Cap 44: E Vasco Rossi

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Nicolas

Quanti momenti ho vissuto.
Quanti ne vorrei dimenticare.
Gli occhi di Carol.
Il suo colore chiaro e profondo.
I suoi capelli spettinati.
Le labbra gonfie e arrossate.
Il suo sguardo.
In bilico tra crollo e sopravvivenza.
Il suo respiro, spezzato, frantumato.
Sono in assoluto il mio momento peggiore.
Prima di questo ci dovrebbe essere l'abbandono di mio padre.
Il carattere impossibile di Richard.
Ci dovrebbe essere l'assenza di chi dovrebbe essere presente.
La mia difficoltà a mostrarmi.
Eppure, Carol, è lì.
A prendersi il primo posto nelle mie sofferenze più grandi.
Appoggio la pelle sulla sua.
Sento il suo cuore spaventato.
Un dolore mi attraversa.
E non serve che parli.
Non serve che mi mostri.
Rari sono, quegli incontri eccezionali.
Quelli che capisci al primo sguardo.
Rari sono, le comprensioni innate.
Quelle che ti mostrano inevitabilmente chi hai di fronte.
Carol e la sua fragilità.
Carol e il suo silenzio.
Carol e l'amore di cui ha bisogno.
Lo so che è tutto qui tra le mie braccia.
Lo so che siamo legati indissolubilmente.
Lo so che non sono pronto e prendermi una responsabilità tanto grande.
Ma sono qui.
E ho corso per arrivare.
Nessuna esitazione nelle mie scelte.
Come sempre.
Guardo Richard impassibile.
Stringo la mascella e mantengo la mia compostezza.
Lei è di questo di cui ha bisogno ora.
Io no.
Io ho bisogno di sostituirla in quella lotta interrotta.
I miei di schiaffi si chiuderebbero in pugni prepotenti.
Sostituirei i suoi insulti con sguardi che dicono e feriscono di più di mille parole.
Ric non si muove.
Mi guarda come ha già fatto troppe volte.
Un inconsistenza agghiacciante si appoggia su di lui.
Eppure quante cose avrebbe da regalare.
Quanti sentimenti belli sarebbe in grado di provare.
Si tiene tutto lì, dentro il petto, geloso della sua verità inimitabile.
Come biasimarlo?
Parlare di lui, pensarlo, porta sempre a me.
A chi sono.
Un rispetto diverso a dividerci.
Una consapevolezza insormontabile a tenerci lontani nel nostro scontrarci.
Non si può riversare sugli altri le proprie mancanze.
Non si può giocare con cuori vulnerabili.
È disumano.
Non si può e basta.
Carol si appoggia a me, nel suo tocco l'arrivo di una certezza non calcolata.
Alza il volto, appoggia la testa al mio mento e mi sforzo di sorriderle appena.
Aidan mi guarda dall'alto, conferma il suo assenso con un gesto del capo.
Prendo Caroline per mano, lascio che mi segua remissiva, salgo sul soppalco ed entro in bagno.
Apro l'acqua della doccia, aspetto che il getto si faccia caldo sulle mie dita lunghe.
Apro la sua borsa ai piedi del letto, prendo la sua felpa grigia, quella che indossa sempre nei pomeriggi freddi di Cambridge.
I suoi Jeans sgualciti, le sue All Star nere scucite.
Metto tutto sul davanzale della finestra, le sue braccia si ancorano al mio corpo.
I gesti di una bambina smarrita che ha finalmente trovato la mano a cui aggrapparsi.
"Ti porto via da qui" dico fermo.
Chiudo la porta del bagno e spero che l'acqua, nella sua innata rigenerazione, le levi di dosso questi giorni.
Vorrei tanto che Richard non sia entrato sotto la pelle, vorrei che si fosse risparmiato le sue cose più belle.
Lo vorrei tanto perché conosco il potere che conserva in quegli occhi freddi.
L'ho vissuto.
Il suo animo tormentato è dentro di me.
È metà del mio cuore.
Piego gli abiti di Carol, preparo le valigie, pronto per un rientro che avrà un sapore amaro da ingoiare.
Poi mi siedo sul letto e aspetto.
Aspetto che Carol torni da me.
Com'era.
Guardo i suoi capelli umidi uscire dal cappuccio della felpa, guardo la sua assenza inerme e qualcosa si muove dentro di me.
Una forza sottile ma inarrestabile.
Metterei tutta questa casa a soqquadro se potessi.
Renderei il bel volto di Richard irriconoscibile se solo servisse.
Ma niente la farà stare meglio ora.
E niente farà stare meglio me.
Lo so come ci si sente, vorrei dirle.
So cosa significa non sentirsi all'altezza.
Anche io ho pensato di non essere all'altezza di un amore familiare.
E l'unica persona che avrebbe potuto sostenermi in un cammino insidioso mi ha lasciato solo.
L'unico in grado di capirmi.
L'unico con le mie stesse potenzialità.
Siamo in due Caroline a sentirci delusi.
In due a sentirci soli.
In due, impotenti, di fronte ad un bellissimo fiore velenoso.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now