Cap 50: The First Time U2

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(The First Time per questo capitolo er stata una scelta dovuta)

Richard

Gli occhi di Aidan fissi su di me sono l'ennesimo rimprovero che mi riempie di odio verso me stesso.
Sono la mia colpa, la mia indifferenza, la mia ostinazione.
Blair mi guarda sospettosa, la sigaretta stretta tra le labbra.
Guardo la porta da cui Caroline e Nicolas sono usciti e tutto il senso di soddisfazione provato poco fa, si è dissolto, al suo posto un macigno sul cuore.
Sono capace solo di ferire.
So solo farmi forte dietro alle barricate in cui mi sono nascosto troppi anni fa.
Un cecchino che aspetta.
Questo sono.
Aspetto per giorni interi.
Inquadro l'obiettivo e premo il grilletto con una sicurezza disarmante.
Nessuna esitazione in un gesto calcolato.
Nessun tremolio della mano.
Colpisco e basta.
Eppure io so cos'è uno spargimento di sangue.
L'ho vista Caroline stringere tra le mani il bicchiere ieri sera, l'ho vista, e di pronta risposta mi sono stretto a Blair.
L'ho vista perdere il contatto con sé stessa.
Spaventata e travolta dalla folla. Smarrita e confusa in un mondo che non è il suo.
E l'ho lasciata sola.
Proprio come solo sono stato io.
"Devo andare" dico vestendomi deciso
"Dove?" Blair si avvicina spaventata
"A casa"rispondo senza guardarla
"Sei appena arrivato" continua afferrandomi per il braccio
"Non sono mai arrivato Blair. Come sempre. Smettila di aspettarmi. La notte è passata e quel che potevo darti lo hai avuto" rispondo duro
"Ric" sussurra lei.
Gli occhi lucidi sul suo viso.
Una nuova vittima in questa giornata iniziata come una guerra.
"Lo sapevi. Lo hai sempre saputo. Smettila di aspettarmi" guardo Aidan sul soppalco, lo saluto con un cenno, butto la borsa in spalla ed esco sbattendo la porta.
Salgo sull'auto e guardo il posto vuoto accanto a me.
L'Amleto appoggiato sul cruscotto.
"Al diavolo Ric" grido a denti stretti e un destro preciso colpisce il vetro davanti a me.
Odiare mio padre mi ha portato ad odiare il mondo.
Odiare le aspettative di cui mi aveva riempito, odiare i suoi sorrisi, le sue mani calde, mi ha portato ad odiare me stesso.
In tutti questi anni, non una sola parola, non un cenno.
Solo un silenzio devastante.
Un altro destro colpisce il finestrino.
E odio anche Nicolas per questo.
Per essere riuscito a metabolizzare ogni cosa senza mostrare mai, neanche per un solo secondo, un cedimento.
Lo odio per non avermi appoggiato nella mia rivoluzione, per non avermi seguito nella mia ribellione, per essere partito per andare da lui.
Lo odio, lo odio e lo amo allo stesso tempo.
E non sarò mai capace di dirglielo.
Torno a casa questa volta.
Ho valicato limiti invalicabili.
Ho calpestaro l'animo di Caroline solo perché l'avevo messa in guardia.
Un ottimo riconoscimento alla mia autostima.
L'ho lasciata andare via con un sorriso befferdo sul viso e sensi di colpa non trascurabili dentro.
Chi sono?
Anche io mi chiedo chi sono.
Accendo l'auto, il piede spinge sull'acceleratore e la strada si fa il posto giusto, quello su cui scaricare questo moto di rabbia.
Mi fermo nel negozio all'angolo, compro quattro birre e una bottiglia di Gin, mi immetto sulla statale.
Ripercorro questo viaggio all'indietro.
Ho ottenuto ciò che volevo.
Ho allontanato ogni pericolo.
Ho sbattuto fuori Caroline.
Ho sentito il suo corpo avvicinarsi troppo, ho allungato la mano e quando la punta delle mie dita hanno sfiorato la sua pelle ho avuto paura.
Paura dell'eterna sensazione di non riuscire a dare ed avere quello che si vorrebbe.
Bottiglie piene di alcol mi faranno compagnia in questo viaggio, voglio bere sino a perdere i sensi.
Voglio smettere di pensare.
Smettere di odiare.
Torno a casa.
E nessuno mi aspetta.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now