13 - Una separazione smarrita

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Tseren si pulì le mani ricoperte di terriccio sui pantaloni già lerci e puntò lo guardo sui flebili fuochi che all'imbrunire si erano accesi in quell'accampamento di fortuna. Agata gli chiese di dare un'occhiata anche ai feriti; nonostante si ricordasse poco o niente degli insegnamenti di Xhoán, non meritavano i vivi più attenzione dei morti?

E così il ragazzo la accompagnò tra le brandine, incrociando gli sguardi devastati di chi aveva perso ogni ragione di vita, riconoscendo le stesse emozioni che lo avevano torturato per trenta giorni, lunghi come anni, finché non era ricomparsa Agata a tendergli la mano.

La ponentina fece del suo meglio per medicare i feriti e confortare in qualche modo il dolore inconsolabile di chi aveva visto i cari esalare l'ultimo respiro davanti ai propri occhi. Il Drago la seguiva passo passo, incapace di rivolgere la parola a quelle persone a cui aveva lasciato dei tormenti peggiori della morte.

Mentre riscaldava dell'acqua in un pentolino, per disinfettare l'amputazione di un giovane pressappoco della sua età, Agata scorse attraverso uno spiraglio tra due tende Oyun e Nara.

La ragazzina era seduta su una sediolina di legno ed era ancora scossa dai singhiozzi. L'amico, inginocchiato di fronte, continuava ad accarezzarla teneramente su una guancia e le parlava fitto fitto. Agata vide Oyun attirare la sediolina a sé e baciare teneramente l'altra su ogni centimetro del volto; in risposta, Nara lo circondò con le braccia robuste e affondò la testa nell'incavo del collo continuando a piangere.

I due erano chiaramente una coppia e per un istante l'Ascendente provò un moto di invidia di fronte alla familiarità con cui si muovevano l'uno accanto all'altra. Ripensò al bacio rovente che lei e Tseren si erano scambiati qualche ora prima, così inatteso, così disperato. Non c'era confidenza tra loro, non c'era un sentiero già noto da ripercorrere. Erano stati divisi proprio quando avevano deciso di avventurarsi insieme per una strada nuova e ora non era neanche sicura che fossero le stesse persone di allora. Si sentiva attratta da lui, da tutto di lui, ma il non potersi sfiorare non era altro che la manifestazione di quello che albergava anche nel suo cuore: era davvero pronta a lasciarsi andare con quel giovane uomo che le ricordava un amore assaggiato appena, cinque anni prima?

L'Ascendente si alzò in piedi, osservando preoccupata l'impacco che aveva messo sul moncherino del mutilato: aveva seguito alla lettera i suggerimenti di Tseren, che gradualmente le avevano riportato alla mente quanto imparato tempo addietro da Xhoán. Fece poi cenno al Drago di seguirla e raggiunse a passo svelto Oyun e Nara. La ragazzina aveva appena smesso di piangere, ma vedere di nuovo Tseren la fece crollare e così l'altro li fissò con fastidio.

«Siete ancora qui? Non avete ancora finito con questa buffonata? Volete solo mettervi a posto la coscienza!» sbottò livido.

«Oyun, bisogna convincere tutti i sopravvissuti a lasciare il villaggio» ribattè Agata decisa, interrompendolo per evitare che attaccasse di nuovo Tseren con la sua lingua tagliente. Il Drago era pericolosamente dilaniato tra le sue due nature, lo intuiva vedendo come l'oro nei suoi occhi si accendeva in continuazione senza che lui se ne rendesse conto. Doveva portarlo al più presto lontano da lì, prima che qualcun altro si accorgesse che c'era qualcosa di anormale nel giovane silenzioso che come un'ombra la seguiva da un ferito all'altro.

Oyun rispose con uno sguardo sprezzante.

«Abbiamo la FSI alle calcagna e la prima tappa che faranno sarà questo villaggio» spiegò loro la ponentina.

Nara stringeva con forza la mano di Oyun, lo sguardo spaventato fisso su quella giovane donna così sicura di sé; la levantina avrebbe seguito senza ombra di dubbio le indicazioni di Agata se fosse stata da sola. In cuor suo sentiva infatti di potersi fidare di lei.

Il primo degli Alicanti [completata]Where stories live. Discover now