88 - Preparativi di quotidianità

2K 206 122
                                    

Alla domanda del Drago, il silenzio era calato nella capanna.

«Non c'è creatura degli Altopiani che non conosca le leggende sugli Alicanti, ragazzo. Non sono miti che si trovano nei libri, ma storie tramandate di generazione in generazione dalla notte dei tempi, storie che i nonni raccontano ai nipoti nei momenti di sconforto» rispose uno Gnomo molto anziano.

«Alicanti?» sussurrò Harris rivolto ad Agata.

«E di cosa parlano esattamente, queste leggende?» lo incalzò Tseren. La sua ricerca dei Draghi di mare era cominciata inseguendo delle favole per bambini; aveva imparato che la mitologia di Levante era basata molto spesso su verità sepolte nel passato.

«Si narra che gli Alicanti siano le più potenti tra le creature semi-umane: più delle Sfingi, persino più dei Draghi!» intervenne l'altro Fauno, una ragazza dalla voce squillante. Mentre scalpitava con gli zoccoli rossicci, mimò un ampio cerchio con le braccia. «Sono creature di pura luce, con una coda lunga tre volte il loro corpo e ali di fiamme che cambiano colore. Sono imbattibili e si rivelano al mondo solo quando il mondo è prossimo alla distruzione!»

Gli altri annuivano. C'era chi batteva le mani, chi agitava la coda, chi mugugnava in segno di approvazione. Tseren non era però soddisfatto della risposta vaga. «Ma sono... della famiglia dei Draghi?» azzardò.

C'erano pareri discordi a riguardo, ma gran parte dei presenti era convinta che gli Alicanti fossero un razza a parte. Qualcuno sosteneva che la loro esistenza fosse solo una leggenda nata per dare speranza nei momenti più bui. I pochi che erano invece del parere che le misteriose creature potessero essere parenti di Tseren, davano l'impressione di volerlo compiacere, più che di esprimere il proprio parere.

Il Drago intuì che non avrebbe scoperto altro quella sera, così lasciò cadere l'argomento, ripromettendosi di indagare sulle leggende degli Altopiani con altri membri della comunità semi-umana. Non si sarebbe arreso tanto facilmente. Anche se stava meglio grazie alla vicinanza di Agata e alla decisione di mutare spesso durante la settimana di Luna nuova, non voleva rischiare di perdere di nuovo il controllo. Se c'era davvero un modo per controllare la trasformazione, avrebbe fatto di tutto per scoprirlo.

Sul tragitto di ritorno, Harris soppresse la curiosità di sapere perché Tseren stesse cercando un'altra creatura leggendaria. Possibile che la sua guarigione fosse solo apparente? Il ponentino si chiese se lui e Agata stessero nascondendo qualcosa. Un tempo non si sarebbe fatto problemi a invitare l'amica a renderlo partecipe di qualsiasi cosa la preoccupasse, ma da quando avevano discusso nella vigna, rinfacciandosi il passato e concordando implicitamente che la loro amicizia dovesse fare un passo indietro, Harris non era più a suo agio con lei. Nonostante ciò, non rimpiangeva di averle aperto il cuore: aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per avere una chance, e almeno il rifiuto categorico lo avrebbe aiutato a superare i sentimenti non corrisposti. Forse un giorno sarebbero riusciti a ricucire il rapporto, ma era troppo presto, la risposta di Agata bruciava ancora troppo. Forse non quanto il tradimento di Zaydir, ma erano due circostanze completamente diverse.

***

Man mano che la notte del solstizio si avvicinava, cresceva il fermento nel gruppo di dissidenti. I preparativi occupavano Harris giorno e notte, dato che il ragazzo coordinava un numero molto maggiore di persone, da quando si erano trasferiti nel Capoluogo della Zona degli Altopiani. Agata aveva l'occasione di confrontarsi con lui solo quando incontravano il Concilio delle creature semi-umane, ogni venerdì notte nella catapecchia nascosta dalle chiome gialle dei cedri del canyon. Gli mancava dibattere con lui su quale fosse la strategia migliore, o confrontarsi su come gestire il gruppo, ma aveva deciso che allontanarsi fosse l'unico modo per fargli capire chi dimorava nel suo cuore, e magari aiutarlo a fare chiarezza anche tra i propri, di sentimenti. Harris si infervorava facilmente quando parlava della causa, eppure le uniche due volte che lo aveva visto perdere davvero la calma era stato quando aveva nominato Zaydir. Agata non era riuscita a farsi un'idea chiara di quella ragazza che lo aveva traumatizzato a tal punto, ma d'altra parte non si trattava di una persona qualunque: Zaydir era una ragazza aveva scelto di dedicare la vita a corrompere altri adolescenti.

Durante il confronto che avevano avuto, l'Ascendente era stata sincera: era certa che Harris fosse riuscito a toccare le corde giuste nell'animo tormentato di Zaydir. Grazie a lui, il Profeta spietato era tornato a essere una donna innamorata, che per la prima volta in chissà quanto tempo aveva assecondato il proprio cuore, invece che le regole ferree della Setta degli Audaci.

Una persona che Agata e Tseren frequentavano invece con assiduità era Shuinì. Per quanto la ponentina non fosse riuscita a entrare in sintonia con la burbera amica di Tseren, rispettava il rapporto d'amicizia che si era creato tra i due. Shuinì si comportava con il Drago come una sorella maggiore, preoccupandosi che non avesse una ricaduta, o rimproverandolo bonariamente quando, secondo lei, non dedicava le dovute attenzioni alla compagna. Non che Tseren avesse bisogno di suggerimenti, in tal senso: orbitava giorno e notte attorno alla sua Ascendente, e finalmente era libero di esprimerlo quando e come voleva. Continuava a preferire i gesti alle parole, come era sempre stato. Non vedeva il motivo di ripetere spesso a voce alta quello che provava, considerato che i suoi sentimenti non sarebbero di certo cambiati da un giorno all'altro.

Per quanto non gli piacesse particolarmente chiacchierare, il Drago aveva sempre amato ascoltare Agata. Che fosse nella sua forma di uomo, o in quella di rettile, non c'era niente di meglio che vederla illuminarsi per via un argomento che la appassionava. Era stato a lungo invidioso di Harris proprio per quel motivo: non perché sospettasse che ci fosse qualcosa di romantico tra loro, ma perché, in compagnia del ponentino, la sua Ascendente tirava fuori la parte intellettuale di sé, che era uno dei pilastri della sua personalità.

Tseren sapeva che non sarebbe mai stato in grado di seguire i suoi discorsi come Harris; non erano bastati i libri che aveva letto quando era prigioniero della FSI e non sarebbero bastati tutti quelli della biblioteca continentale di Ponente. Era consapevole che non sarebbe mai stato brillante come lei, o come Harris. Non amava studiare e non amava trascorrere le giornate con la testa china su delle pagine scritte quando poteva sperimentare in prima persona quello che qualcun altro aveva catturato sulla carta. Era un tratto che aveva ereditato da sua madre. Xhoán gli aveva infatti raccontato che Baya, da bambina, era costretta dalla madre a studiare dalla mattina alla sera, per prepararsi a un eventuale ingresso in società, a scapito di ciò che la rendeva davvero felice: le ore nella natura.

Sebbene temesse di non essere all'altezza di una mente eccezionale come Agata, Tseren apprezzava che la ragazza lo rendesse partecipe delle sue riflessioni. Non si stancava mai di ascoltarla raccontare cosa la colpiva della cultura degli Altopiani, o di vederla arrovellarsi sulle differenze che notava rispetto a quanto aveva letto. Quando non chiacchieravano del passato o del futuro, i ragazzi si lasciavano guidare dall'attrazione che provavano l'uno per l'altra. E dal bisogno di stare insieme. 

***NOTA***

Purtroppo sono ancora bloccata, con questa storia. La prima stesura mi convince poco e quindi ci ho messo una vita a rivedere questo capitolo, che btw continua a non piacermi. Non mi sembrava però giusto nei confronti dei lettori, soprattutto di quelli che aspettano con impazienza di scoprire come procedono le vicende di Agata e Tseren, continuare a rimandare. 

E niente, non credo che passeranno altri tre mesi prima del prossimo aggiornamento, ma neanche un paio di giorni. 

Sono un po' sparita da WP e IG perché è un periodo in cui ho pochissime energie. Provo a indirizzarle verso la scrittura, ma in questo 2020 ho scritto poco o niente. Tranquilli, non sparirò, ma non odiatemi troppo per la latitanza. Sto cercando casa, il lavoro è impegnativo e sono piena di acciacchi manco fossi una nonnina... ma passerà... 

Voi come state?

Elaine

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now