64 - Tuffi di chiarimenti

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Nella grotta dove la piccola tribù di Draghi del mare viveva rintanata da secoli, ignara degli eventi del mondo e disinteressata dei problemi delle altre razze, non c'era molto da fare. Eppure Agata e Tseren si adattarono presto al ritmo ozioso delle giornate tutte uguali, sospese tra sonno e veglia, alta e bassa marea, raggi di luce e onde di buio.

Quando non erano in acqua per uno dei frequenti bagni, ascoltavano i poemi che ripercorrevano i miti d'origine delle prime creature ad aver abitato mare e terra, oppure pescavano o imparavano a suonare gli strumenti tradizionali di un popolo per cui la musica era al centro della vita comunitaria.

L'Ascendente non si stancava di scoprire i segreti della cultura più affascinante con cui si fosse mai imbattuta; mentre Tseren, assecondando il suo carattere volto all'azione, più che al pensiero, dedicava gran parte del tempo a imparare arti e attività manuali quali l'intagliatura delle conchiglie, la tecnica della pesca sul fondale, o i tuffi acrobatici da centinaia di metri d'altezza.

Agata amava vederlo risalire agilmente la parete di roccia nera, pronto a gettarsi nel vuoto. Insieme agli altri ragazzi Draghi, Tseren raggiungeva il punto più alto, quasi a toccare il soffitto di stalattiti e stalagmiti di minerale modellato dalle intemperie. Imitando poi i movimenti dei tuffatori più esperti, si lanciava senza alcun timore, in un volo senza ali fatto di capriole sempre più veloci, giù e giù fino a perforare la superficie del lago, sparendo senza schizzi nell'acqua.

Persino nella sua forma umana, Tseren amava trovarsi a mezz'aria; il bisogno di staccarsi dal suolo lo portava a testare i propri limiti, alla ricerca del tuffo perfetto, e il suo corpo affusolato aveva in volo un'eleganza che i Draghi di mare, seppur avvezzi a quell'attività ricreativa, non erano in grado di eguagliare.

La compagnia di creature simili alla propria razza era per il Drago un'iniezione di serenità, eppure i sintomi del suo malessere non accennavano a migliorare. Era solo una questione di tempo prima che qualcuno si accorgesse che c'era in lui qualcosa che non andava. Una persona probabilmente l'aveva già notato; la vecchia nonna Kadi lo guardava spesso di sottecchi, le folte sopracciglia bianche corrugate e la lingua vermiglia arrotolata, come nel tentativo di comunicare qualcosa per cui non trovava le parole.

Tseren si sentiva talmente a disagio che aveva cominciato a evitarla, per quanto si potesse evitare qualcuno in uno spazio ristretto come una grotta. Trovava invece estremamente piacevole la compagnia dell'anziano Ascendente di lei, che nonostante le dita nodose suonava il flauto divinamente.

Il levantino cercava di mutare il meno possibile, per non sentire la belva famelica reclamare carne e sangue, però di tanto in tanto era costretto a cedere alle richieste, in parte per accontentare la bimba di nome Sedinay, in parte perché i Draghi di mare lo guardavano storto quando si rifiutava di cambiare forma.

Agata e Tseren cercavano di trascorrere anche del tempo da soli; guidati dai consigli di Xhoán e Holly Dee, provavano a re-imparare ad aprirsi l'uno con l'altro.

«C'è mai stato niente tra te e Anaheera?» La ponentina fece quella domanda a bruciapelo, una sera che uno dei più anziani della tribù, un uomo di oltre quattrocento anni, aveva raccontato loro la favola dell'unico Drago del mare che non aveva amato la propria Ascendente. Si trattava di un giovane sfortunato che, poco dopo essere partito alla ricerca della donna che controllava la sua trasformazione, si era perdutamente innamorato di un'altra fanciulla. Nonostante il tentativo di trovare un equilibrio, la leggenda narrava che l'Ascendente, spinta dall'attrazione non corrisposta, aveva assassinato brutalmente la donna che aveva compromesso il rapporto con il suo Drago e poi si era tolta la vita, condannando lui a rimanere schiavo delle maree.

Agata non aveva proferito parola per tutta la sera, talmente assorta nei propri pensieri da non riuscire a toccare cibo. Quando finalmente avevano raggiunto la piattaforma che condividevano da quasi un mese, la ponentina si era decisa a sorprendere Tseren con un dubbio che la dilaniava da quando aveva scoperto l'esistenza della scienziata che lo aveva accudito per quasi due anni.

«In che senso?» rispose il Drago, colto alla sprovvista da quelle parole ambigue.

«C'è mai stato qualcosa di romantico tra voi?» ripeté la ragazza in un sussurro.

Il fuocherello che avevano acceso sugli scogli si spense improvvisamente, raggiunto dall'alta marea. Tseren si voltò verso l'Ascendente e, afferrandole delicatamente il mento, ruotò il capo di lei verso di sé, in modo da osservare con attenzione la confusione nelle sue pupille dilatate. Non poteva essere vero. Agata aveva forse creduto per tutto quel tempo che...

Lasciò cadere la mano, per paura di bruciarle il volto.

«No, Agata, no». Avrebbe voluto usare altre parole per spiegarle che non c'era posto per un'altra donna nel suo cuore, ma il desiderio di non prolungare ancora la tortura dell'incertezza ebbe la meglio. Possibile che Agata avesse compreso così poco di lui? Così poco del sentimento totalizzante che lo animava? Non aveva pensato di doverlo esprimere a parole, visto che la ragazza aveva una strada diretta al suo cuore, ogni volta che mutava in drago.

Rimasero in silenzio, uno alla ricerca delle parole adatte, l'altra rincuorata dal no secco e definitivo.

«Non vuoi sapere nulla di Harris?» domandò infine Agata, sostenendo lo sguardo in cui il blu e l'oro erano in perenne lotta per sopraffarsi a vicenda, lo sguardo estraneo che a lungo l'aveva messa a disagio.

«So che non c'è mai stato niente tra te e Harris, Agata» rispose lui sospirando.

«Come lo sai?» chiese ancora la ponentina, rasserenata dal fatto che lui non avesse mai dubitato di lei, e al tempo stesso amareggiata per non aver avuto la stessa fiducia.

«Lo so e basta, anche se...» esordi titubante.

«Anche se?» gli fece eco la ragazza.

«Anche se non sopporto il modo in cui ti guarda e vedere quanto andate d'accordo, quanto siete in sintonia...» sbottò Tseren premendosi la mano sulla fronte.

Agata non riuscì a trattenere un sorriso divertito. «Non sarà così per sempre» disse in tono enigmatico.

«Cioè?» chiese l'altro perplesso.

«Non sarà così per sempre, non sarà per sempre lui la persona con cui ti sembrerò più in sintonia» tentò di spiegare la ponentina mordendosi il labbro nell'oscurità.

«Certo, perché a un certo punto della nostra vita, Harris non ci sarà più! Tra cinquanta, sessant'anni, di certo non potrà più essere lui quella persona» esclamò Tseren esasperato. Pensare al capo dei dissidenti lo aveva messo di pessimo umore.

Agata non riuscì a trattenersi oltre e scoppiò a ridere. Una risata spensierata e carica di promesse, colma di tutto ciò che quella sera si erano detti tra le righe. 

***NOTA***
In bocca al lupo a chi è nel bel mezzo degli esami, soprattutto della maturità! Ho visto adesso le tracce della prima prova. Ma che bella è quella sulla creatività e l'immaginazione? *-*

Lo so, il capitolo è vergognosamente corto. -_-' Ho davvero tanto da fare in questi giorni. In compenso quello di GADI si prospetta lungo il triplo... O.o

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now