7 - Polsi invidiosi

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«Tentar non nuoce» rispose Agata secca. Ormai non era più abituata a tollerare che qualcuno obiettasse le sue decisioni, a meno che non si trattasse di Harris, ovviamente, lui si divertiva ad andarle contro in continuazione e metà delle volte la spuntava. «Tu, piuttosto, hai in mente una balla plausibile? Qualcosa che non sia così urgente da farle lasciare veramente la sala, ma che le faccia credere di poter delegare te?»

L'altro annuì perplesso. «Ho in mente la scusa perfetta, non preoccuparti, ma tu cosa hai intenzione di fare?» inquisì mentre raggiungevano il piano dove si trovava la mensa.

In quell'area dell'edificio c'era un gran viavai: scienziati, guardie e personale di servizio andavano a pranzare tutti alla stessa ora ed era l'unico momento della giornata in cui i confini tra i rispettivi ruoli si facevano meno netti.

La mente analitica di Agata analizzò ogni singolo dettaglio, traendo un buon numero di conclusioni; eppure quello che normalmente non le costava alcuna fatica, quel giorno era estenuante... Con tutta se stessa anelava a ricongiungersi con Tseren. L'aveva appena ritrovato e già le mancava di nuovo. Avrebbe voluto sedersi al suo fianco per ore per condividere tutto: ogni secondo di sofferenza e solitudine degli ultimi cinque anni. Avrebbe voluto appoggiare il capo sul suo petto per essere riscaldata da quel fuoco crepitante che era l'origine del suo essere Drago. Agognava al momento in cui si sarebbero potuti toccare di nuovo.

L'Ascendente si riscosse da quei pensieri e considerò che le sarebbe tornato molto utile avvicinarsi all'amante di Emaii proprio in quello stato: in preda a quel desiderio ardente di Tseren.

***

Mentre Agata raggiungeva il tavolo dove era seduto il compagno di Emaii, seguita da qualche decina di occhi curiosi, Bituin si avvicinò invece a quello della sua responsabile.

Emaii mangiava sempre per conto suo per dare l'impressione di non avere legami con nessuno.

In quel momento ruotava svogliatamente il cucchiaio nella minestra, assorta nella lettura di un manuale di genetica. La sua complessa acconciatura pendeva pericolosamente verso la tavola, tanto che uno dei nastri di seta era finito nel piatto senza che la donna se ne fosse accorta.

Lo scienziato con la sottile treccia castana era originario di un paesello della Zona Stepposa, contaminato dalle tradizioni della confinante Zona Paludosa. Nelle Paludi di Levante i giochi di ruolo erano all'ordine del giorno e l'uomo era cresciuto recitando e inventando storie; non fu quindi difficile imbastire la scusa perfetta per chiedere le chiavi a Emaii. Non si sarebbe neanche trattato della prima volta: il mese precedente la responsabile si era assentata dalla struttura per un paio di giorni e aveva diviso le chiavi del mazzo tra lui e lo scienziato che considerava il suo braccio destro.

Raggiunta dal brusio che si era alzato nella sala all'ingresso dell'Ascendente, Emaii alzò gli occhi pennellati di ombretto viola e osservò con fastidio la ponentina sedersi proprio al tavolo dell'unica persona a cui era legata. Non solo la nuova ospite era a tutti gli effetti una seccatura per via della sua intoccabilità, ma ora si permetteva addirittura di socializzare con chi volesse, come se fosse a casa sua.

La ragazza aveva chiesto di farle un po' di spazio e si era accomodata proprio accanto al suo uomo, troppo vicina. Non aveva fatto in tempo a occupare un posto sulla panca già fin troppo affollata, che aveva liberato una risata contagiosa, agitando la chioma di ricci bruni. Quei capelli che come ondine ribelli fluttuavano nell'aria pizzicando la spalla nuda di lui, le davano sui nervi. La vide mordersi il labbro maliziosamente mentre indicava qualcosa nei piatti. Un'altra risatina. Che bisogno c'era di puntare il dito in quel modo sofisticato, con il palmo rivolto verso l'alto e il polso candido e sottile in bella mostra? Inconsciamente Emaii si cinse con una mano uno dei propri polsi sgraziati, così tozzi che gran parte delle volte era costretta a far allargare i bracciali. Detestava quella parte del suo corpo da sempre.

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now