101 - Equilibrio di leggende

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«La leggenda narra che gli Alicanti siano le più potenti tra le creature semi-umane, gli unici esseri in grado di fronteggiare la furia di un Drago rimasto senza il proprio Ascendente.» La voce di Quy Hoa aveva assunto un'intonazione diversa, simile a quella dei cantori della sua gente, Gnomi che nel corso delle cerimonie avevano l'arduo compito di narrare le vicende epiche del passato. Gli occhi incassati nella ragnatela di rughe che era il suo volto brillavano per l'esaltazione e Tseren e Agata si scambiarono uno sguardo perplesso, chiedendosi cosa ci fosse di vero in quel mito.

«Perché non sono intervenuti prima?» domandò la ponentina.

«Gli Alicanti sono talmente potenti, rispetto alle altre creature, che intervengono solo quando l'esistenza stessa del mondo è in pericolo, solo quando le altre razze si comportano in modo tanto stolto da mettere a repentaglio la sopravvivenza del creato. Sono l'ago della bilancia che ristabilisce l'ordine naturale. Sono i giudici supremi della storia, che si rivelano solo quando diventa inevitabile» rispose lo Gnomo convinta.

«Racconta loro come è andata a finire la guerra» la spronò paternamente Nhyn Tray, con un tono più gentile del solito.

«Gli Alicanti riuscirono a fermare i Draghi. Trovarono il modo di annientare il loro lato animale, permettendo solo alla parte umana di sopravvivere»  spiegò la ragazzina. «Minacciarono poi i Centauri di cancellare la loro razza dalla faccia della terra, se avessero osato iniziare un'altra guerra. Per questo i Centauri sono oggi tanto avversi alla violenza.»

«Hanno trovato il modo di sconfiggere la maledizione della Luna...» mormorò tra sé e sé Tseren, ricordando le parole criptiche della vecchia Kadi.

Alle parole dello Gnomo, un brivido di disagio aveva risalito la spina dorsale dell'Ascendente. C'era qualcosa che non le piaceva in quella leggenda e soprattutto c'era qualcosa che la terrorizzava nell'espressione che si era dipinta sul volto del Drago. Tseren non desiderava altro: avrebbe dato qualsiasi cosa per liberarsi del suo lato animale. Invece di perseguire lungo la via suggerita dai Draghi del mare, la via dell'armonia tra le due nature, ovvero l'accettazione di sé e delle due anime che lo rendevano una creatura tanto speciale, voleva strappare fino in fondo la lacerazione che si era aperta dopo aver attaccato il villaggio ai piedi del Monte Ariun... e liberarsi della metà che considerava responsabile di quella strage.

Eppure la ponentina aveva il presentimento che nulla di buono sarebbe venuto dal rinnegare a tal punto se stesso.

«La Luna?» rifletté Qui Hoa. «L'associazione tra gli Alicanti e la Luna effettivamente mi è familiare, anche se non mi ricordo esattamente perché...»

Il Drago sospirò spazientito. Non gli sembrava di aver fatto grandi passi avanti. Se anche gli Alicanti erano reali, avevano scelto di rimanere nascosti per millenni, così a lungo da diventare una leggenda. Lo stesso era accaduto con i Draghi del mare, anche i suoi cugini acquatici avevano deciso di ritirarsi dal mondo e, se non ne avesse incontrato uno per puro caso, non li avrebbe mai trovati. La probabilità che avesse la stessa fortuna con gli Alicanti era pari a zero.

«Come sono fatti? Si sa da dove sono arrivati?» investigò Agata, convinta che Quy Hoa potesse rivelar loro ancora qualcosa di utile.

«Mmm... hanno il corpo e le ali ricoperti di piume luminose. Sono in grado di perforare qualsiasi materiale con i loro artigli e hanno una corona di fuoco...» rispose l'altra, ruotando le pupille mentre cercava altre informazioni sugli Alicanti negli anfratti della sua memoria.

«Un corona di fuoco?» ripeté Tseren perplesso.

«Potete vederlo con i vostri occhi! Esiste una rappresentazione degli Alicanti... una soltanto ed è antichissima!» saltellò lo Gnomo esaltata.

«In che senso?» Il Drago corrugò le sopracciglia.

«Sono ritratti in un affresco che raffigura la Guerra dei Centauri, sul soffitto di una delle sale in disuso del Tempio Antico» illustrò lo Gnomo. «La mia trisavola mi portava lì spesso, proprio per cantare gli inni agli Alicanti. Diceva sempre che sarebbe arrivato un giorno, molto presto, in cui il mondo avrebbe avuto nuovamente bisogno di loro.»

La ragazzina fece una pausa, nel tentativo di contenere il tremolio voce. «L'ultima volta che mi ha portato lì è stato due anni fa, due mesi prima che morisse. Mi ha trascinata lungo i vicoli sotterranei in piena notte, fino al Tempio Antico, e proprio in quella sala mi ha raso completamente il capo. Per la prima volta l'ho vista piangere, piangeva come una bambina mentre mi tagliava i capelli.» Lacrime di commozione si insinuarono lungo le grinze del volto di Quy Hoa e Nhyn Tray le circondò le spalle con un braccio, nel goffo tentativo di confortarla.

Tseren abbassò lo sguardo. Continuava a sentirsi responsabile per aver involontariamente svelato al mondo l'esistenza delle creature semi-umane. Per quanto nessuno gli facesse pesare l'errore che aveva commesso anni prima sul campo di battaglia, quando per un periodo molto breve si era schierato tra le fila del Governo Centrale, a fianco del Generale Thuluun, Tseren sapeva bene che, se fosse stato più accorto, gli Gnomi non sarebbero stati costretti a radersi il capo per diventare prede meno attraenti per i mercenari. Uomini stolti che, chi per arricchirsi, chi in nome della scienza, mettevano i loro egoistici desideri davanti a tutto e rischiavano di gettare le altre razze sull'orlo dell'estinzione. Sarebbe bastato ciò a richiamare gli Alicanti? A far sì che intervenissero nuovamente per ristabilire l'equilibrio? Il ragazzo si sentì profondamente egoista ad aver desiderato, anche se solo per un attimo, l'avvento della distruzione del mondo pur di scoprire se esistesse davvero un modo per liberarsi della sua metà di Drago. Se fosse stato un uomo, solo uomo, tutto sarebbe stato più semplice. Non avrebbe dovuto temere in ogni singolo istante che, qualora avesse perso la sua Ascendente, non avrebbe perso solo l'amore, ma anche se stesso. Aveva avuto un assaggio di cosa volesse dire mutare fuori controllo, aveva visto gli effetti devastanti sul suo corpo. Luna Nuova dopo Luna Nuova avrebbe portato distruzione intorno a sé e il resto del tempo avrebbe vissuto in uno stato confusionale in preda alle allucinazioni, dimenticando il passato senza poter vivere nel presente. Una cosa era certa: se avesse perso Agata non avrebbe atteso di portare con sé centinaia di anime prima di morire. Avrebbe scelto lui stesso la morte.

Per qualche mese Tseren aveva smesso di essere ossessionato da quei pensieri. I giorni spensierati in compagnia dei Draghi di mare e i momenti di convivialità con la famiglia di Xhoán lo avevano illuso di poter aspirare a una vita quasi normale. Ora che la battaglia con la FSI era alle porte, ora che si apprestava a portare Agata nel luogo più pericoloso dei due continenti, ora che il rischio di perderla in battaglia era tangibile, Tseren si ritrovava a mettere di nuovo tutto in discussione. Se da un lato sapeva che non avrebbe mai potuto abbandonare gli amici al loro destino, dall'altro non poteva fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo se fosse rimasto senza di lei.

Attirò Agata a sé, scosso da quegli incubi ad occhi aperti, e lei lo guardò perplessa, tentando di scavare nella mente di lui con i suoi occhi scuri e profondi come il cielo senza Luna.

«Credo che dovremmo vedere questo dipinto, Tseren. È l'unica traccia che abbiamo e conviene andare a curiosare nel Tempio ora, prima della battaglia» valutò la ponentina.

L'altro annuì riconoscente. «Potremmo usare i cunicoli sotterranei di cui parlava la ragazza» propose il Drago rivolto a Quy Hoa.

«Sono molto stretti, sono fatti per essere percorsi da noi Gnomi, non da esseri della vostra taglia» spiegò Nhyn Tray.

«Vorrà dire che rimarremo accucciati. Gli occhi di A-8Z8 saranno ormai ovunque nel Capoluogo. Lui sa che stiamo arrivando per salvare i nostri amici...» ribatté Agata. «Ci aspetta dal cielo, ma questa volta arriveremo da sottoterra.»

«Non voglio mettere la ragazzina in pericolo, non la porteremo con noi, Nhyn Tray» riprese Tseren con tono perentorio. «Devi spiegarci esattamente come raggiungere questa sala abbandonata» aggiunse rivolgendosi direttamente alla giovane Quy Hoa.

«Va bene. Pregate gli Alicanti anche per me. Ah... e se trovate qualcuno dei miei capelli, prendeteli pure. L'oro degli Gnomi porta fortuna» sorrise lei con un impeto di esaltazione. 

***MESSAGGIO DELL'AUTRICE***

Non mi ricordo quanti capitoli mancano alla fine, ma appena rientro dalle ferie controllo, perché mi piacerebbe finire di pubblicare entro l'anno! Faccio due calcoli e vedo se passare a un aggiornamento settimanale.

Elaine

Il primo degli Alicanti [completata]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora