39 - Un vagito tra i rifiuti

2.5K 339 126
                                    

Il luogo d'incontro, ovvero il terreno di proprietà di uno dei dissidenti, era in realtà un pezzo di terra sterile nelle vicinanze di una discarica. Per quel motivo la famiglia di lui lo aveva abbandonato da anni alle sterpaglie e alle intrusioni degli animali selvatici. Se da un lato la montagna di rifiuti oscurava il sole, rendendo il punto di ritrovo poco accogliente, dall'altro disincentivava i viandanti dal fermarsi a curiosare, tenendo il gruppo di cospiratori al sicuro da occhi indiscreti.

I primi ad essere arrivati si erano rimboccati le maniche per estirpare le piante infestanti e ripulire la baracca di legno e fango dove erano riposti gli attrezzi. Trascorrevano le giornate nei dintorni; e al tramonto raccoglievano i propri averi e si accampavano in spiaggia, preferendo dormire sulla sabbia tiepida piuttosto che all'ombra della spazzatura.

Tseren e Agata giunsero lo stesso giorno di Iikka Jerd e si misero subito all'opera, aiutando a rastrellare il terreno arido, mentre ascoltavano incantati i racconti del Fauno: storie di canyon rigogliosi dove l'acqua smeraldina si insinuava tra le fessure di roccia splendente fino a creare delle piscine naturali.

«La Zona degli Altopiani è un paese florido, dove la natura non è ancora stata contaminata dalla civiltà degli uomini» esclamò il Fauno con gli occhi ancora colmi delle meraviglie della sua terra.

«Per non parlare dei segreti celati nelle foreste selvagge o nelle grotte inesplorate!» riprese IJ esaltato. Il Fauno era di ottimo umore, nonostante il suo giro di ricognizione non avesse portato molti risultati; si era infatti limitato a visitare amici di vecchia data per controllare che la Setta degli Audaci fosse ben lontana da seminare discordia nella Zona di Levante con più diversità al mondo.

«Ma come fa a essere sempre così allegro? Non l'ho mai sentito esprimere un'opinione negativa su qualcosa...» osservò Tseren, spiando di sottecchi il giovane Fauno, che in quel momento era impegnato a rastrellare pigramente delle zolle di terra già smosse da qualcun altro.

«È un tratto distintivo dei Fauni» spiegò Agata. «Sono creature estremamente gioviali e festaiole. Deve succedere davvero qualcosa di drammatico per piegare la loro indole ottimista».

Il Drago corrugò le sopracciglia, colpito da quelle parole. Era davvero possibile associare tanto facilmente delle caratteristiche a un'intera razza? Effettivamente anche tra gli Gnomi aveva notato dei tratti ricorrenti: tutti quelli con cui aveva avuto a che fare erano infatti burberi, riservati e apparentemente annoiati dalla vita. Che fosse possibile identificare degli attributi anche per la razza dei Draghi?

«E cosa si dice della mia specie, nella comunità delle creature semi-umane?» indagò proprio mentre IJ si avvicinava di nuovo, con il rastrello in bilico sull'indice.

«Che siete una stirpe onesta, inflessibile e coraggiosa» intervenne il Fauno appoggiandogli una mano sulla spalla.

«Mmm... Avremo pur qualche difetto» ribatté l'altro.

«Forse intendevi dire "avrò pur qualche difetto". Va bene, forse ho usato il termine sbagliato. Con inflessibili intendevo testardi come vespe che si ostinano a fare il loro nido accanto a un nido di rondini» ridacchiò IJ.

Agata lo fissò severamente: non era la prima volta che il Fauno precisava che Tseren era ormai l'ultimo della sua specie. Non sembrava farlo con cattiveria, eppure era davvero di cattivo gusto.

Tseren non parve neanche farci caso; si limitò a incrociare le braccia sul petto. «Credo che tu abbia ragione» rispose tranquillo.

«Raccontaci ancora degli Altopiani» intervenne l'Ascendente rivolta al rude, ma bonario Fauno.

«La popolazione indigena abita in case scavate nella roccia, oppure sulle rive delle lagune, accampata in amache di lana leggera appese agli alberi secolari» riprese IJ, contento di riprendere a parlare del suo viaggio. «Secolari sono anche le tradizioni spirituali dei popoli dei Canyon... Non esiste una terra tanto pregna di misteri: leggende su creature mitologiche, riti arcani, arte mistica...»

Agata pendeva dalle sue labbra; ricordava di aver studiato i miti principali di Levante all'università, ma chissà che varietà culturale si era diffusa nei secoli lungo i fiumi smeraldo della Zona degli Altopiani. La Setta non avrebbe mai trovato il modo di contaminare quelle credenze. Perlomeno non mantenendo tanto rigidi i propri ideali; avrebbe dovuto adattarsi alle usanze del luogo, compenetrare la cultura locale perdendo in parte la propria identità, per avere qualche speranza di fare presa.

«Non vedo l'ora di rivedere Harris e sapere cosa ha scoperto nella Capitale... Tu no, Agata?» la pungolò il Fauno spiando la reazione del Drago. Tseren non diede l'impressione di essersi infastidito nell'udire il nome del ponentino. Quel giorno era particolarmente distaccato.

Nonostante il modo di fare burlone, Iikka Jerd era molto attento, e non gli era sfuggito come Harris fosse stato di pessimo umore gli ultimi giorni nelle Paludi. L'amico si scuriva ogni volta che sentiva qualcuno nominare l'Ascendente o il Drago, e non perdeva occasione di ripetere che non potevano più fare affidamento su Agata come un tempo.

«Non dovrebbe essere già qui? Il giorno dell'appuntamento era ieri» si limitò a commentare pensierosa la ponentina.

Quando il sole iniziò la sua discesa quotidiana sull'orizzonte, il gruppetto di dissidenti che si erano ricongiunti fino a quel momento, raccolse i propri bagagli e si avviò a passo sostenuto lungo il sentiero scosceso che collegava l'appezzamento di terra con la spiaggetta deserta dove si accampavano ogni notte.

La stradina sterrata si inerpicava su e giù per le colline morbide, rivelando a tratti la superficie scura del mare increspato dal vento. Per Agata, quei mesi trascorsi nella Zona Costiera erano stati come un balsamo curativo: la familiarità delle sensazioni evocate dalle spiagge sabbiose e dall'acqua salata riuscivano a rasserenarla. Nonostante gli attacchi frequenti di Tseren, nonostante il volto compiaciuto di A-8Z8 che faceva ancora capolino nei suoi incubi, nonostante il disagio per aver compromesso il rapporto con Harris, le bastava sedere per qualche ora in riva al mare e tutto veniva ridimensionato.

Agata e Tseren decisero di accamparsi in disparte. Le crisi notturne del Drago erano alquanto violente e l'Ascendente non voleva che gli altri assistessero al tentativo della belva assopita di prendere il sopravvento.

I due ragazzi avevano appena finito di sistemare una cerata sulle dune dove scorrazzavano decine di paguri nani, quando furono raggiunti da un verso simile al vagito di un neonato.

Il Drago aguzzò la vista nella direzione da cui quel gemito proveniva e lasciò andare un'esclamazione di stupore. «Agata, credo...» esordì.

«Agata!» La voce portata dal vento era inconfondibile e l'Ascendente si voltò a guardare l'ombra che agitava freneticamente una mano verso di loro. Il sole era appena calato e a quella distanza non era possibile mettere a fuoco i dettagli, ma la ponentina avrebbe riconosciuto quella voce ovunque. In un attimo raggiunse il gruppo dei nuovi arrivati e gettò le braccia al collo della ragazza dalle guanciotte piene che reagì con altrettanto entusiasmo all'abbraccio.

«Non ci posso credere! Ma cosa ci fate qui?» esclamò Agata con la voce scossa dall'emozione.

«Come potevamo rimanercene tranquilli a Ponente, sapendoti tanto lontana? Ormai questa è diventata anche la nostra battaglia, Agata» intervenne il giovane dalle spalle larghe che stringeva al petto il neonato il cui piagnucolio li aveva allertati del loro arrivo. Il bambino era fasciato saldamente al busto del padre e muoveva la testa agitato, tentando di capire dove fosse finito.

Agata era così contenta di essersi ricongiunta ai suoi migliori amici che non riusciva a lasciar andare Holly Dee. Allungò la mano verso Greg per accarezzare il piccolo, cresciuto a dismisura dall'ultima volta che lo aveva visto.

«Azzardati a farlo un'altra volta, azzardati a sparire un'altra volta senza dirmi nulla ed è la volta buona che ti cancello dalla mia vita!» sbottò Holly Dee e l'altra rise lacrime di gioia di fronte a quella minaccia vuota.

***NOTA***

Surprise! Spero che l'arrivo di questi due sia stato una sorpresa anche per voi, e non solo per Agata. E adesso non possiamo che metterci nella mani di Holly Dee, io ho una fiducia smisurata in questo personaggio.

Vi chiedo scusa se non sono riuscita a editare questo capitolo a dovere. Sono stata in trasferta tutta la settimana e questo weekend ho preferito dare la priorità ai nuovi capitoli perché sono rimasta un pochino indietro con la mia tabella di marcia. >_<

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora