Cap 62: Two Princes Spin Doctors

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Smoke abbassa il cappello di lana sulla fronte, si accende una sigaretta e guida poco attento sulle strade di Cambridge.
"Che ci facevi sul Cam?" chiede lanciandomi un'occhiata curiosa
"Tu?" rispondo
"Te l'ho detto. Quel tipo mi deve dei soldi" mette la freccia e si immette sulla via che porta poco fuori città.
"Capisco" dico annuendo con il capo
"Rispondi alla mia domanda Caroline" la sua voce si fa insistente
"Mio padre mi ha sbattuto fuori di casa" abbasso lo sguardo, mi appoggio alle mie dita che tormentano nervose la cinghia della borsa.
"Stai attraversando un casino vedo" torna a guardare la strada
"Smoke?" sospiro titubante
"Sì?" passa il palmo della mano sul naso ancora gocciolante di sangue
"Richard non dovrà sapere dove sono" una richiesta assai ardua verso uno sconosciuto incontrato una sola volta "E neanche Nic" continuo seria.
Smoke ferma l'auto, accosta lungo il marciapiede, gira la chiave.
"Richard e Nicolas è?" Appoggia la schiena al finestrino, alza un poco il cappello sulla fronte, un ciuffo di capelli si libera dalla presa della lana ben lavorata.
"Già" dico con il fiato sospeso "Richard e Nicolas" lo osservo in attesa
"Lo sai vero che Ric passa spesso da me? Lo sai che è mio amico? Non mi prendo l'onere di questa responsabilità" pare incerto "Ancor meno se in questo intrigo è presente Nicolas" tamburella le dita della mano sul volante.
Respira Caroline.
Respira.
"Ascoltami bene" la mia voce si fa aggressiva "Non ho mai avuto un padre e la madre che ho conosciuto non mi ha lasciato abbastanza. Nessuno mi ha mai detto quello che è giusto fare. Non lo farai nemmeno tu ora" un'inquietudine nuova mi esplode dentro, la sensazione di sentirmi in gabbia di nuovo, di dover giustificare le mie scelte si mescola al bisogno di sentirmi padrona di me stessa.
Smoke osserva la mia reazione imprevista stupito.
"Quindi Smoke. Voglio due cose da te. Un letto e il tuo silenzio. Se non puoi darmeli scendo dall'auto in questo momento" sento la mia voce farsi forte, un grido che dice che esisto, un'affermazione che sa di una presa di posizione decisa.
Guardo i suoi occhi percorrermi, la sua mano smette di tormentare il volante, lo stringe forte, si sistema sul sedile e gira la chiave.
"Sei forte lo sai?" dice mentre il rombo del motore accompagna le sue parole.
Si immette di nuovo sulla strada, riprende la sua guida poco attenta e sorpassando pericolosamente le auto non proferisce più parola.
Forte.
Sapesse il vero significato di quelle poche lettere ben accostate.
Forte.
Chi lo è davvero?
Chi si rassegna o chi combatte?
Chi si riempie di consapevolezze nuove o chi decide di disfarsene?
Un ronzio mortificante si fa strada nei miei pensieri, vorrei solo non sentirlo. Sono forte, ripeto tra me e me.
Sono forte perché ho scelto di cavarmela senza Nic.
Sono forte perché mi sono sottratta dalla possibilità di cadere di nuovo negli occhi di Richard.
Lo sono.
Ho girato le spalle a mio padre.
Allora perché l'unica cosa che vorrei fare ora è piangere?
Smoke sfila un'altra sigaretta dal pacchetto malmesso, poi si volta e lo allunga nella mia direzione.
Guardo il filtro arancione spuntare fuori, non conosco il sapore del tabacco, l'afferro senza pensare, la stringo tra le labbra sottili.
Smoke mi passa da accendere, aspiro imitando i suoi gesti, un fumo vaporoso mi scende in gola e con mia grande sorpresa non porta nessun colpo di tosse.
Guardo la strada illuminata dai lampioni.
Sono forte.
Posso esserlo.
Sorrido mentre abbasso il finestrino, alzo lo stereo, sento la musica scendermi dentro, rimpie il mio stomaco, si fa spazio tra alcol e tabacco.
Dilaga nel mio corpo quell'insieme di sostanze fuorvianti, segue il ritmo del basso accostato alla batteria.
Non c'è Nicolas a suonarlo. Ci sono io.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now