Cap 5: Zed's dead baby The Centurians (Pulp Fiction)

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Entriamo nell'appartamento del secondo piano di una palazzina poco fuori Cambridge.
La Ducati malamente riposta sul marciapiede, l'incanto di Cambridge lascia il posto ad un paesaggio disincantato. Proprio come me.
Musica dai toni forti e graffianti esce dalla porta e nessuno sembra rispondere al bussare insistente di Nicolas.
Lo vedo spazientirsi bruscamente, muove le mani in un tic nervoso, le passa tra i capelli portando indietro la sua frangia.
Il suo pugno picchia di nuovo forte sul legno sottile e passi pesanti lo seguono indecisi.
Un ragazzo magro sporge la testa sorridente.
"Nicolas" dice con un inglese pungente.
"Smoke" risponde Nic aprendo la porta con una spinta sicura.
Smoke indietreggia barcollante e sghignazza portando la sigaretta alla bocca.
Una nuvola di fumo densa e speziata mi raggiunge, facendosi largo nell'aria pulita che segue il nostro ingresso.
Nebbia galeggiante rende la stanza ancora più piccola e affollata, la musica si fa assordante, quasi insostenibile all'udito e io mi sento eccitata di fronte al caos che regna di fronte ai miei occhi.
Nicolas procede deciso nell'appartamento, il pavimento liscio sembra conosciuto ai suoi piedi svelti, Smoke chiude la porta con forza, la lascia sbattere alle nostre spalle e storcendo la testa, mi squadra da capo a piedi.
Un senso di pudore prevedibile mi colpisce e riesco appena ad accennare un sorriso sul mio volto teso.
"E tu chi sei?" chiede curioso.
Una voce frizzante intercede la sua richiesta.
Richard esce da una stanza vicino all'ingresso, un paio di Jeans scuri si appoggiano sui suoi fianchi, una maglietta sgualcita nelle sue mani e il suo petto nudo, ben teso davanti ai miei occhi.
"Già, e tu chi sei?" chiede adagiandosi sulla spalla di Smoke con il braccio.
Lo guardo sorpresa, cerco Nicolas nella stanza affollata, lo vedo appoggiato al bancone della cucina, una birra stretta tra le mani e gli occhi puntati su di me.
"Sono Carol" dico spaesata "Caroline" aggiungo poi insicura.
Una ragazza mora si appoggia allo stipite della porta da cui Richard è uscito poco prima.
"Ehi Ric?" grida
Richard si volta piano.
"C'è qualcosa che hai lasciato in sospeso" continua la tipa, abbassando un poco la gonna stretta.
"Non ora Kate" le dice Richard serio.
La guardo alzare gli occhi al cielo ed allontanarsi sui suoi tacchi, alti quasi quanto i miei.
"Allora Caroline, ci divertiamo un po" dice Richard spostando il suo braccio dalla spalla di Smoke alla mia.
Barcolla nel poco spazio a disposizione e mi trascina con lui in quella camminata esitante.
E io mi lascio trasportare da quelle braccia nuove che mi avvolgono, i miei occhi scoprono quel corpo giovane invitante e con un respiro leggero ne catturo il profumo facendone un segreto.
Richard ha quella luce addosso che abbaglia, è una di quelle persone che a guardarle possono apparire fastidiose ma io sento qualcosa di forte legarmi a lui.
Una disperazione riconoscibile solo da chi l'ha vissuta realmente.
Lo sento che è inquieto, lo sento che cerca qualcosa capace di infondergli una pace momentanea.
Si avvicina al bancone della cucina, si piazza davanti a Nicolas irruento e prende la bottiglia di birra che stringe tra le mani.
Lo guardo tirare un poco indietro la testa, la birra chiara scompare nella sua bocca, scende in gola mescolandosi a bollicine frizzanti. Frizzanti come lui.
"Hai trovato la strada di casa vedo" dice a Nicolas tornando in posizione eretta.
Nic lo guarda serio.
"Questa non è casa mia e tu lo sai bene" risponde a denti stretti.
"Un tempo non sembravi pensarla così" continua Richard guardandosi distrattamente attorno.
"Un tempo ormai lontano" Nicolas appoggia i suoi occhi sul braccio stretto al mio collo.
"Che c'è?" gli chiedo confusa.
Si sistema la maglietta nervoso e muove la testa in senso di diniego.
"Passo a prenderti più tardi" dice poi raggiungendo la porta.
Le parole mi si asciugano in bocca.
"Che significa?"grido incredula.
"Che non passerò un altro secondo qua dentro" risponde sbattendo la porta con forza.
Richard si volta piano, il suo naso sfiora la mia guancia, piano respira sulla mia pelle.
"Caroline" sussurra poi.
Lo guardo con attenzione.
Gli occhi lucidi ed arrossati, i capelli scompigliati e sapore di alcol nelle sue parole.
Il mio viso pulito si scontra con la sua trasgressione. La mia postura eretta con la sua morbida. Eppure, un senso di comprensione mi avvicina a lui.
Qualcosa di sconosciuto che teniamo dentro entrambi. Qualche disastro emotivo da riordinare.
Senza Nicolas al mio fianco mi manca la terra sotto i piedi ma Richard sembra riuscire a sostenermi nella sua lucidità appannata.
"Hai programmi per la serata?" gli chiedo titubante.
"Parecchi" mi risponde sprofondando nel mio collo.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now