Epilogo

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La lapide grigia dai bordi irregolari era inclinata verso quella al suo fianco, che era invece di un bianco levigato e lucente. Non era così, l'ultima volta che erano stati in quel sepolcro di chiome innevate e cespugli rigogliosi, più di dieci anni prima.

Agata sorrise, riconoscendo in quell'immagine l'amore di Xhoán per Baya. Persino le loro lapidi rispecchiavano la dinamica struggente del loro amore. La tomba dello sciamano, a neanche cinque dita di distanza da quello del suo Drago, aveva trovato il modo di avvicinarsi ancora di più.

Xhoán li aveva lasciati centosettantasei anni prima. Si era spento a Ponente, dopo una vita vissuta accanto al figlio da cui aveva giurato che non si sarebbe mai più separato. Agata e Tseren non avevano avuto alcun dubbio su dove seppellirlo. Lo sciamano non l'aveva mai chiesto espressamente perché non poteva che essere lì, al fianco della donna che non aveva mai smesso di amare.

Tseren si chinò per togliere le erbacce dalle tombe dei suoi genitori. Passò una mano sulle iscrizioni, per pulirle dalla neve di cui il vento le aveva ricoperte, e depose con cura i fiori arancioni che erano stati i preferiti di sua madre.

«Siamo venuti a presentarvi una persona» esclamò Agata con la voce colma di gioia. Si voltò poi verso il marito, rimanendo di sasso nel vederlo solo. «Tseren, dove...» continuò guardandosi attorno con apprensione.

«È qui, Agata» rise lui alzandosi in piedi e indicando il Draghetto viola avvinghiato al suo polpaccio. «La nostra piccola è qui» aggiunse prendendola in braccio.

La ponentina depose un bacio sulla fronte adamantina della figlia e un altro, più lungo, sulle labbra di Tseren. Come ogni settimana di Luna nuova, la bambina e il padre diventavano inseparabili. Nel breve periodo in cui un Drago era anche l'Ascendente della propria figlia si creava una dinamica alquanto buffa. Tseren non era in grado di percepire l'animo della figlia con chiarezza, perché non era il suo vero Ascendente, però sperimentare anche solo parzialmente cosa significava assumere il ruolo di Agata era un'esperienza illuminante.

«Mamma, papà, vi presento nostra figlia Tuya» disse Tseren con una solennità che fece sorride la moglie. Appoggiò poi il vivace Draghetto ai piedi delle lapidi, ma la piccola prese a mangiucchiare voracemente i fiori.

«Avevo il sospetto che avesse fame. Ero indeciso tra fame e sonno, ma effettivamente è un po' troppo esagitata per essere stanca» scosse il capo Tseren, in difficoltà a districarsi tra le emozioni ancora molto elementari della figlia.

«Di certo non posso allattarla, finché rimane in questa forma!» Agata si chinò ad accarezzare Tuya lungo la schiena.

Era madre da appena sei mesi e non si ricordava più come fosse la loro vita prima di Tuya. Quanto le sarebbe piaciuto se Xhoán e Baya fossero vissuti abbastanza a lungo da conoscere la loro nipotina. Il fatto che avessero avuto Tseren tanto giovani, un evento incredibilmente raro tra i Draghi, avrebbe dato loro l'opportunità di vedere Tuya crescere, trovare il proprio Ascendente, magari avere a sua volta un bambino. A quel pensiero, lacrime di commozione bagnarono le ciglia della ponentina.

«Mancano da morire anche a me. Loro e tutti gli altri» sussurrò Tseren, accarezzando la chioma pece di Agata. Ora che avevano avuto una figlia, i loro corpi avrebbero cominciato a invecchiare. Dopo aver avuto l'aspetto di due adolescenti per oltre duecento anni, il tempo avrebbe iniziato a lasciare su di loro i primi segni, anche se molto più lentamente che su dei normali esseri umani.

«Mi dispiace non aver potuto condividere la maternità con Holly Dee, ma veder crescere i suoi pronipoti è qualcosa di altrettanto meraviglioso! Tutte queste generazioni che abbiamo la possibilità di conoscere, Tseren. Mi sento così fortunata!»

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now