87 - Un invito clandestino

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ll capoluogo della Zona degli Altopiani era una città millenaria, fatta di case e templi scavati nella roccia. Mentre nei templi si veneravano divinità antropomorfe dall'indole violenta, le cripte domestiche erano dominio incontrastato degli spiriti degli antenati, simbolo di una religiosità personale e quotidiana. I culti erano molteplici e in conflitto tra loro, eppure, prima dell'arrivo della Setta, nessuna ideologia aveva mai minacciato di annientare le altre.

Era facile riconoscere i Cantieri della Setta degli Audaci: a differenza degli altri edifici non avevano finestre. Ai rituali potevano partecipare solo gli adepti e durante le cerimonie nessuna musica filtrava dalle porte, solo un vocio soffuso, una cantilena in cui venivano ripetuti decine e decine di volte i misteriosi comandamenti della Setta.

Sebbene gli abitanti dei canyon di Levante fossero troppo legati ai propri riti per abbracciare un nuovo credo, gli Audaci si moltiplicavano, spesso trasferendosi dalle zone limitrofe. La strategia della Setta era chiara: se non fossero riusciti a prendere il controllo della Zona convertendo gli abitanti, li avrebbero superati pian piano di numero, diventando la maggioranza della popolazione.

Oltre che dagli otto Cantieri principali e dalle decine di piccoli focolai, l'espansione era favorita dalla graduale scomparsa della comunità semi-umana che un tempo proliferava nei canyon. Seppur ignota agli esseri umani, la ricchezza culturale delle razze miste aveva da sempre un influsso sulle credenze locali. Quello che per la Fondazione Scientifica Intercontinentale era sempre stato un laboratorio di periferia, negli ultimi anni si era trasformato in uno dei centri nevralgici dell'organizzazione. Dietro alle pareti di mattoni blu e agli oblò di vetro temperato le menti eccelse della FSI tentavano, instancabili, di venire a capo della genetica delle creature semi-umane. L'ossessione che aveva portato A-8Z8 a imprigionare Tseren, cinque anni prima, era al centro di tutte le ricerche che venivano condotte sugli Altopiani. Le sparizioni nella comunità degli esseri per metà umani erano all'ordine del giorno, e molti avevano preferito abbandonare la terra meravigliosa dove avevano vissuto per millenni, trasferendosi in Zone più sicure.

Il gruppo dei dissidenti si era trasferito nel capoluogo in capannelli di due, tre individui alla volta. Nel giro di tre mesi tutti i ragazzi avevano lasciato la vigna, trasferendosi nella città che era sorta quasi quattromila anni prima nelle gole sinuose dei canyon.Tseren e Agata condividevano una stanza con un'altra coppia, in una locanda del centro storico della rocca. Harris, IJ e Shuinì si erano invece stabiliti in un quartiere periferico, mentre lo Gnomo Nyhn Tray era ospite di alcuni parenti in un villaggio nascosto nella selva che occupava l'altra metà del labirinto di canyon.

Era proprio in quella selva inesplorata che, una volta a settimana, aveva luogo un incontro a cui era estremamente difficile essere invitati. Quando Nyhn Tray e Iikka Jerd erano venuti a sapere che le creature semi-umane si riunivano per discutere come opporsi alla Setta degli Audaci e alle aggressioni della FSI, avevano insistito finché non avevano trovato il modo di farsi invitare. C'erano volute altre due settimane per convincere i sospettosi partecipanti ad allargare l'invito anche a Tseren, Agatha e Harris.

Tseren chinò il capo per entrare nella casetta di legno e riparò la testa di Agata dai chiodi sporgenti. La guidò per mano nella stanza buia, in attesa che i suoi occhi si abituassero all'oscurità.

Le riunioni segrete non potevano che avvenire nel cuore della notte. I ragazzi erano partiti dalla città al tramonto, e dopo ben cinque ore di cammino avevano raggiunto la capanna alquanto anonima.

Il Drago studiò con attenzione le persone raccolte all'interno: c'era un altro Fauno, una decina di Gnomi, tre creature dal busto umano e le zampe da cavallo, una ventina di esseri alti mezzo polpaccio, sul cui corpo crescevano rametti e foglioline, e un essere umano.Era convinto di trovare molte più creature appartenenti a razze semi-umane che non conosceva, eppure, a parte gli omini piantiformi e quei tre simili a Fauni con quattro zampe, la comunità non era molto variegata. «Che razze sono?» chiese all'Ascendente.

«Centauri e folletti» rispose l'altra in un sussurro.

Tseren si sedette a gambe incrociate, attento a non calpestare le creaturine che Agata aveva chiamato folletti. In molti punti le assi del pavimento erano sollevate dalle radici che erano cresciute sotto la casa. Dalle fessure sbucavano germogli in fiore e funghi profumati.L'Ascendente si sedette al suo fianco, stringendosi a lui per far posto agli altri, e Iikka Jerd ebbe la delicatezza di sedersi tra lei e Harris. Se un tempo avrebbe fatto di tutto per dare all'amico l'opportunità di stare vicino ad Agata, negli ultimi giorni doveva aver realizzato che era successo qualcosa tra i due, perché aveva smesso di stuzzicarli con le sue battutine affilate e faceva in modo di distrarre l'amico affinché non notasse l'intimità sempre più evidente tra la ponentina e il Drago.

All'ingresso dei ragazzi era scoppiato un frastuono che non lasciava presagire nulla di buono. Tseren era convinto che fosse lui il motivo della controversia, quando un centauro dalla criniera bionda prese la parola. «Ho sempre saputo che i Fauni sono creature bugiiiarde e sleali, oltre che nullafacentiii, ma non la passerai liscia dopo una scorrettezza tanto grande, Iiiikka Jerd!» sbottò lasciandosi sfuggire una paio nitriti tra una sillaba e l'altra.

«Che dovevo fare? Ho chiesto più e più volte se potevo invitarli e alla fine ho pensato che l'unico modo per farvi capire che sono alleati fidati fosse presentarveli!» ribatté l'altro. «E non c'era bisogno di insultare la nostra razza,» rivolse un'occhiata eloquente all'altro Fauno presente, «per esprimere il tuo punto di vista.»

Agata e Tseren si scambiarono uno sguardo perplesso, mentre Harris si massaggiava le tempie, consapevole che sarebbe spettato a lui salvare la situazione. IJ non aveva avuto il coraggio di essere sincero neanche con lui; si era vantato di aver convinto il gruppo di creature semi-umane a includerli nello stretto circolo, ma a quanto pareva li aveva imbucati a loro insaputa.

L'Ascendente non si stupì degli insulti del Centauro al Fauno; sapeva infatti che tra le due razze non correva buon sangue. Così come i secondi erano svogliati e giocosi, i loro cugini a quattro zampe erano lavoratori diligenti, poco inclini a scherzare.

«È da te che non me lo sarei maiii aspettato, Gnomo!» aggiunse il Centauro ignorando la risposta di IJ.

«Sarei pronto a giurare sulla mia chioma - se ce l'avessi ancora - che questi amici hanno sofferto per mano della Setta degli Audaci e della Fondazione Scientifica Intercontinentale quanto voialtri - se non di più - e che sono dalla nostra parte.» Nyhn Tray sollevò la cuffietta a rivelare la testa pelata.

«Passi il Drago - è un onore averlo tra noi. Ma raramente accettiamo gli umani, lo sai. Sono d'accordo con Hegol: è stato davvero un tradimento ignobile, il tuo» intervenne un Gnomo dalla voce vagamente femminile. Come al solito non era per niente facile indovinare il sesso di quelle buffe creature.

«Lei sarà l'Ascendente del Drago, di lei possiamo fidarci, ma quest'altro chi è?» saltò su un Folletto, perdendo un buon numero di foglie nell'impeto.Harris si alzò in piedi e con un colpo di tosse indicò che preferiva presentarsi da solo.Dopo solo dieci minuti che aveva preso la parola, le acque si erano calmate. Agata non si stupì che il ponentino fosse riuscito a convincere tanto velocemente i presenti delle sue buone intenzioni. Il suo talento innato per l'oratoria, unito alla capacità di far sentire chiunque a proprio agio, ispirava un senso di fiducia a cui pochi erano immuni.

Alla fine della serata l'unica persona nella sala che continuava a guardare di traverso Harris era Tseren. Il Drago aveva parlato poco, ma in modo mirato. Le altre creature semi-umane non avevano mai incontrato un membro della razza più ammirata tra tutte, perché i Draghi avevano sempre vissuto isolati, nascosti sulla catena montuosa, o sotto la catena montuosa, nel caso dei Draghi di mare.

La notizia del genocidio di quelle creature tanto speciali, considerate nobili dalla notte dei tempi, fu un duro colpo per tutti, ma ebbero la delicatezza di non indagare oltre.L'incontro era quasi finito, le prime luci dell'alba cominciavano a tinteggiare il cielo, quando Tseren richiamò l'attenzione dei presenti. «Avete mai sentito parlare di creature chiamate Alicanti?» domandò spiando con attenzione la reazione di ciascuno di loro. 

***NOTA***

Surprise! Sono riuscita a editare il capitolo tra una riunione e l'altra, e così ho deciso di pubblicare senza preavviso.

Dopo aver rivissuto in momenti peggiori del passato di Harris, ci siamo trasferiti sugli Altopiani e... siamo entrati nella parte conclusiva del romanzo! Ebbene sì, posso dire che da questo capitolo partono le battute finali della storia. Non posso che sperare che vi appassioni fino alla fine!

Elaine 

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora