Cap 32: Gone Jack Johnson

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Ceno seduta al tavolo con Ric, per la prima volta da quando lo conosco, converso con lui con semplicità.
Nessun doppio senso nelle nostre parole, nessun messaggio nascosto, nessuno sguardo scambiato ad intenderci.
Parliamo di noi come due ragazzi che si incontrano al primo appuntamento ed hanno bisogno di indagare nella vita l'uno dell'altro.
Mi accorgo di avere più familiarità con il suo corpo che con il suo animo.
Mi sorprendo a pensare, quanto spesso, la fisicità, abbia la meglio sui sentimenti. Ci rifletto su ancora un poco e mi sento fortunata ad avere incontrato un'intesa tanto rara.
Profumo di pietanze speziate esce dalla cucina, osservo i gesti composti di Richard seduto al tavolo, mi serve la cena, ordina del vino e mi versa da bere.
Guardo il liquido scuro riempire il mio bicchiere, guardo il viola, tendente al blu, di uva spremuta.
"Non bevo" dico senza riflettere, come quell'affermazione fosse qualcosa di inciso e deciso, sulla mia pelle chiara.
Richard storge la testa, un espressione stupita e buffa, percorre i suoi tratti dolci.
"Da dove nasce questa avversità verso bevande tanto invitanti?" chiede attento.
Tormento il tovagliolo sulle mie gambe, rifletto su cosa rispondere e poi penso alle sue parole. Penso al suo impegno preso con me poco fa.
Proverò a non nasconderti niente, proverò ad essere sincero, ha detto.
Se voglio crederci, devo esserlo anche io, sincera.
"Mio padre è un alcolizzato" dico poggiando le posate sul piatto.
"E questo, cos' ha a che vedere con quello che sei tu?" Richard sembra non afferrare il reale significato delle mie parole.
"So cosa può fare quella roba" rispondo indicando il bicchiere ancora pieno.
"Essere o non essere, vero Caroline?" le sue parole rimangono sospese sul mio dito a mezz'aria "Bere quel bicchiere non ti avvicinerà a tuo padre. Sarai tu a scegliere come e quando fermarti"
Guardo la bottiglia di vino di fronte a me e un brivido di paura mi percorre tutta.
So che forse, se Richard mi chiederà di tentare, capitoleró di fronte alla sua richiesta.
So che i suoi occhi, la sua voce, hanno l'immenso potere di fermare la mia volontà. Il senso di perdizione e protezione che la sua presenza mi trasmette, inganna i miei principi, la mia morale.
Vicino a lui, ogni cosa, pare esistere per essere provata, il controllo esagerato che ha, su sé stesso, è invidiabile. Sembra non spaventarsi di fronte a nulla.
"Tu hai il portamento di chi sa quello che può fare. Hai questo modo di affrontare la vita inusuale. Tu vai. Vai senza fermarti. Non ti preoccupi del dopo. Ti concentri su ciò che al momento ti fa stare bene" analizzo in poche parole quello che il suo muoversi indisturbato mi trasmette "Sembri poco attento a ciò che hai attorno, sembri concentrato su te stesso"
Un sorriso consapevole prende forma sulle sue labbra morbide, si passa il dorso della mano sul naso, poi, torna ad incrociare le braccia sul piano liscio del tavolo.
"Tu hai il portamento di chi non sa quello che deve fare. Hai questo modo di affrontare la vita banale. Non vai. Ti fermi. Ti preoccupi del dopo. Ti concentri su ciò che, forse, potrebbe farti male" ride divertito "Sembri troppo attenta a ciò che hai attorno, sembri concentrata sugli altri e poco su te stessa" un silenzio leggero si prende lo spazio rimasto tra di noi.
Tra ciò che penso io e ciò che pensa lui.
"Quindi tu non ti sposti da dove sei. Io invece dovrei venirti incontro" storco la testa curiosa
"Tutto quello che hai fatto sino ad ora, lo hai scelto tu. Non credo di averti imposto nulla" lo osservo indietreggiare, appoggiarsi allo schienale della sedia e portare le braccia al petto. Chiuse sul suo cuore, forti a schernire qualcosa che imprevedibilmente, pare averlo colpito "Che fai Caroline? Scegli di essere o non essere?" Sorride di nuovo, nascondendo un disagio sottile. Sembra sfidarmi e sfidarsi allo stesso tempo.
Non controllo i miei pensieri, non controllo la loro direzione. Percorrono strade dritte e sicure e arrivano da chi non ha mai avuto bisogno di mettermi di fronte ad una scelta. Corrono dritti dentro due occhi scuri e profondi, si appoggiano a ciglia lunghe e folte. Da Nicolas. Da chi non mi ha mai messo di fronte a chi sono e chi potrei diventare.
"Per il momento scelgo di non essere" dico scostando il bicchiere di vino verso di lui.
Per il momento scelgo chi mi ha insegnato a fare attenzione a passi troppo affrettati, penso, ma non so per quanto quel viso, familiare e pulito, rimarrà ancorato dentro di me con la stessa chiarezza e bellezza.

NUMB Richard  DAL 21 NOVEMBRE IN TUTTE LE LIBRERIEWhere stories live. Discover now