61 - Un salto buio

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Agata e Tseren avvistarono due occhi tondi, sporgenti e di un nero abissale, a pelo d'acqua. In un guizzo, un animale delle dimensioni di un veliero emerse in superficie, per rituffarsi subito dopo tra le onde. Il corpo di spire viola ricordava quello di una biscia, ma numerose pinne arancioni, alcune coriacee altre morbide come vele, facevano assomigliare il Drago del mare più a un pesce. Dello stesso colore brillante era un'ampia cresta, che come una corona adornava il capo schiacciato. Arancione era anche un paio di zampe palmate disposte proprio sotto il muso, muso contornato da barbigli arricciati e denti affilati alternati a fanoni.

Il Drago emise un verso acuto, intervallato da un gorgoglio melodioso, e Agata si aggrappò a Tseren per trasmettergli ciò che provava in quel momento. Anche il ragazzo era estasiato da quella creatura fisicamente tanto diversa da lui, ma accomunata da una stessa, misteriosa, natura, che le permetteva di mutare in un rettile antico.

«Non c'è modo di raggiungere le grotte dove viviamo, se non trasportati da Milla. Sapete nuotare, vero?» rise Dhorsten.

Gli altri due annuirono, incapaci di distogliere lo sguardo dal meraviglioso Drago del mare. L'uomo fu costretto a spingerli delicatamente in acqua e solo allora Agata si rese conto che avrebbero bagnato i bagagli.

«Si può sapere cosa fa tutto questo rumore? Vi siete portati una borsa piena di stoviglie?» commentò l'Ascendente di Milla aiutando la ponentina a sollevare la sacca in cui era riposta l'armatura d'oro degli Gnomi.

Agata si limitò a mugugnare una risposta a metà tra una risatina e un singhiozzo, mentre Tseren la aiutava a prendere posto sul corpo serpeggiante di Milla, subito dietro a Dhorsten. Il Drago salì poi alle sue spalle, stringendola saldamente per la vita per evitare che cadesse.

Agata, se non fosse stata pressata tra i due ragazzi e sostenuta saldamente dalle braccia ferme di Tseren, sarebbe probabilmente scivolata in acqua. Mentre in sella al suo Drago si sentiva estremamente a proprio agio e non aveva mai temuto di ruzzolare giù, cavalcare la creatura d'acqua le risultava particolarmente difficoltoso.

Una volta che Dhorsten ebbe avvertito Milla che erano pronti, la creatura inizio a muoversi per metà in acqua, per metà in superficie, con un movimento frenetico di spire.

I ragazzi si ritrovarono completamente bagnati e Agata trattenne il respiro per non bere gli schizzi salati provocati dal moto. Presto fu costretta a chiudere anche gli occhi e così non si accorse che stavano nuotando parallelamente alla scogliera, a un centinaio di metri dalla terraferma.

Tseren, dietro di lei, osservava invece ogni dettaglio della parete a picco sul mare, meravigliandosi di scorgere diversi animali arrampicati o appollaiati tra le rocce. C'erano stambecchi a sei zampe, nidi di tartarughe alate, e smeraldine scimmie verdi che scalavano il muro tenendosi cameratescamente per mano.

Dopo all'incirca dieci minuti, Milla prese a riavvicinarsi al litorale. Attenta a non sbilanciare i suoi cavalieri, evitò gli scogli di cui conosceva perfettamente la posizione ed emise un richiamo sonante per annunciare il suo arrivo.

Si insinuò poi in un canale molto stretto che conduceva alle grotte scavate nelle profondità della scogliera, dove la sua tribù abitava da tempo immemore.

Agata si decise finalmente ad aprire gli occhi, ma si ritrovò in un'oscurità talmente opprimente che scelse di richiuderli all'istante, cercando il contatto con Tseren. Si appoggiò a lui e sorrise riconoscendo il tepore familiare. «Vedi qualcosa?» gli chiese.

«Assolutamente niente. Non sono mai stato in un luogo tanto buio» rispose l'altro sorpreso.

«La luce non filtra in questi cunicoli e gran parte delle grotte sono talmente oscure che neanche i pipistrelli riescono a orientarsi. O i Draghi del mare» intervenne Dhorsten.

«Riesco a sentire dei rumori in lontananza, però. Lo sciabordio delle onde da un lato e i versi dei Draghi dall'altro. E voci, sento anche tante voci!» commentò Tseren eccitato.

Agata sentì la presa del levantino farsi più decisa e intrecciò le proprie dita a quelle di lui. Il ragazzo approfittò del fatto che la temperatura del suo corpo si fosse abbassata, probabilmente per via dell'acqua fredda, per avvolgere la vita dell'Ascendente con le braccia. Appoggiò poi il volto nell'incavo del collo e respirando il suo profumo fece in modo che i riccioli impregnati di salsedine lo coprissero del tutto.

Il cuore di Agata saltò un battito. La ponentina lo lasciò libero di ridere di gioia sul suo collo, nonostante la sensazione delle sue labbra sulla pelle fosse sempre più pungente. Con gli occhi ancora chiusi gli accarezzò le braccia, seguendo il percorso delle vene in rilievo per la tensione con cui la stringeva.

«Ci siamo quasi» disse loro Dhorsten spezzando l'incanto. Il turbinio dell'acqua smossa dal corpo sinuoso del Drago si fece più intenso e, con un colpo di coda, Milla percorse l'ultimo tratto del cunicolo.

Agata e Tseren non erano minimamente preparati a quello che accadde dopo. Il canale scavato nella roccia dall'erosione sbucò a molti metri d'altezza in una conca il cui fondo era colmo di acqua turchese, e dal cui tetto parzialmente forato filtrava abbastanza luce da illuminare tre quarti di quella incredibile oasi di vita nel cuore del massiccio montuoso.

Al centro del laghetto c'erano degli scogli piatti, a cui erano fissate numerose zattere di legno, a formare delle pedane su cui era accampata una manciata di persone dall'aspetto umano.

Tseren fu in grado di cogliere tutti quei particolari, nonostante stessero precipitando nel vuoto lungo la sottile cascata formata dall'acqua che li aveva condotti fin lì. Agata, invece, non riuscì a trattenere un urlo, colta alla sprovvista dal salto inaspettato che concluse l'ingresso alle grotte.

Dopo qualche secondo il corpo di Milla sbatté sulla superficie piatta del lago e, nuotando elegantemente, il Drago li condusse fino agli scogli, in modo che potessero scendere per scaricare i bagagli.

Poi, per non perdersi le reazione della sua famiglia, si trasformò sott'acqua, in un'esplosione di bolle e luce, sbucando subito tra le onde che aveva provocato. Non si curò minimamente del fatto che fosse nuda; si arrampicò agilmente su una delle piattaforme di tronchi e rami di legno gommoso e afferrò un lenzuolo steso, più per asciugare il corpo bagnato che per coprirsi.

Nel frattempo il silenzio era calato nella grotta; Draghi e Ascendenti si erano raccolti minacciosamente attorno ai forestieri, in attesa che qualcuno spiegasse loro cosa stesse succedendo.

«Millandra, come hai osato portare nella nostra tana degli sconosciuti?» tuonò una voce maschile.

«Padre, sono degli ospiti molto speciali. Fammi spiegare» ribatté la ragazza, puntando i suoi occhi neri in quelli molto simili dell'uomo che l'aveva sgridata, un Drago alto quasi due metri, completamente rasato, e con denti verdi tra cui si intravedeva una lingua bluastra.

Un brusio di protesta si era sollevato dal gruppo raccolto nella grotta e più di un Drago aveva iniziato a sbattere con violenza la coda sulla superficie piatta del lago, in segno di nervosismo.

«Non sta a te decidere chi invitare nella tana sacra della nostra razza, Millandra. Questa volta hai esagerato!» gridò l'uomo fuori di sé, sbattendo il pugno su un tavolo di legno su cui stoviglie di conchiglia cozzarono le une contro le altre. «Non sei più una bambina, eppure continui a comportanti come tale, mettendo costantemente in pericolo la tribù con le tue ridicole gite sulla costa».

«Sono un Drago e la sua Ascendente!» lo interruppe infine Milla, livida in volto. «Sono un Drago e la sua Ascendente!» ripeté rivolta al resto del gruppo.

***NOTA***

Lettori, finalmente vi ho portato in un bel posticino, che dite? Dimentichiamoci le paludi piene zeppe di insetti e le ore all'ombra di montagne di spazzatura, e godiamoci qualche capitolo in queste belle grotte!

Agata e Tseren stanno per conoscere dei nuovi amici. Forse. Questi Draghi del mare vivono da molti secoli addirittura più isolati dei loro cugini dei cieli, e per una volta Tseren potrebbe essere quello normale! Vedremo, vedremo. 

Grazie a chi si ricorda sempre di lasciarmi un segno del proprio passaggio. 👣

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now