nei suoi occhi spenti, nell'oblio alcolico a cui il suo corpo sta cedendo. E mi vedo nelle sue iridi scure.
Vedo quella che sono pronta a diventare.
Non ho bisogno di sapere cos'è questo distacco.
Non ho bisogno di qualcuno pronto a rispondere a questa domanda.
Neanche Nic in questo momento troverebbe la risposta adatta.
Sorrido mentre i miei pensieri mettono insieme quel nome.
Sorrido mentre finisco la mia birra e lascio sensi irrequieti sopraffarmi.
Guardo una mora dalla scollatura troppo ampia intrecciarsi al corpo di un ragazzo conosciuto solo poco fa.
La vedo afferrare la sua mano e trascinarlo nella stanza buia lí accanto.
Penso a Ric. Al suo corpo appoggiato al mio.
Penso a quello che si è preso.
Seguo la porta che si chiude piano e vorrei tanto poterle dire di avere rispetto per sé stessa.
Vorrei poterle mostrare i segni evidenti che un bacio concesso può lasciare.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIETahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon