Cap 35: Spring to come John Butler trio

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Le notti ci scivolano addosso necessarie, si prendono i nostri sogni, le nostre paure, si prendono le nostre parti nascoste e vulnerabili.
La notte trascorsa con Richard alla Alnwick lodge è stata quella che non riuscirò mai a dimenticare.
È stata quella più lunga.
Quella più vera.
È stata quella in cui l'ho incontrato davvero per la prima volta.
Ho stretto la mano alle sue insicurezze, ai suoi dolori nascosti.
Si sono presentati discreti, sono comparsi nelle sue parole pesate alla perfezione. Non ne ho trovata una più leggera dell'altra. Tutte della solita misura, con il solito peso delle cose che si tengono strette gelosamente dentro, appese con un filo invisibile al cuore.
Ho navigato nei suoi occhi lucidi che mi hanno raccontato di un ragazzino spaventato che ha perso il suo Nord in una calda mattina estiva.
Mi hanno fatto immaginare le notti in cui nel suo letto, guardando Nicolas ancorarsi al suo basso elettrico per superare la perdita di un padre insostituibile, sentiva crescere sempre di più l'odio per la sua chitarra appesa al muro.
Lo aveva giurato Richard, lo aveva giurato a sé stesso che non avrebbe più stretto tra le mani quel manico leggero che era sempre stato il suo più sincero amico. Aveva giurato ed era stato di parola.
La sua chitarra è rimasta appesa a quel muro e lì, è tutt'ora.
L'ho capito il suo vagare in queste terre, li ho capiti i suoi luoghi preziosi, sono quelli in cui si concede un ritorno a sé stesso. Sono quelli in cui riesce a tornare quello che era, sono quelli in cui le sue barriere cedono alla sua vera natura.
Non so se la bottiglia di vino stretta tra le sue mani lo abbia aiutato ad uscire allo scoperto.
Non so se sia stato solo l'inevitabile bisogno di condividere con qualcuno quello che realmente è.
Forse si è sentito stanco delle maschere dietro cui cela il suo sentire inevitabile.
Io l'ho ascoltato, ho fatto tesoro di ogni sua espressione smarrita, mi sono presa tutta quell'insicurezza nuova che con una limpidezza disarmante mi ha lasciato ingoiare.
E mi sono innamorata.
Mi sono innamorata ancor di più.
L'ho stretto forte nel letto, ho lasciato che si addormentasse tra le mie braccia, l'ho fatto sentire al sicuro dove di sicurezza non ce n'è abbastanza per tutti e due.
Gli ho concesso le mie poche certezze, gli ho regalato la mia forza altalenante, proprio la stessa che cede di fronte a lui.
Le notti ci scivolano addosso necessarie, si prendono i nostri sogni e le nostre paure, si prendono le nostre parti vulnerabili e nascoste.
Ho fatto tesoro di questa notte, rimarrà per sempre quella in cui Richard si è aperto a me.
"Caroline" mi ha detto guardando la luna fuori dalla finestra "Questi occhi, questa voce, quello che ti ho permesso di ascoltare questa sera, spariranno.Spariranno e tu non potrai chiedermi di tornare il Richard che hai visto questa sera" poca esitazione nel tono della sua voce.
"E tu lasciali sparire. Presto o tardi torneranno. Non esiste un posto sicuro in cui poter rilegare noi stessi. Ti troverò Richard. Dovunque deciderai di nasconderti" un ciuffo dei suoi capelli morbidi stretto tra le mie dita e il profumo della sua pelle sulla mia.
Si è voltato piano, con un lungo respiro ha ingoiato un silenzio profondo, il rumore delle lenzuola calde a strofinarsi su di noi.
"Non mi troverai Caroline. So dove posso stare. So dove tu non puoi cercarmi. So cosa significa soffrire. Ho imparato a ferire. E questo mio lato non tarderà ad arrivare. Spariró e tu ti chiederai chi sono. Leggi il libro che ti ho regalato e fanne tesoro" le sue labbra si sono dischiuse un poco su quelle parole, la sua mano ha accarezzato le mie gambe intrecciate a lui ed è scivolato lontano.
Nella notte.
Nel posto dove sa di poter stare, proprio dove io non lo posso cercare. Lì dove ha imparato a soffrire e a ferire.
Lontano da me.
Lontano da Nicolas.
Lontano dal bambino che quel giorno si è addormentato senza un padre.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now