110 - Un attacco appiccicoso

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Tseren, dopo aver visto che la freccia diretta su Harris aveva attraversato il corpo di una ragazza avvolta negli abiti multicolore della Setta, si era preoccupato di sorvolare le case da cui il dardo era stato scagliato, soffiando il suo alito rovente sugli Audaci appollaiati sui tetti. Non era la stessa cosa che sputare fuoco, ma il suo fiato bastava a ustionare ,e così gli uomini e le donne schierate con la FSI furono costretti ad abbandonare le loro postazioni.

Sempre tenendosi alla larga dal laboratorio, da cui venivano scagliate senza sosta munizioni che avrebbero potuto atterrarlo, Tseren affondò gli artigli in una delle abitazioni, cercando di capire chi fosse quella ragazza che Harris pareva conoscere. Non riusciva infatti a comprendere appieno il linguaggio degli uomini, quando era in quella forma. Fu solo quando vide Shuinì raggiungerli e piegarsi disperata sul corpo trafitto della sconosciuta che Tseren riuscì a mettere insieme i tasselli.

Agata, affacciata dall'ala che Tseren teneva sollevata per ripararla, riuscì finalmente a mettere a fuoco quanto stava accadendo e capì immediatamente che il destino aveva deciso di far incontrare di nuovo Harris e Zaydir nel peggiore dei modi. L'amico non le aveva mai descritto l'aspetto del suo primo amore, eppure Agata era certa che Harris non conoscesse nessun membro della Setta, se non lei: il Profeta che lo aveva fatto innamorare e che lo aveva abbandonato, dopo avergli salvato la vita a costo di mettere da parte il suo credo.

Dopo dieci anni, i due si erano ritrovati sui fronti opposti di una battaglia tra i rispettivi ideali. E Zaydir aveva di nuovo tradito la Setta per proteggere Harris. Ma quella volta non si era limitata a tradire un voto di ubbidienza, aveva sacrificato la propria vita per lui.

Harris aveva avuto infine la conferma dell'amore di lei, un attimo prima di perderla per sempre.

Era stato l'arrivo di una disperata Shuinì a spaesare l'Ascendente. Sul momento Agata non aveva capito cosa l'amica avesse a che fare con Zaydir, ma facendo mente locale si ricordò che la Setta aveva strappato a Shuinì una sorella, molti anni prima.

Il destino era stato dunque doppiamente crudele, mettendo in scena la morte di Zaydir davanti alle due persone che l'avevano più amata. Oppure, da un altro punto di vista, c'era del miracoloso in quel ricongiungimento che avrebbe potuto non avvenire mai, lasciando Harris e Shuinì con un senso di incompletezza.

Le lacrime di Shuinì arrivavano dritte al cuore di Tseren, Agata lo percepiva con chiarezza e sentì il bisogno di consolarlo, accarezzandolo sul collo. La ponentina sapeva che il Drago si era affezionato alla brusca ragazza che prendeva intrugli per non sognare e che passava più tempo a truccarsi che a mangiare, ma non immaginava quanto. Tseren difficilmente si fidava e si apriva con qualcuno, ma quando lo faceva, lo faceva con tutto se stesso. Nell'ultimo anno, Agata si era convinta che Tseren avesse la mente di sua madre e il cuore di suo padre.

Poco dopo l'Ascendente percepì che anche il Drago era riuscito a interpretare la scena drammatica che prendeva forma davanti ai loro occhi. Tseren liberò un ruggito potente, mentre si sollevava in volo.

Nel frattempo, dopo aver deposto un ultimo, casto bacio sulle labbra di Zaydir, Harris l'aveva delicatamente deposta a terra e si era alzato in piedi, nel tentativo di trascinare via Shuinì. La ragazza non aveva però alcuna intenzione di abbandonare il corpo della sorella. Harris era forte, ma lo era anche Shuinì, e il dolore rendeva la sua presa sul corpo di Zaydir impossibile da sciogliere.

Fortunatamente i due furono raggiunti in quel momento da Ikka Jerd. Il Fauno lanciò uno sguardo rammaricato sul corpo ormai esanime dell'Audace dai lunghi capelli castani e dal taglio misto degli occhi. Nonostante le proteste di lei, si issò poi Shuinì in spalla, con la facilità di una creatura semi-umana che aveva la forza di dieci uomini. Attento a riparare entrambi gli amici con uno scudo che aveva raccattato chissà dove, IJ li spinse entrambi in un vicolo, dove uno stuolo di laboriosi Folletti stava diligentemente scavando un tunnel che si ricongiungesse ai cunicoli sotterranei della città. Le strade brulicavano infatti di troppi Audaci, che stavano accorrendo in soccorso del Laboratorio sotto assedio una volta capito che poteva essere l'occasione di liberarsi dei dissidenti, e quella via di fuga alternativa sembrava ai Folletti un'ottima trovata.

Harris si rese conto che le creaturine erano completamente allo sbaraglio, senza qualcuno che le guidasse, e così intimò loro di smetterla immediatamente. Suggerì piuttosto che si aggrappassero ai corpi possenti dei Centauri, che sarebbero riusciti a travolgere facilmente chiunque si stesse muovendo a piedi tra le strette viuzze che si insinuavano tra le case scavate nella roccia.

Harris non aveva la minima intenzione di abbandonare la battaglia, ma Shuinì, che si divincolava ancora tra le braccia di IJ, lo afferrò per una manica.

«Non permetterò che il sacrificio di mia sorella sia stato vano. Abbiamo fatto ciò per cui eravamo venuti, Harris. Lasciamo il resto in mano a Tseren e Agata. Siamo solo una distrazione per il Drago» lo sgridò e Harris, incapace di controbattere ai suoi occhi ricoperti di una patina nera di trucco e lacrime, quegli occhi tanto simili a quelli della sua Zaydir, annuì sconfitto.

Tseren tirò finalmente un sospiro di sollievo nel vedere gli amici allontanarsi dall'improvvisato campo di battaglia. Avrebbe fatto un ultimo giro sul laboratorio, in modo da coprire la loro fuga e poi si sarebbe allontanato anche lui da quel luogo infernale.

Ringhiando e schivano i dardi con più facilità di prima, per l'euforia di essere vicino alla fine di quell'assalto suicida, il Drago rimase a mezz'aria sopra il tetto informe della struttura di vetro, dove le munizioni non potevano raggiungerlo.

Agata era terrorizzata da quella membrana da quando l'aveva vista far rimbalzare con facilità una casa intera. Era diffidente verso ciò che non conosceva e stava per intimare a Tseren di allontanarsi che si sentì improvvisamente sbilanciata.

Il tetto del laboratorio si era improvvisamente gonfiato, espandendosi fino a raggiungerli e nel contrarsi di nuovo aveva trascinato con sé il Drago. Tseren era avvolto da quella sostanza che si era incollata al suo corpo come la tela di un ragno.

Agata gridò, stringendosi a lui per paura di essere disarcionata dai tentativi disperati di districarsi dalla misteriosa sostanza. Gridò di nuovo, contagiata dalla paura che aveva assalito il Drago, nell'accorgersi che le sue ali venivano gradualmente ingessate nella membrana. Il materiale sconosciuto cambiava consistenza a piacimento e si richiuse anche attorno alle zampe, creando un involucro impenetrabile attorno agli artigli.

Mentre cercava di capire come aiutare il Drago, Agata si accorse che qualcosa le era caduto addosso. Abbassò gli occhi terrorizzata su una corda di metallo che si stringeva attorno al suo busto come se avesse vita propria. Seguì con lo sguardo il cavo fino a vedere che terminava in un anello fissato al parapetto di un enorme dirigibile, che in quel momento stava finendo di emergere dalla misteriosa membrana.

Agata sentì la corda premere contro i suoi fianchi e per quanto fosse avvinghiata con tutte le sue forze al collo squamato di Tseren, presto fu costretta a mollare la presa.

Appesa a mezz'aria, mentre percepiva la disperazione crescere nel cuore di Tseren, prima di vederla nei suoi occhi, Agata ebbe la certezza che erano caduti in una trappola. Si erano illusi che A-8Z8 non sarebbe stato pronto, ma il Fondatore della FSI non solo non si era fatto trovare impreparato, ma probabilmente aveva architettato tutto molto prima che loro cominciassero a ideare il loro piano. 

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora