Cap 21: Love Is Rod Stewart

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Richard procede sicuro sulla strada, guardo fuori dal finestrino e Cambridge alle mie spalle scompare piano, come Nicolas.
Un silenzio imbarazzante ad occupare uno spazio troppo piccolo, la campagna inglese ci avvolge lenta, mi perdo in questa Inghilterra che non conosco. Sprofondo sul seggiolino accomodandomi, non sono mai partita per andare lontano e mi colgo impreparata a questa emozione.
Guardo davanti a me e mi sento vulnerabile.
"Parti spesso?" mi volto verso Ric e osservo il suo sguardo attento alla guida.
Annuisce piano ma nessuna parola scivola tra noi a farmi compagnia.
"La comunicazione è un problema di famiglia?" continuo con un lieve sorriso sul volto.
"Non so. Dimmelo tu" risponde con un'espressione divertita.
"Nicolas non parla molto" ammetto perdendomi nel paesaggio "Tu mi sei sembrato diverso"
La sua mano sicura ingrana la marcia e l'auto scivola veloce sull'asfalto freddo.
"Diverso?" chiede voltandosi appena "Diverso come?" I suoi occhi azzurri si fanno più chiari sotto i raggi del sole.
Un cielo limpido ci accompagna nel nostro vagare.
"Non so. Sembri un tipo diretto" avvolgo i capelli in una coda maldestra.
"Credi che Nicolas non lo sia?" domanda curioso, nel suo sguardo una complicità fraterna che non credevo esistere.
"Sì. Lo è" rispondo riflettendoci appena "Ma parla poco di sé" aggiungo.
"Ah sì? Ed io ti sembro più propenso a mostrarmi?" nel tono della sua voce una cadenza ironica.
"Direi di sì" incrocio le braccia sul petto sorpresa dal suo dissenso.
La psicologa che mi hanno assegnato al liceo mi ha sempre detto che le braccia incrociate sul petto, sono un sintomo di chiusura verso la persona con cui stiamo parlando.
Le lascio cadere sui fianchi a quel pensiero, Richard è l'ultima persona a cui voglio nascondere le mie incertezze.
Le sue ultime parole mi ronzano nella testa e fingendomi indifferente, aspetto aggiunga dell'altro.
"Non sempre quello che si mostra è quello che si è, lo sai Caroline?" si morde il labbro sicuro e penso che prima o poi quel gesto mi accompagnerà verso cose che non mi sono mai sognata di fare su un ragazzo.
"Sul serio?" dico piano mentre i miei occhi rimangono incollati sulla sua bocca.
Cartelli scritti con precisione, scivolano sulle nostre teste ed indicano l'imminente svincolo della statale verso Edimburgo.
Una strada dritta e senza incertezze che collega Londra alla capitale scozzese.
Penso a quanto vorrei possedere la stessa linearità e prespicacia nel raggiungere le mie mete.
"Tu, Caroline, sei quello che mostri?" chiede Ric concentrato su un sorpasso.
"Credo di sì" rispondo poco sicura.
"Credi è? Sai cosa vedo guardandoti?" Sento quella domanda scivolare dritta verso il mio cuore, come avesse la giusta combinazione, come avesse la stessa consistenza delle mie paure.
"Cosa vedi?" chiedo interessata alla piega della nostra conversazione.
"Vedo una ragazza semplice e sicura. Vedo una Caroline senza incertezze perché questo è quel che desideri mostrarmi" come fossero fatte di quello che non sono, le sue parole.
"Eppure quella che sei realmente tradisce le tue aspettative. La tua maschera si scioglie piano sotto occhi attenti. La tua sicurezza tentenna vicino alle tue parole, rimane imprigionata sotto le mani che hai imcrociato sul petto poco fa" dice indicando le mie braccia immobili.
Richard soffia sul mio castello di cartone, lo lascia cadere a terra con un soffio gentile e mi denuda di quell'abito, che in anni di sofferenze, ho indossaro con il giusto portamento.
Una rabbia sottile mi attraversa la pelle e fa male, brucia dentro.
"Sai cosa vedo io guardandoti Richard?" sbotto pronta a ferire nello stesso modo.
"Cosa vedi?" chiede perdendosi in una risata sottile.
"Un ragazzo viziato e poco propenso ad aprirsi agli altri. Un prepotente poco rispettoso verso i sentimenti altrui. Uno sfacciato che si prende quello che vuole senza chiedere il permesso" esulto nella mia convinzione e porto di nuovo le braccia sul petto. Le intreccio, le spingo sul cuore, mi proteggo e sento meno male.
"Lo stronzo perfetto vero? Questo mostro. Questo è quello che ti permetto di vedere. Che altro c'è Caroline?" mi guarda stringendo gli occhi "Possibile tu non veda altro? Sei venuta a letto con me ieri sera, dovresti essere pratica della facilità con cui si può nascondere le nostre parti più preziose" dentro i suoi occhi non scorgo la rabbia che mi ha attraversato poco fa.
Richard è immune al risentimento.
Io mi sono vendicata. Lui non sembra minimamente intenzionata a ricambiare.
Perché si arriva a nascondere le nostre parti più preziose? Le sue parole mi rimbombano nella testa, si insinuano in vicoli ciechi, mi conducono in un labirinto di cui non conosco l'uscita.
Sento il suo respiro farsi profondo, catturare l'aria e rilasciarla solo dopo qualche istante.
Di fronte a noi l'incrocio per Edimburgo.
Sento la macchina rallentare piano, il piede di Richard lascia l'accelleratore e le sue mani sul volante esitano un momento.
È un attimo e vedo l'auto prendere la direzione sbagliata, imbocca la A1 e piano si allontana dal nostro percorso.
"Ehi? Che stai facendo? Avremmo dovuto svoltare verso la direzione opposta" grido piantando le mani sul cruscotto.
"Mmmm" dice voltandosi divertito.
"Richard" grido di nuovo guardandomi attorno alla ricerca di un modo per tornare indietro "Dove diavolo stiamo andando?" aggiungo in preda ad un attacco di panico.
"Ti porto a fare un giro nelle mie parti più preziose" dice con un sorriso sghembo.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora