77 - Rimproveri imbarazzati

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«Come vi è saltato in mente di punzecchiare l'alveare di quel mostro?» si lamentò Xhoán, sollevando le braccia in quello che era un gesto tipo dei levantini delle montagne. Aveva ascoltato gran parte del racconto in silenzio, rapito dalle descrizioni della grotta segreta dei Draghi del mare e rasserenato dalla notizia che i migliori amici di Agata fossero tornati a casa, al sicuro nel loro continente. Non si era stupito di scoprire che Tseren aveva fatto amicizia con uno dei suoi carcerieri; lo sciamano era infatti convinto che in ogni essere umano, a meno di rare eccezioni, ci fosse un seme di bontà. Gli sembrava ovvio che all'interno di un'organizzazione vasta come la FSI dovessero esserci anche persone pronte ad ascoltare la propria coscienza. Gli infiltrati con cui il gruppo di dissidenti lavorava ormai da anni ne erano la conferma.

Nonostante lo sciamano indovinasse le motivazioni del figlio, che era stato spinto dalla volontà di non appesantire il suo fardello di colpe con un'ulteriore vittima a cui era affezionato, non poteva giustificare la scelta suicida di attaccare da soli il quartier generale della FSI.

Agata evitò di incrociare lo sguardo severo di Xhoán, sapendo che l'uomo la reputava responsabile di quanto era accaduto nei mesi passati. Finché era stato in preda al malessere che lo aveva quasi ucciso, Tseren non era stato infatti in grado di ragionare lucidamente: per mesi il Drago era stato un guscio vuoto in balia delle onde, pronto ad assecondare in tutto e per tutto la volontà dell'Ascendente, senza farne un mistero. Se Agata si fosse dunque opposta a quell'idea folle, Tseren avrebbe sicuramente capitolato. Avrebbero magari litigato, ma almeno sarebbero stati al sicuro.

Rimasero in silenzio finché Xhoán non ebbe digerito tutte quelle informazioni.

«E così ti sei quasi tolto la vita allo stesso modo di tua madre» commentò infine.

I due ragazzi non si stupirono che i pensieri dello sciamano fossero corsi all'amore della sua vita. Per lui tutto ruotava ancora intorno a Baya. Dopo così tanti anni, la madre di Tseren era ancora presente, talmente viva nella mente e nel cuore che l'aver scoperto qualcosa di nuovo di lei aveva per un attimo messo in ombra tutto il resto.

Un tempo Tseren ne sarebbe stato geloso; sarebbe stato geloso del rapporto impenetrabile tra i suoi genitori. Ora che il suo legame con Agata si faceva di giorno in giorno più stretto, cominciava invece a capire il sentimento che aveva considerato a lungo un'ossessione. Era come se Xhoán fosse un tutt'uno con Baya: riusciva a tenerla in vita pensando in continuazione a lei. Tseren fu costretto ad ammettere a se stesso che si sarebbe comportato allo stesso modo, se non peggio, se avesse perso Agata.

Il Drago si domandò di nuovo chi fosse dunque la donna che aveva arredato la casa dello sciamano e improvvisamente si ricordò della zia, la sorella a cui Xhoán era tanto legato. Non poteva che essere lei l'ospite fissa di suo padre. Si sentì uno sciocco ad aver pensato che Xhoán avesse sostituito Baya. Il padre era sempre stato fedele al primo e unico amore e mai avrebbe potuto aprire il suo cuore a un'altra donna.

«Non voglio che rischiate mai più la vostra vita tanto alla leggera!» Lo sciamano riprese il discorso che più lo preoccupava e trattenne il respiro intercettando un apprensivo scambio di sguardi tra i due: un'occhiata che non preannunciava nulla di buono.

«Papà, hai ragione: è stata una decisione avventata. Però non puoi aspettarti che io mi rinchiuda in una grotta, come hanno fatto i miei cugini d'acqua. Non posso nascondermi per sempre, sperando che Utukur non mi trovi. Non posso far finta di nulla sapendo che è colpa mia se l'esistenza delle creature semi-umane è stata svelata al mondo... Non posso permettere che gli amici di Agata, che i nostri amici» si corresse pensando a Shuinì «combattano soli una battaglia che è anche la nostra battaglia».

Agata fremette sapendo che Tseren stava per dare al padre l'annuncio per cui erano andati a trovarlo. «Siamo di passaggio, papà. Non siamo qui per restare. Raggiungeremo presto i dissidenti nella Zona degli Altopiani».

Tremando Xhoán si passò una mano sugli occhi e rivolse loro un'espressione stanca.

L'Ascendente prese la mano del Drago, mentre cercava le parole per consolare l'uomo che considerava un secondo padre. Alcune volte la schiettezza di Tseren aveva la capacità di ferire e l'ultima frase era andata a segno, facendo calare una nube di tristezza sul volto solitamente sereno di Xhoán.

«Spero che restiate almeno qualche giorno» replicò l'uomo tentando di mascherare l'amarezza che lo aveva colto. «Mi farebbe piacere farvi conoscere mia sorella».

«Ma certo!» saltò su Agata, stringendo forte la mano del ragazzo.

«Certo, non vedo l'ora di conoscere mia zia» completò il Drago e Xhoán accennò un sorriso. Proprio quella sera, sua nipote Lyu avrebbe dato una festa di compleanno per l'ultimogenita e sarebbe stata l'occasione perfetta per trascorrere un po' di tempo in famiglia e presentare finalmente Tseren a sua sorella Xyu.

Le luci dell'alba cominciavano a filtrare dalle tapparelle chiuse e Xhoán si alzò per preparare la colazione. Avevano parlato tutta la notte.

«C'è ancora una cosa che non mi avete detto» riprese subito dopo lo sciamano, posando lo sguardo sulle loro dita intrecciate.

Agata arrossì violentemente, mentre un sorriso compiaciuto si apriva sul volto di Tseren.

«Sapevi che sarebbe andata a finire così, no?» ridacchiò il Drago.

«Dalla prima volta che vi ho visto insieme» rivelò l'altro. «Ti ho cresciuto, figliolo, e non ti ho mai visto tanto incuriosito da un'altra persona. Ogni singolo colpo che Agata ha dato alla muraglia che hai costruito per paura di soffrire è stato un balsamo per il mio cuore acciaccato».

L'Ascendente sorrise radiosa.

«E tu» riprese lo sciamano rivolgendosi alla ponentina. «Ogni tanto non è così male assecondare le emozioni invece dei ragionamenti, non pensi?»

Agata spalancò gli occhi neri, colta alla sprovvista dall'acutezza delle osservazioni dello sciamano. «Hai ragione. Tseren è l'unico che riesce a mettere in crisi la mia razionalità. All'inizio questa cosa mi spaventava da morire, ma ora... ora è una sensazione che adoro» confessò la ragazza, imporporandosi di nuovo.

Il Drago, se non si fosse sentito inibito dalla presenza del padre, non sarebbe riuscito a resistere alla vulnerabilità che Agata gli mostrava in quel momento.

Il padre lesse il desiderio nei suoi occhi e scosse il capo divertito. «Come mi sarebbe piaciuto se anche Baya avesse potuto godersi questo spettacolo» commentò, mentre la mente percorreva le vie familiari che conducevano all'amata custodita nel più profondo del cuore.

***NOTA***

Scusate se sto aggiornando meno frequentemente. In questo periodo sono sommersa dal lavoro e la motivazione scarseggia, purtroppo. Sto facendo di tutto per non lasciare troppo indietro la scrittura, ma è sempre più difficile. Prima o poi ne uscirò. Bear with me. 

Elaine 🤹🏻

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now