74 - Una rivelazione permessa

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«Non se ne parla, Millandra». Il padre di Milla era irremovibile, nonostante il piagnucolio della ragazza Drago. «E tu» aggiunse rivolto all'Ascendente di lei. «Smettila di assecondarla in tutto».

«Tua figlia non è più una bambina» ribatté Dhorsten infervorato, prendendo, tanto per cambiare, le parti della compagna. «Non mi sembra una richiesta assurda. Saranno al massimo sette giorni di nuoto».

«Stiamo parlando di un tratto di mare di cui non conosciamo le maree» lo interruppe il Drago, rivolgendogli un'occhiata severa.

«Non conosceremo mai nulla, se continuiamo a rimanere segregati in questo buco nella roccia!» sbottò ancora Milla, sempre più esasperata.

Agata e Tseren si scambiarono un'occhiata preoccupata. L'ultima cosa che avrebbero voluto provocare, con l'annuncio della loro partenza, era una lite tra gli amici che negli ultimi mesi li avevano aiutati tanto.

«Tesoro» intervenne la madre della ragazza semi-umana. «Come puoi chiedere a me e tuo padre di immaginarti sola in mare aperto? Ne moriremmo».

«Non sarà sola, ci sarò io!» si lamentò Dhorsten.

«Allora sì, che saremo al sicuro...» sussurrò Tseren, e Agata gli strinse il braccio per intimargli che non era il caso di gettare alcol sul fuoco.

«Milla, Dhorsten, se vi state preoccupando per noi, non c'è assolutamente bisogno! Io e Tseren non abbiamo bisogno di una scorta, sappiamo muoverci per Levante...» intervenne la ponentina.

«E se veniste attaccati da questi nemici che vi stanno cercando?» si intromise un altro dei Draghi.

«Se venissimo attaccati dalla FSI, non penso proprio che la presenza di Milla e Dhorsten farebbe alcuna...» esordì in modo cristallino Tseren, prima che Agata lo fermasse scuotendo il capo.

«Se fossimo noi ad aver bisogno di aiuto, Agata e Tseren di certo non si tirerebbero indietro!» riprese Milla.

«Ghoreo». Il Drago di nome Righii, l'uomo che aveva confessato a Tseren di aver involontariamente ucciso un pescatore, mise una mano sulla spalla dell'amico. «Saresti più tranquillo, se io e Jai Liw partissimo con i ragazzi?»

«Dici seriamente, Rig?» Il padre di Milla si voltò di scatto verso l'altro Drago, rivolgendogli un'occhiata attonita. «Non lasciate la grotta da... da...»

«Dall'incidente» completò Jai Liw.

Righii annuì serio e cercò immediatamente il contatto fisico con la sua Ascendete, stringendole la mano. «Sai bene che, prima della disgrazia, eravamo sempre in mare aperto. Ci siamo spinti tante di quelle volte lontano dalla grotta! Se partissimo anche noi con loro, vi sentireste più tranquilli?» ripeté l'uomo, rivolgendosi a entrambi i genitori di Milla.

«Beh, sì, ma...» borbottò Ghoreo poco convinto.

«Sarebbe fantastico!» intervenne Millandra. «Ero convinta che non avresti mai più messo pinna in mare, zio Rig. Come mai hai cambiato idea?»

«Arriva per tutti il momento di affrontare di petto le proprie paure...» La voce di Righii tremava; non doveva essere facile ammettere che per decenni si era rifiutato di affrontare il fantasma dell'uomo a cui aveva strappato la vita. Era a Tseren, non a Milla, che si era rivolto con quelle parole e il Drago del cielo fece un cenno di intesa, ringraziandolo silenziosamente per quel gesto che rappresentava per Righii una pietra miliare.

Jai Liw stampò sulle labbra del compagno un bacio più lungo di quanto il buon senso avrebbe voluto in una situazione simile, nel bel mezzo di una discussione, ma gli altri erano abituati al rapporto un po' morboso tra i due e così attesero pazientemente.

Tseren alzò le spalle in direzione di Agata, colorando le sue espressioni eloquenti con la gestualità tipica dei levantini delle montagne. Il suo sguardo parlava chiaro: era davvero una buona idea partire con quattro persone che da anni non si allontanavano dalle scogliere?

L'altra parve intuire le perplessità del suo Drago e scosse nuovamente il capo per suggerire di non intervenire. Nel tentativo di ignorare le effusioni tra Righii e Jai Liw, la ponentina si concentrò sul cipiglio di Ghoreo. L'uomo non sembrava affatto contento di concedere alla figlia il permesso di partire, ma la verità era che Milla non aveva bisogno del suo permesso. Dhorsten aveva ragione: era grande abbastanza per prendere le proprie decisioni.

Separarsi in disaccordo non era mai una buona idea e così i genitori della ragazza Drago finirono per capitolare. Dopo essersi fatti promettere che il gruppo avrebbe viaggiato a una distanza di sicurezza dalla costa, in modo da non essere scorti, e avrebbe fatto tappa sulle isole e mai sulla terraferma, i due si finsero d'accordo.

Milla saltò al collo del padre e, ringraziando l'uomo che chiamava affettuosamente zio, iniziò subito a prepararsi per il primo, vero viaggio della sua vita. La ricerca dell'Ascendente era stata infatti per Milla estremamente rapida. Dhorsten era originario di uno degli arcipelaghi più vicini, a un paio di giorni di nuoto in direzione nord-est della grotta.

«Speriamo che sia una buona idea» sussurrò Tseren in un orecchio di Agata, dando voce alle stesse preoccupazioni della ragazza.

***

All'incirca due settimane dopo, il primo giorno della settimana di Luna nuova, il gruppetto composto da Agata, Tseren, Millandra, Dhorsten, Righii e Jai Liw era pronto a mettersi in viaggio per la Zona Peninsulare di Levante.

Tseren e Agata non vedevano l'ora di abbracciare Xhoán; per quanto salutare gli amici con cui avevano trascorso quasi sei mesi di oziosa spensieratezza - tra bagni nel lago azzurrino, concerti improvvisati e i primi, veri momenti di intimità - non si rivelò affatto facile, entrambi sentivano il bisogno impellente di iniziare la fase successiva della loro vita insieme.

Ci volle quasi una giornata intera per dire addio a tutti i membri della gioviale comunità. Ciascuno aveva un consiglio da dare, un dono simbolico da condividere, o semplicemente aveva bisogno di sentirsi promettere che prima o poi, magari tra qualche decina di anni, sarebbero tornati a trovarli.

Agata non se la sentiva di rifiutare i regali, ma finì per riempire una borsa in più del previsto e così fu costretta a separarsi da alcuni dei suoi preziosissimi libri.

Mentre la sua Ascendente era impegnata a decidere quali volumi tenere e quali lasciare, Tseren entrò un'ultima volta nel lago dove aveva quasi perso la vita; si mise a galla a pancia in su, osservando il soffitto di roccia sotto al quale aveva iniziato il miracoloso percorso di guarigione. Moriva dalla voglia di raccontare a Xhoán cosa provava nel sentirsi di nuovo se stesso. Fantasticava sull'espressione che si sarebbe dipinta sul volto del padre, quando avrebbe capito che lui e Agata si erano finalmente scelti, che erano pronti ad amarsi fino alla fine, qualsiasi cosa volesse dire.

Improvvisamente sentì degli artigli conficcarsi nella spalla sinistra e si ritrovò faccia a faccia con nonna Kadi. Il suo corpo nudo emergeva per metà sulla superficie increspata e i radi capelli bianchi erano appiccicati sul cranio appuntito, dandole un aspetto più folle del solito. La donna socchiuse la bocca sdentata e, inumidendosi le labbra con la lingua vermiglia, rivolse a Tseren delle parole che per un attimo il Drago credette di essersi immaginato.

«La maledizione della Luna può essere sconfitta. Cercate gli Alicanti degli Altopiani, sono loro i nostri cugini che hanno scoperto come».

Tseren guardò la vecchia esterrefatto e cercò di farsi ripeterle quel brandello di informazione che avrebbe potuto cambiare la sua vita per sempre. La lucidità aveva però abbandonato di nuovo lo sguardo di nonna Kadi e il Drago del mare mutò con un guizzo tra le onde, tornando a serpeggiare senza meta nel lago.

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now