46 - Un piano dubbioso

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Poco più di un anno e mezzo prima, la giovane scienziata di nome Anaheera era stata trasferita dal laboratorio nei pressi del Monte Enkher a una struttura celata tra le rocce variopinte dei canyon di Levante. Era lì che il fondatore della FSI, attraverso le direttive del suo primo riporto, aveva raccolto le sue menti più preziose, assegnandole a numerosi progetti di ricerca sulle razze semi-umane.

Queste perlomeno erano le voci che circolavano tra i ranghi della FSI, e che i dissidenti erano riusciti a recuperare dagli studiosi alleati, scienziati che si erano stufati di come A-8Z8, nascosto dall'anonimato, gestiva l'organizzazione.

Un laboratorio dedicato a investigare le caratteristiche delle creature con cui gli uomini dividevano i due continenti da millenni, non poteva che trovarsi nella Zona degli Altopiani, la culla delle civiltà non umane.

Anaheera non aveva avuto scelta; la scienza veniva prima di tutto per i membri della FSI, e quando eri una delle menti più promettenti dell'organizzazione era il fondatore in persona a decidere come sfruttare al meglio le tue potenzialità. Nonostante fosse molto giovane, la ragazza si era già contraddistinta agli occhi dei suoi superiori grazie a una ricerca sul legame tra psicologia, campi magnetici e guarigione, una terapia innovativa con cui aveva curato la figlia di uno dei membri del Governo Centrale di Levante. Chissà che la decisione di A-8Z8 di trasferirla non fosse stata condizionata però anche dal legame un po' troppo personale che la ragazza aveva stretto con il Drago prigioniero, legame di cui magari gli era giunta voce. Tseren si era chiesto a lungo come veniva visto dagli altri scienziati il suo rapporto d'amicizia con Ana.

«Siamo sicuri che lei è davvero lì?» commentò Tseren scettico.

Il dissidente che aveva portato quelle informazioni, un uomo di mezza età con una zazzera biondiccia e le orecchie pendule, annuì deciso.

«Come fate ad avere così tanti infiltrati nella FSI? Quanto è grande questo gruppo di dissidenti?» domandò ancora Tseren. Erano passate quattro settimane da quando Shuiní e Nynh Tray avevano mostrato loro il manifesto che lo ritraeva insieme alla minaccia di punire Ana per la sua evasione, e il Drago non aveva ancora avuto l'occasione di chiarire quel dubbio che lo assillava: quanti erano i dissidenti? Chi li coordinava?

Avrebbe voluto chiederlo ad Agata, ma in ventotto giorni raramente aveva avuto modo di parlare a tu per tu con l'Ascendente; c'era sempre qualcuno intorno: Holly Dee, Gregor, Harris...

Xhoán si era fatto da parte affinché trascorressero più tempo insieme e invece, da quando si erano ricongiunti agli altri, a malapena si rivolgevano la parola.

«Non siamo un gruppo unico, ma tanti gruppetti indipendenti in contatto gli uni con gli altri: è una struttura forse meno incisiva, ma più flessibile e difficile da smantellare» spiegò Agata. «Di questi tempi il laboratorio negli Altopiani deve essere uno dei più impenetrabili...» rifletté a voce alta la ragazza.

«A quanto pare, la donna che cercate non è prigioniera come lo intendiamo noi. Continua a lavorare sul progetto che le è stato affidato; le è stato semplicemente vietato di lasciare la struttura. C'è la possibilità che non sappia neanche che A-8Z8 la stia usando come esca. Abbiamo cercato di farle recapitarle uno dei volantini che la FSI ha affisso in giro per le bacheche dei punti di confine tra le Zone» spiegò pazientemente l'uomo.

«Avete già pensato a come farla fuggire dal laboratorio?» si informò ancora Tseren. «E A-8Z8 dov'è? È lì anche lui?»

«Nessuno sa dove si trovi il fondatore della FSI in questo momento. Ovviamente nessuno degli scienziati che lavora con noi l'ha mai incontrato di persona, né conosce il suo aspetto, nonostante abbiamo fatto circolare anni fa la sua descrizione, in base a quanto ci ha raccontato Ags» intervenne Harris. «E per quanto riguarda il piano per salvare la tua amica, beh stiamo varando alcune possibilità...»

«Quella che ci piace di più è trovare una scienziata fisicamente simile ad Anaheera a cui rubare le credenziali per lasciare il laboratorio» aggiunse Agata. La ragazza faceva di tutto per far sentire Tseren parte del piano, nonostante il tentativo poco velato di Harris di tagliarlo fuori dalle decisioni.

«Abbiamo solo una possibilità per salvarla. Dopo che avremo attaccato la sua cupola, Utukur non ci concederà un altro spiraglio». Tseren incrociò le braccia sul petto e puntò il suo sguardo duro, in cui ormai l'oro faceva da padrone, negli occhi nocciola dell'altro ragazzo.

«Ci sono novità, invece, dal laboratorio della Zona Montuosa?» Agata cambiò argomento esasperata, era sempre più difficile sedare i continui battibecchi tra i due. Non aiutava purtroppo la monotonia di quelle giornate tutte uguali, nella frustrante attesa di notizie dai quattro capi dei continenti.

«Si stanno preparando ad accogliere il Drago» intervenne un altro dei dissidenti. «Lance avvelenate, trappole meccaniche, fumi velenosi...»

Agata rabbrividì. «E siamo sicuri che queste armi non siano a disposizione di tutti i laboratori della FSI?»

Fu un terzo dissidente a intervenire, una donna sulla cinquantina dai capelli grigi raccolti in treccine. «A-8Z8 sta perdendo il controllo della sua organizzazione. A quanto pare passa più tempo alla corte del Governo Centrale, cercando di convincerli che non è vero che supporta la Setta, che a coordinare le attività della FSI. La fuga del Drago, da quel poco che sappiamo, lo ha ovviamente indispettito, ma in questo momento non è tra le sue priorità riacciuffarlo».

«Sono d'accordo. Altrimenti non sarei mai riuscito a fuggire. E se il suo obiettivo principale fosse catturarmi di nuovo, l'avrebbe già fatto. Ne sono certo» commentò Tseren.

«Non puoi saperlo» Harris alzò le spalle in uno scatto di orgoglio, indispettito dal fatto che il levantino li considerasse indifesi contro il fondatore della FSI.

«Nessuno di voi lo conosce come lo conosco io. Non è solo la persona più intelligente sulla faccia dei due continenti, ma ha sempre ottenuto qualunque cosa volesse, ammesso ovviamente che decidesse di dedicarsi anima e corpo a raggiungere il suo obiettivo» spiegò il Drago.

«Mi ricorda qualcuno» commentò Gregor strizzando l'occhio ad Agata.

«Ammettiamo che riusciate a far uscire Ana dal laboratorio...» esordì Tseren. «Sbaglio o il Capoluogo della Zona degli Altopiani è in un canyon accessibile solo da un paio di sentieri scoscesi, per di più presidiati giorno e notte? Il vero problema potrebbe essere lasciare il canyon...»

Agata lo fissò sbalordita, ancora non si era abituata al fatto che Tseren fosse a conoscenza di tanti dettagli sulla geografia dei due continenti. Nei cinque anni di prigionia doveva aver letto un numero considerevole di volumi scientifici.

«Ho un'idea!» Tutti si voltarono per la seconda a fissare il ponentino dall'espressione perennemente spensierata. Agata arricciò le labbra perplessa: Gregor era uno spirito superficiale, ma abituato a trovare la scorciatoia migliore. Che avesse avuto davvero un'illuminazione?

***NOTA***

#sorrynotsorry per questo cliffhanger. Ci stiamo avviando verso il gran finale della prima parte del romanzo. Fremo dalla voglia di farvi scoprire cosa succede! *-*
Qual è la scena che più vorreste leggere nei prossimi capitoli? L'incontro tra Agata e Anaheera? Una rissa tra Tseren e Harris? Una gara di barzellette tra Gregor e Iikka Jerd

Come al solito, grazie a chi si ricorda di lasciarmi un segno del suo passaggio! 💋

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now