91 - Fascino nemico

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L'Ascendente faceva del suo meglio per non rivelare a Lakitaii le sue emozioni. Se da un lato era terrorizzata da quella donna pericolosa al vertice della Setta che in pochi anni aveva piegato un intero continente, dall'altro non riusciva a credere alla fortuna incredibile che avevano avuto. Non solo erano riusciti, per caso, a smascherare uno dei Primi Profeti, ma avevano l'occasione di infiltrarsi nella Setta per scoprire chi fossero gli altri due fondatori.

Rimase nascosta dietro a Tseren, preparandosi a indossare la maschera di impassibilità che le aveva permesso di sopravvivere tanto a lungo lontana dal suo Drago. Per quanto ricongiungersi con Tseren l'avesse portata a mettere di nuovo da parte il lato più razionale, quello che l'aveva aiutata a non arrendersi finché non aveva trovato e liberato il ragazzo che amava, era certa che le sarebbe bastato concentrarsi sull'odio che provava per A-8Z8 e per i suoi complici, per ritrovare la determinazione che le permetteva di non lasciarsi impietosire da nulla.

«Da quanto tempo sei nella Setta?» stava domandando Tseren a Kita in quel momento, dopo che lei gli aveva chiesto della prigionia.

«Quasi tre anni» mentì la donna. «La Setta degli Audaci è entrata nella mia vita in un periodo molto buio e da allora è la mia unica famiglia».

«Vivi qui, nel Capoluogo degli Altopiani? » indagò ancora il levantino.

«Finché un Profeta non deciderà altrimenti...» sorrise lei.

Agata non sapeva come proporre a Lakitaii di rivedersi senza che la sua richiesta risultasse sospetta, ma fortunatamente fu la donna a prendere l'iniziativa.

«Voglio farmi perdonare per non avervi aiutato sei anni fa» proferì Kita con un tono deciso, ma non insistente. «Potrei svelarvi quali sono i punti deboli della FSI e di Utukur...»

«Come facciamo a sapere se possiamo fidarci di te?» domandò ancora Tseren.

«Come faccio a sapere se posso fidarmi di voi?» replicò Kita facendogli l'occhiolino.

«Il nemico del mio nemico è mio amico. La Setta degli Audaci non ci piace, così come non piace a chiunque valuti la propria libertà personale al di sopra di ogni altra cosa, ma è con la FSI che abbiamo un conto in sospeso, non con la Setta». Agata si era finalmente decisa a prendere in mano la situazione e Kita parve apprezzare la sua sincerità.

«Mi dispiace che vediate la scelta di entrare nella Setta in modo tanto egoista, come una mera rinuncia alla propria libertà, quando invece non c'è niente di più bello che sacrificare i propri obiettivi per il bene comune. Non è la rinuncia alla libertà, ma la scelta di una libertà più elevata: la libertà di tutti i popoli di Levante dalla schiavitù di tradizioni millenarie altrimenti impossibili da scardinare» spiegò Lakitaii mentre l'esaltazione illuminava i suoi occhi miele.

Agata si morse la lingua per non rispondere a tono. Non era il momento di rivelare la sua opinione sull'ideologia della Setta. «Mi sembra un punto di vista come un altro» ribatté invece, «che come tutti i punti di vista è in parte giusto, in parte sbagliato».

«Il tuo relativismo mi ricorda quello di qualcuno, Agata. E tra tutti i punti di vista, ti assicuro che questo è uno dei più pericolosi. E tu che ne pensi, Tseren?» Lakitaii interpellò il Drago, curiosa di conoscere i suoi pensieri.

«Non sono abituato a giudicare ciò che non conosco e so molto poco della Setta degli Audaci. Come ti ha già detto Agata, da quando siamo riusciti a scappare dalla FSI il nostro obiettivo è vendicarci di Utukur per quello che ha fatto a me e per quello che continua a fare nei suoi laboratori a decine e decine di creature semi-umane...» rispose secco Tseren.

«Mi è giunta voce che la sede centrale della FSI è stata attaccata. Siete stati voi?» chiese Kita perplessa.

Gli altri due annuirono e la donna si lasciò sfuggire una risata compiaciuta. «Siete stati davvero folli a provocarlo così, ma non posso non ammirare la vostra audacia» ammiccò. «Scegliete voi dove e quando rivederci» suggerì infine. «Mi rendo conto di dover riconquistare la vostra fiducia, per cui tocca a me fare il primo passo per dimostrarvi che mi fido di voi».

Tseren attese che fosse Agata a rispondere. Dovevano a tutti i costi evitare che Lakitaii sospettasse che stessero tramando qualcosa contro di lei, e la sua Ascendente era sempre stata più brava con le bugie.

«Domani mattina, due ore prima che il sole sia a novanta gradi sull'orizzonte, nella piazza principale della città» propose la ponentina. Aveva scelto il luogo più affollato del centro, sperando che sarebbe stato difficile per Kita tendere loro una trappola, qualora fosse stata ancora in contatto con A-8Z8.

«Va bene» annuì Lakitaii. «A domani, allora». La donna si coprì nuovamente il capo con il mantello e si avviò sola nel vicolo deserto; prima di girare l'angolo si voltò però un'ultima volta verso i due ragazzi, esitando. «Sono davvero contenta che stiate bene e mi dispiace di aver assecondato il piano di Utukur, i miei sentimenti hanno offuscato il mio giudizio» disse loro prima di sparire nell'oscurità.

Il Drago e l'Ascendente rimasero in silenzio finché il rumore dei passi sulla strada ciottolata non fu abbastanza lontano.

«Tseren, dobbiamo assolutamente...» esordì la ragazza, ma l'altro le fece cenno di tacere.

Il Drago chiuse gli occhi, isolando i rumori che udiva nella notte: il russare della gente addormentata, il crepitio delle lanterne accese, l'acqua piovana che gocciolava nei canali di scolo, il canto dei grilli... e i passi concitati di Lakitaii.

Seguì Kita con gli occhi della mente, sovrapponendo quanto udiva con la mappa della città, che il suo inconscio aveva memorizzato nei giorni precedenti. Tseren aveva un'ottima memoria per tutto ciò riguardava la dimensione spaziale, dunque pur rimanendo fermo dove Kita li aveva lasciati fu in grado di seguirla finché non riconobbe distintamente il cigolio di una porta che veniva aperta e richiusa.

«Andiamo!» esclamò infine prendendo Agata per mano. In silenzio ripercorse i passi della donna, facendo in modo di non essere scorti da nessuno. Solo quando furono nei pressi dell'anonima casetta scavata nella roccia da cui proveniva la voce calma di Lakitaii, mischiata ad altre voci che Tseren non conosceva, i due ragazzi si arrampicarono sul tetto di una delle abitazioni vicine.

Agata si avvicinò a Drago, mettendo le mani a imbuto per sussurrargli qualcosa nell'orecchio. 

«Kita è uno dei Primi Profeti» disse così piano da non riuscire a udire la propria voce.

«Ne sei sicura?» chiese l'altro sorpreso.

L'Ascendente annuì e gli fece cenno di ascoltare la discussione all'interno dell'unica casa illuminata dell'isolato.


***NOTA***

Eccoci, finalmente! Mi dispiace se vi sto facendo aspettare a lungo per gli aggiornamenti, ma ho un rapporto un po' conflittuale con questa storia. Potete stare tranquilli, però, vi farò scoprire come va a finire, dovete solo avere pazienza perché ho ritmi lenti in questo periodo...

Non vedo l'ora che arrivino le ferie per scrivere un po' in santa pace... come ogni anno sto facendo il conto alla rovescia!

Che dite, Kita è stata sincera? Lo scopriremo spero, presto! 

Elaine

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now