38 - Una ninna nanna losca

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Il giorno successivo, il Drago e l'Ascendente si separarono dall'unica persona in grado di capire la complessità del loro rapporto. Tseren faticò a distogliere lo sguardo dalla figura appoggiata allo stipite della porta e continuò a voltarsi finché la casetta verde non fu nascosta del tutto dagli alberi della pineta.

Sicuramente il fatto di essere soli, dava loro l'occasione di parlare più spesso; purtroppo, come era accaduto subito dopo che si erano ritrovati, le loro conversazioni erano solitamente funzionali più che spontanee. Le crisi di Tseren li costringevano inoltre a fermarsi in continuazione. Anche se la situazione migliorava leggermente lontano dai giorni di Luna nuova, il male che lo affliggeva era entrato purtroppo in una parabola ascendente.

Visitarono tutti i villaggi edificati sulla costa, sia quelli che si affacciavano sul mare scuro del nord, sia quelli sorti nell'entroterra, senza però trovare neanche un accenno a leggende che narrassero di misteriosi rettili acquatici.

Tseren era alquanto taciturno; nonostante cercasse di avvicinarsi alla ragazza che per anni aveva sognato di rincontrare, si ostinava a non condividere con lei le terrificanti visioni che lo torturavano.

L'Ascendente, d'altra parte, si focalizzava sui sintomi fisici del malessere, poco incline a considerare la mente come incontrollabile. Agata aveva infatti sempre guidato con facilità il corso dei propri ragionamenti, riuscendo a trasformare qualsiasi opinione in una verità inespugnabile, rispondendo ai momenti di depressione con la forza di volontà, e alle fobie con la logica. Era dunque per lei difficile immedesimarsi con una mente incapace di camminare sul filo dei ragionamenti di confine e restia a esplorare le zone grigie della moralità.

Tre settimane dopo, i due ragazzi raggiunsero infine il Capoluogo della Zona Costiera di Levante, centro portuale sporco e caotico, molto diverso dalla città dove Agata si era trasferita quasi dieci anni prima con Holly Dee, ovvero il Capoluogo della corrispondente Zona di Ponente.

Mentre costeggiavano gli edifici fatiscenti di una scuola, la ponentina ripensò alla costruzione d'epoca che ospitava invece la prima delle due università che aveva frequentato.

Una volta ritornata dal drammatico viaggio a Levante, la ragazza aveva preferito non vivere nella città dove aveva conosciuto Tseren, scegliendo di ultimare gli studi da un'altra parte. Si era iscritta in una nuova università, trasferendosi lontana da casa, nella Zona Boscosa, e rifiutandosi di visitare gli amici che ancora vivevano nel Capoluogo della Zona Costiera.

Eppure in quel momento, di fronte a quel terreno spoglio dove un gruppo rumoroso di adolescenti giocava con una palla ovale di spugna violetta, Agata rivide i sentieri incorniciati di alberi da frutta che un tempo percorreva carica di libri; rivide l'erba soffice dove, i primi anni di università, era solita stendersi con Acca Di e Greg. L'elegante Capoluogo della Zona Costiera di Ponente non aveva niente a che vedere con il capoluogo della costa levantina, che si arricchiva con il contrabbando ed era di conseguenza lo snodo malavitoso principale del continente.

L'appuntamento con i dissidenti era alle porte; e così i due ragazzi affittarono una tenda in un campeggio affollato nei pressi del porto. C'era un viavai di viaggiatori e ogni volta che incrociavano qualcuno abbigliato con gli indumenti tipici di quelle parti, Agata trovava il modo di attaccare bottone.

«Siete dei mercenari assoldati da qualche mercante? Siete della Lega voi stessi? Perché mi chiedete di creature semi-umane?» sbottò un uomo dall'aria pulita in risposta alle domande sempre più insistenti della ponentina.

Tseren si calò sul volto la visiera ingioiellata del cappello di paglia; per nascondere i suoi occhi di Drago aveva preso l'abitudine di indossare sempre un copricapo o degli occhiali scuri.

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now