118 - Un mistero sublimato

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Agata pendeva dalle labbra del Drago. La teoria che aveva formulato in quelle ore, cioè che Tseren fosse riuscito a rimanere aggrappato alla propria umanità grazie a un atto di volontà, doveva essere lontana da quanto era accaduto.

«Quando Utukur ha detto che non aveva mai considerato il legame tra Drago e Ascendente un legame fisico, mi ha messo la pulce nell'orecchio» esordì il ragazzo. «Man mano che ti allontanava da me, ho inconsciamente cominciato a fare affidamento sempre meno sulla percezione fisica che avevo di te e sempre più su quella emotiva. Non avevo bisogno di aggrapparmi alla tua voce, al tuo odore, al tuo battito cardiaco, perché tutti questi dettagli sono sedimentati da tempo dentro di me. Non ho bisogno di vederti per sapere esattamente che forma hanno i riccioli che ti cadono sulle spalle, non ho bisogno di incrociare il tuo sguardo per sapere esattamente cosa provo quando accade, non ho bisogno di sfiorarti per sentire la tua pelle a contatto con la mia. Agata, sei parte di me ormai.»

Tseren si fermò per prendere fiato e la ragazza lo baciò impulsivamente, stregata dalla poesia di quelle parole.

«Vedi, per questo alcuni Draghi possono allontanarsi più di altri dai propri Ascendenti. Credo che siano in grado, inconsciamente, di spostare il legame fisico sul piano... interiore.»

«Come a sublimare il rapporto?» rifletté la ponentina.

«Nonostante fossi terrorizzato nel sentirti fisicamente sempre più lontana, mi sono evidentemente accorto che avevo la capacità di estendere il raggio che mi permetteva di percepirti, e quindi di non perdere il controllo. In quel momento non ero affatto consapevole di cosa stesse accadendo. So solo che, un attimo primo che il mio lato animale prendesse il sopravvento, mi sono concentrato su di te, su tutto quello che provo per te da quando ti ho trovata» spiegò Tseren stringendo l'altra più saldamente. «Non so cosa è accaduto negli attimi in cui sono stato in balia della furia omicida, non so quanto è durata, ma posso indovinarlo» sospirò il giovane. «Ma a un certo punto è come se il mio inconscio avesse messo insieme l'affermazione di Utukur con quello che avevo sperimentato poco prima di assopirmi tra le fiamme del mio lato animale. Ti ho sentita, Agata. Ti ho percepita dentro di me con una nitidezza perfetta e ho capito tutto.»

Agata fremette per quella rivelazione. Un Alicante non si liberava dunque del legame tra Drago e Ascendente, lo sublimava, portandolo su una dimensione completamente nuova, mettendolo al sicuro da qualsiasi interferenza esterna.

«E pensare che c'eravamo quasi arrivati, no?» sorrise la ragazza. «Ieri notte.»

«Già» annuì l'altro. «Non possiamo più perderci, perché il sentimento che ci lega ci rende parte l'uno dell'altro. Tu sei parte di me e un Drago che ha un animo tanto intrecciato con quello del proprio Ascendente...»

«Diventa un Alicante» completò la ponentina ammirata dalla lucidità con cui Tseren riusciva a vedere ogni cosa.

Harris aveva intanto convinto gli altri a dare ad Agata e Tseren un po' di intimità. Dopo aver sentito come il ragazzo avesse fatto leva sull'amore che provava per Agata per non perdere se stesso, era stato costretto ad ammettere che fino a quel momento non aveva capito un bel niente del legame tra i due. Gli era sembrato sbagliato continuare ad ascoltare e si era allontanato di qualche passo, persuadendo gli altri a fare altrettanto.

Una volta in disparte, il ponentino si decise finalmente a chinarsi su Shuinì, per controllare le sue condizioni. Era svenuta, ma il polso era regolare e i singulti si erano finalmente interrotti. Quando sarebbe stata meglio, quando sarebbero stati entrambi meglio, avrebbero parlato di Zaydir. Avrebbero parlato a lungo di lei, donando ciascuno i propri ricordi all'altro. Shuinì gli avrebbe raccontato come era stata la sua sposa da bambina e lui le avrebbe svelato che tipo di donna era diventata.

Il ponentino tornò a guardare Agata e Tseren, per la prima volta senza invidia. Era stato colto improvvisamente dalla consapevolezza che non solo l'amica non era la donna giusta per lui, ma che l'addio a Zaydir rappresentava la possibilità di poter amare di nuovo con la stessa intensità con cui aveva donato tutto di sé al suo primo amore e con la stessa intensità con cui Agata e Tseren si sorreggevano a vicenda.

L'Ascendente si voltò improvvisamente verso di loro e fece un cenno allarmato con la mano.

Harris fu in un attimo al suo fianco. «Cosa succede?»

«Mi sento improvvisamente debole, non capisco... non è stanchezza normale» biascicò il Drago, mangiandosi le parole.

«Dev'essere la droga che ti hanno iniettato sul tetto! Ma avrebbe dovuto fare effetto nel giro di mezz'ora!» sbottò la ragazza, tentando di non essere schiacciata dal corpo di Tseren, che si faceva sempre più pesante.

«Non sono mai stati in grado di azzeccare le dosi» si lamentò lui prima di perdere i sensi.

In molti si offrirono di trasportare il corpo inerme dell'Alicante, ma IJ lo issò su uno dei Centauri più robusti.

Dopo aver dibattuto su dove andare a riposarsi qualche ora, i Folletti proposero di accamparsi nel tempo antico. Agata, ricordando con affetto il giardino delle lucciole dove lei e Tseren si erano professati per la prima volta il rispettivo amore, appena ventiquattro ore prima, appoggiò la proposta.

Si accamparono nell'erba alta e in molti si resero disponibili a vegliare accanto a Tseren, ma Agata insistette per rimanere sveglia finché il Drago non si fosse ripreso.

Con dedizione pulì le macchie scure causate dall'aver spento l'incendio con il proprio corpo e disinfettò i graffi e le ferite provocate dalle armi forgiate con l'oro degli Gnomi. Vestì poi il Drago alla meglio e si sdraiò al suo fianco, lasciando che i suoi respiri regolari scandissero il tempo.

Sebbene Tseren dormisse un sonno innaturale, Agata non era preoccupata per la sua incolumità. Il Drago non era mai stato sacrificabile per A-8Z8 e il sonnifero non gli avrebbe fatto alcun male. Solo quando, alcune ore più tardi, si accorse che Tseren aveva socchiuso gli occhi, finalmente disintossicato dall'effetto delle droghe, Agata si concesse di cedere alla stanchezza. E fu il turno di Tseren di vegliare sulla donna che amava. 

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora