66 - Ricordi in apnea

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«Avevo appena duecento quaranta Lune quando ho perso mia madre» esordì Tseren. «Noi Draghi del cielo possiamo aspettare fino ai venticinque anni per cercare i nostri Ascendenti, quindi non avevo messo in conto di partire tanto presto. E invece mi sono ritrovato ad avere solo un mese di tempo per trovarla. Se avesse abitato poco più lontano non ce l'avrei fatta» continuò mentre si legava i capelli castani in una coda alta.

«Così come te, anche io non avevo molta voglia di partire alla ricerca della mia Ascendente: mi sembrava assurdo che la natura sapesse meglio di me chi mettermi accanto e, proprio come te, non mi ero mai allontanato dal luogo dove ero cresciuto. Nonostante mia madre continuasse a ripetermi che non potevo che affezionarmi a lei, alla donna con cui sarei stato costretto a trascorrere il resto dei miei giorni, e lei di riflesso a me; fino all'ultimo sono stato sicuro non sarebbe stato così. Per qualche strano motivo ero certo che non ci saremmo piaciuti. Che lei non mi avrebbe capito e che avrei dovuto usare la forza per indurla a seguirmi».

«E invece siete andati d'accordo fin da subito, scommetto» commentò il ragazzino, rapito più da come le iridi di Tseren fossero un perenne mutare di colori, che dal racconto.

«No» ribatté Tseren. «Io sono molto testardo e Agata vuole avere a tutti i costi ragione. All'inizio non ci capivamo molto - che dico, tuttora non ci capiamo molto».

Bree si fece improvvisamente attento; il racconto di Tseren sembrava diverso dalle solite storie di colpi di fulmine e gusci di conchiglia che sentono il bisogno di ricongiungersi.

«Però ci siamo piaciuti fin da subito» riprese il Drago.

L'altro alzò platealmente gli occhi al cielo; ecco che la chiacchierata prendeva la solita piega.

«Non fraintendermi, nessun batticuore o desiderio travolgente di sposarla. Parlo di simpatia a pelle: quella che o hai o non hai per un'altra persona nel giro di qualche secondo da quando la conosci. Mi sono piaciute subito alcune cose di lei e sarà lo stesso per te. Potrebbe essere un dettaglio fisico, il timbro della sua voce, una particolare espressione sul suo volto». Tseren ruotò leggermente il capo e posò lo sguardo sulla sua Ascendente. Agata era chinata a terra, impegnata a disegnare una mappa dei due continenti su un telo chiaro. Mentre premeva un bastoncino carbonizzato sul tessuto, illustrava con precisione ai genitori del ragazzino quali fossero le strade meno battute e insegnava loro come rispondere alle domande per non risultare sospetti.

«E a te cosa è piaciuto di Agata?» chiese Bree grattandosi il petto glabro.

«Mmm...» ragionò Tseren, ricreando nella sua mente il momento del loro primo incontro. «Il contrasto tra i suoi capelli nerissimi e la carnagione candida, lo sguardo sempre in movimento, il fatto che sapesse esattamente dove andare e cosa fare in qualsiasi momento... Più che innamorato, all'inizio ero incuriosito da lei, sentivo il bisogno di conoscerla meglio».

«E lei invece come ha reagito quando le hai rivelato chi eri?» lo incalzò l'altro.

Tseren sorrise furbescamente. Bree sembrava finalmente preso dal suo racconto. «Dopo averla conosciuta, per quasi un mese le sono stato attorno senza che lei se ne accorgesse. Avevo l'impressione che la mia presenza la spaventasse e così le ho dato un po' di spazio... Poi, man mano che si avvicinava la settimana di Luna nuova, ho provato a entrare alla sua vita, sempre senza starle troppo addosso. Ora ti sto raccontando tutto come se avessi pianificato passo passo cosa fare, ma in realtà mi sono semplicemente comportato adattandomi a lei. Senza mai allontanarmi troppo, ovviamente». Il Drago ripensò alle ore tranquille nel villaggio di Agata, quando non doveva preoccuparsi della FSI e soprattutto quando aveva il pieno controllo del proprio corpo. Non come in quel momento. Proprio nell'istante in cui provava un moto di disgusto per l'essere con cui era costretto a convivere, sentì il caldo che lo asfissiava farsi più rovente; aprì le bocca per respirare meglio, ma, invece che dargli sollievo, l'aria gli raschiò i polmoni e il ragazzo si piegò in preda a fitte lancinanti nel petto.

Chiuse gli occhi per non spaventare Bree e cercò la voce di Agata tra i suoni che riempivano la grotta. La individuò subito, intenta a spiegare come muoversi nelle paludi di Levante senza perdersi. Lentamente riprese il controllo di sé e osservò preoccupato il giovane Drago.

L'altro lo osservava con curiosità, il gomito appoggiato su un ginocchio e la bocca arricciata. «Tutto bene?»

Tseren annuì poco convinto. «Ti stavo parlando di Agata...» riprese. «Lei, lei era molto diversa da come mi ero immaginato. Era la versione più intelligente, più attraente, più determinata, più curiosa... semplicemente più dell'idea che mi ero fatto dell'Ascendente perfetta, del tipo di persona che magari avrei tollerato di avere accanto tutta la vita. Non dico come compagna - c'è voluto molto tempo prima che accettassi con me stesso che ero attratto da lei anche da quel punto di vista - ma come compagnia. Insomma, più le stavo vicino, più volevo continuare a starle vicino, sempre più vicino, vicino in tutti i sensi... E questo, Bree, succede a tutti i Draghi, non ho alcun dubbio a riguardo. Pensiamo di essere speciali, diversi dagli altri, ma la verità è che tutti siamo soggetti alle leggi naturali della nostra razza: quelle che regolano il nostro corpo e quelle che governano la nostra mente» concluse il ragazzo stringendogli una spalla, un gesto che aveva involontariamente mutuato da Xhoàn.

«E per lei è stato lo stesso?» domandò ancora il ragazzino.

«Nonostante fosse in parte spaventata da me, come è normale che sia, ha capito che non potevamo continuare a vivere in mezzo agli esseri umani. Non sarebbe stato sicuro né per noi, né per i suoi cari. Ha fatto la scelta più razionale, perché lei è fatta così. Per mio padre invece è stato molto diverso, mia madre è stata per lui una calamita fin da subito, e in fondo non desiderava altro che lasciarsi alle spalle il rapporto corrosivo con mio nonno. La tua Ascendente avrà magari un'altra ragione ancora per fidarsi di te, potrebbe volerci un battito di ciglia o decenni, come nel caso dei miei nonni materni, ma alla fine troverete il vostro equilibrio».

La voce di Tseren era calda e decisa e Bree si sciolse finalmente in un sorriso. «In fondo sono un po' curioso di conoscerla...» ammise, e Tseren gli rispose con un occhiolino.

***

Agata era tornata alla piattaforma per recuperare uno dei pochi libri che si portava dietro da quando era partita da Ponente: si trattava di uno stradario di Levante, un volume illustrato in cui erano descritte minuziosamente le caratteristiche delle vie che congiungevano gli snodi principali del continente.

Prima di allontanarsi dalla zona comune della grotta, l'area dove i Draghi di mare trascorrevano gran parte delle loro giornate, aveva controllato dove fosse Tseren. Si era compiaciuta di vederlo chiacchierare, apparentemente sereno, con il ragazzino di nome Bree, il Drago che a breve sarebbe partito alla ricerca della propria Ascendente.

Nonostante reputasse l'incontro tra lei e Tseren perfetto, Agata aveva fantasticato spesso su come sarebbe stato se il suo Drago si fosse presentato insieme a Baya e Xhoán. Se fossero venuti a prenderla tutti e tre, e avesse avuto la possibilità di scoprire il ragazzo meraviglioso che il destino le aveva donato vivendo insieme ai genitori di lui, la sua vita sarebbe stata completamente diversa. Adorava incondizionatamente Xhoán; le era piaciuto fin dall'inizio, fin da quando l'aveva presa sotto la sua ala come apprendista sciamano. Ed era certa che sarebbe andata d'accordo anche con Baya, la donna forte e saggia che aveva cresciuto Tseren. 

Il suo Tseren.

Fu come percepire una scossa di terremoto.

Agata cercò di aggrapparsi a qualcosa; ma mentre realizzava che la terra non aveva realmente tremato, una morsa di gelo le stritolò il cuore
Soffocandole i polmoni. Percuotendole la mente. Martoriandole ogni lembo di pelle.

La sensazione che l'Ascendente aveva temuto di provare ogni giorno per cinque anni, arrivò improvvisa e violenta. 

Con i muscoli delle gambe che pulsavano e le mani che, pietrificate, ancora cercavano un appiglio, Agata fece cadere in acqua il libro e scattò verso gli scogli dove aveva lasciato Tseren.

***NOTA***

Miei adorati lettori, non odiatemi troppo per questo cliffhanger. So che avete capito cosa è successo, ma non posso spoilerare nulla, non ne ho la forza neanche se volessi. 

Il primo degli Alicanti [completata]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang