Capitolo 43

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Prima di leggere il capitolo, vi consiglio di guardare un video che una mia lettrice ha fatto per questa storia. Potete trovarlo sulla sua pagina Instagram 13sReputetion.

Grazie davvero tanto Deny, sei stata gentilissima

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Grazie davvero tanto Deny, sei stata gentilissima. Lo adoro❤️😍
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Eravamo pronti per quel giorno da mesi ormai. Avevamo studiato quel piano nei minimi dettagli, non avevo mai avuto alcun dubbio che non potesse funzionare. Era infallibile, eppure c'era una parte di me, che non si sentiva del tutto sicura per quello che stava per fare.

Ero sempre stato un ragazzo di strada, tutto quello che oggi avevo, me lo ero guadagnato da solo, forse sbagliando, ma quando nascevi in una famiglia, povera come la mia, non badavi tanto a cosa fosse giusto o a cosa non lo fosse per poterti permettere il pane in tavola.

Chiusi lo sportello posteriore del furgoncino bianco, dove avervi caricato su una serie di borsoni che speravo di riempire fino a farli scoppiare. Avevo dannatamente bisogno di quei soldi, i posti i clinica stavano per terminare e Charlotte non poteva dover aspettare chissà quanti altri mesi per poter tornare a camminare. Presi un ultimo tiro dalla mia sigaretta, prima di pestarla sotto la suola delle mie scarpe. Ero sicuro che Krystal avrebbe iniziato a lamentarsi della mia inciviltà, ma capì che era tempo di smettere di pensare a lei, quando Jered mi si avvicinò con il caricatore della mia pistola fra le mani.

"L'avevi dimenticato", mi guardò male e la mia voglia di prenderlo a pugno, aumentò a dismisura. "Ah, Charlotte ha chiamato ieri notte".

"Cosa? Perchè non me lo hai detto?". Serrai la mascella, stringendo le mani in due pugni.

"Sia lei che io ti abbiamo mandato vari messaggi, ma eri troppo distratto per poterli notare", afferrai il mio telefono come una furia. Ringhiai fra i denti, quando mi resi conto che avesse ragione.

"Potevi bussare alla porta", sbottai.

"Ci ho già pensato io a lei", rispose, sorpassandomi. Quella risposta, era la la più sbagliata che potesse darmi. Lo afferrai per un braccio, riportandolo davanti a me.

"Tu, non devi pensare a lei", avevo uno strano presentimento, la sensazione che qualcosa mi stesse sfuggendo, ma allo stesso tempo, consideravo, impossibili, alcuni pensieri, che avevano sfiorato la mia mente. Conoscevo, troppo bene, entrambi.

"Qualcuno dovrà pur farlo", prima che potessi afferrarlo per il collo e spedirlo a calci in culo a fanculo, Thomas ci raggiunse con il telefono attaccato all'orecchio ed un inquietante sorriso, stampato in volto.

"Non c'è mai fine al peggio", commentò Jered, allontanandosi da me, sapeva che gli conveniva.

"Cercherò di raggiungervi", allungai l'orecchio, cercando di capire quell'altro idiota con chi stesse parlando, tuttavia non era difficile immaginarlo.

"Quando hai finito di amoreggiare, direi che quella banca aspetta solo noi", lo afferrai per l'altro orecchio, spingendolo in quel maledetto furgoncino.

SweetWhere stories live. Discover now