Cap 85: Only One

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Si impara a cantare già da piccoli.
Di solito lo si fa per svago.
Da soli, sotto la doccia, sotto un cielo pieno di stelle in compagnia di amici fidati.
In macchina in un giorno di piena estate, d'inverno sotto la sciarpa stretta al collo.
Si canta ai compleanni, alle feste comandate, ai concerti. A scuola, nei treni, nelle passeggiate solitarie.
Tutti sanno cantare.
Io ho imparato a farlo per non annegare.
Nicolas ha sempre detto che la mia voce esprime cose che le mie parole non sanno dire.
Mi piace pensare sia davvero così.
Senza di lui, ora, so cosa sono capace di diventare.
Un naufrago alla deriva.
Tutto ha una fine, niente dura in eterno, l'ho sempre saputo.
E oggi è il gran giorno.
Uno dei tanti negli ultimi tempi.
Nicolas ha convinto mio padre a venirmi a trovare all'ospedale, non ho creduto ai miei occhi quando ho visto il suo volto sbarbato e un mazzo di fiori sgualciti tra le mani.
Sono tornata a casa.
Certa che molto di quello che avevo lasciato, era ancora lì, ad aspettarmi ma certa anche di non avere alcuna alternativa.
E con papà non va poi così male.
Ora conosco ciò che prima non conoscevo e di tanto in tanto, quando è al lavoro, mi aggrappo alle sue bottiglie.
Esco di casa diversa.
In un giorno che sembra uguale a quelli di qualche tempo fa.
Mi metto i guanti infreddolita.
Inforco la bicicletta e maledico la mia mancata indipendenza, con due soldi potrei comprarmi una macchina di seconda mano ed evitare pericolose scivolate su lastre di ghiaccio ben posizionate ad ogni curva.
Rido al ricordo di quante volte ho pensato questa cosa.
Il freddo mi intorpisdisce le mani, stringo il manubrio insicura e la mia pelle sbianca e si indurisce sotto questa brezza tagliente.
Nicolas come al solito compensa il mio ritardo con i suoi dieci minuti di anticipo.
Scendo dalla bicicletta al volo e la lascio cadere malamente sul muro accanto all'ingresso.
Ragazzi posati stanno seduti nella sala d'aspetto con i loro strumenti tra le gambe e guardano curiosi il mio camminare affrettato.
"Lo so. Non occorre tu dica niente" dico entrando nella terza stanza a destra, sfilandomi il cappello.
"Sono abituato ai tuoi ritardi Caroline" dice Nic leggero.
È difficile lasciarsi esplorare quando al posto della pelle si ha una corrazza spessa ed irta, con Nicolas non c'è stato bisogno di toglierla, ne indossa una uguale, ma questo lo so già.
Le persone socievoli parlano senza interrompersi un solo istante al loro primo incontro, si scambiano superflue informazioni, muovono le loro labbra perdendosi in risate di cortesia.
Io e Nicolas non ci siamo scambiati una sola parola la prima volta che siamo incontrati. E ci siamo raccontati comunque.
"Pronta?"dice posizionando gli ultimi cavi.
"Non ho mai pensato di non esserlo" dico perdendomi in un sorriso sentito.
Perché le parole tornano sempre ma quello che siamo stati no?
Perché mi cerco dentro e non mi trovo?
Quante volte ho guardato Nicolas negli occhi?
Quante volte non ho avuto bisogno di parlare?
Oggi, vorrei farlo.
Perché so cosa farà una volta uscito da qui.
So che oggi è il gran giorno.
Quello in cui la mia caduta dovrebbe essermi utile.
Ma io lo so.
Lo so che dovrò cadere ancora.
Ancora.
E ancora.
Lo so.
E non è vero che sono pronta.
Non è vero che non ho mai pensato di non esserlo.
Non è vero.
Richard mi mancherà.
Lo so.
Lo so che dovrò cadere ancora.
Ancora.
E ancora.
Lo so.
Non smetterò di farlo per tutta la vita.
In quale altro modo si può imparare a vivere?
Tocco la piccola cicatrice che mi è rimasta all'attaccatura dei capelli.
"Caroline?" la voce di Nic tenta di riportarmi a quella che ero.
Trema un poco, certa quanto me che quella Carol, forse, non tornerà mai più.
Appoggio il mio sguardo sul suo.
"Che c'è?" rispondo con un sorriso.
"Canta per me" la timidezza manifesta in quella richiesta è l'ammissione ad un insicurezza verso quello che sta succedendo troppo in fretta anche per lui.
Tutti sanno cantare.
Io ho imparato a farlo per non annegare.
Nicolas ha sempre detto che la mia voce esprime cose che le mie parole non sanno dire.
Mi piace pensare sia davvero così.
Senza di lui, ora, so cosa sono capace di diventare.
Un naufrago alla deriva.
Tutto ha una fine, niente dura in eterno, l'ho sempre saputo.
E oggi è il gran giorno.
Richard se ne va.
Quanto durerà questa mia calma apparente?

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora