2 - Una tisana di bugie

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Xhoán si voltò a guardare il giovane che lo aveva appena interpellato. Lo sciamano riusciva a seguire senza problemi le lunghe discussioni in ponentese, ma raramente veniva chiamato in causa, non finché c'era stata Agata a dar voce ai suoi ragionamenti prima ancora che li formulasse.

La velocità di pensiero dell'Ascendente di suo figlio non finiva mai di stupirlo; nell'ultimo anno aveva avuto l'occasione di conoscerla a fondo e si era reso conto di quanto quella giovane donna dalla mente curiosa fosse speciale. E più la conosceva, più vedeva come la sua personalità si incastrasse alla perfezione con quella di Tseren. Laddove lui era istinto, Agata era ragione; la capacità del ragazzo Drago di capire al volo chi avesse bisogno di aiuto assumeva un potenziale smisurato in combinazione con l'attitudine di Agata a trovare la strada migliore per raggiungere un obiettivo. Per uno spirito calcolatore come quello della ponentina non c'era niente di meglio che avere a fianco una persona in grado di decidere in base a criteri semplici, ma fondamentali: la sopravvivenza, l'amore, la difesa del più debole.

All'inizio pensare alla complementarietà tra Agata e Tseren era per Xhoán estremamente doloroso; non solo perché lo costringeva a rivivere tutti gli errori commessi da lui e Baya, ma perché temeva di aver avuto un ruolo fondamentale nell'aver negato anche a suo figlio una vita felice. Per colpa della sua scelta di assecondare le bugie di Baya, Tseren aveva sentito il bisogno di lasciare il villaggio. Se non fosse mai partito con il vecchio meschino, se non avesse mai incrociato quel mostro dal nome impronunciabile...

«Hai capito la domanda, Xhoán?» ripeté il giovane dalla voce squillante abbassandosi il cappuccio scuro che gli faceva ombra sul volto. «Stasera non c'è nessuno che parla il levantese, non è vero?» aggiunse rivolto alla platea.

«No, Harris, non è arrivata nessuna missiva dalla zona peninsulare di Levante» rispose lo sciamano nel suo ponentese traballante. «Le ultime notizie che ho ricevuto dai miei parenti sono quelle che ho condiviso con voi un mese fa».

«Per quello che ne sappiamo, la Setta degli Audaci ha preso ormai il controllo di tutte le zone eccetto la Zona Stepposa e quella degli Altopiani» ci tenne a precisare il giovane dalla folta chioma ramata. «La Zona politicamente più importante di Levante ancora resiste per via della presenza massiccia di sostenitori del Governo Centrale, mentre sugli Altopiani la barriera principale è costituita dalle tradizioni spirituali arcaiche che sono fortemente in conflitto con l'ideologia della Setta».

Il giovane Harris, neo-eletto leader di quel dinamico gruppetto di dissidenti, fece poi un breve riassunto dei compiti assegnati nel corso della serata e mestamente sciolse la seduta. Mentre la gente lasciava discretamente la sede di quelle riunioni clandestine, il ragazzo si avvicinò al forestiero offrendogli una tazza di tisana fumante.

«Non riesco a chiudere occhio da quando Agata è partita» sospirò afflitto, lo sguardo nocciola acceso di una determinazione che non lo abbandonava mai. La causa era tutto per Harris e Xhoán si chiese per l'ennesima volta come mai l'altro fosse tanto motivato a minare i piani della Setta; Agata gli aveva fatto capire che il ponentino aveva un motivo personale valido, ma si era impegnata a mantenere il riserbo.

Harris aveva scelto un mestiere estremamente manuale, si occupava di carico e scarico di merci per una società che distribuiva mangime per gli animali, proprio per dedicare la sua mente solo alle macchinazioni che sperava sarebbero servite, un giorno non troppo lontano, ad affossare una volta per tutte quella che vedeva come la fonte di tutti i mali.

Agata aveva provato a convincerlo che la Fondazione Scientifica Internazione era molto più pericolosa della Setta, per via dello spietato burattinaio nell'ombra, ma il giovane era ossessionato dall'ideologia malata che aveva contagiato Levante, spezzando lo spirito di così tanti adolescenti. E così i due ragazzi che tiravano le fila delle attività del gruppo di cospiratori, erano arrivati alla conclusione che si sarebbero concentrati ognuno su una faccia di quella minaccia che incombeva dal continente vicino.

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora