Capitolo 78

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Colori ovunque, era la cosa più bella che avessi mai visto.
"C'è un taxi lì", disse Damon, trascinandomi verso quell'auto gialla. Sembrava di essere in un film.
"Al Luxor", disse non appena salimmo.
Quell'uomo disse qualcosa, ma io avevo lo sguardo perso su tutto quello che ci circondava. Era incredibile, inimmaginabile.
"Bello eh?". Damon passò un braccio oltre le mie spalle, sporgendosi dal mio lato per veder meglio quello che a me aveva completamente rapita.
"Molto di più", il naso all'insù mentre cercavo di non perdermi nulla di quelle strade così affollate.
"Ci torneremo in questi giorni".
"Oddio c'è una torre Eiffel in miniatura", urlai, indicandola.
"Già, sono dei copioni", ridacchiò, dandomi un sonoro bacio sulla guancia. Lo guardai, sorridendogli ampiamente.
"È un sogno". I suoi occhi erano però fissi sulle mie labbra, non disse nulla, semplicemente annuì, senza smettere mai di guardarmi.

Se quello che avevo visto fino a quel momento, mi aveva lasciato senza fiato, questo...era il massimo che potessi aspettarmi, anzi molto di più. Ero senza parole, e sapevo che questa sarebbe stata la mia reazione a molte cose in questi tre giorni.
Un grattacielo, color mare, alto almeno duecento piani, si innalzava davanti ai nostri occhi. Ma non era un grattacielo normale, uno di quelli che guardi e pensi: si bello, ma lì dentro ci saranno solo uffici. No, questo aveva la forma di una piramide e a me, sembrava di essere totalmente in un altro mondo e forse, era proprio così.
Un uomo, ci spiegò alcune cose circa la nostra stanza, le varie norme di sicurezza e quant'altro. Ancora una volta, smisi di ascoltare alla sua seconda parola, Damon invece, sembrava molto accorto a tutto.
Ci consegnò le chiavi della stanza e solo allora, iniziai ad agitarmi sul serio e tornare, per modo di dire, con i piedi per terra.
"Andiamo", sussurrò Damon, prendendomi per mano.
L'ascensore era come minimo due volte più grande della mia stanza. C'erano altre persone, così mi strinsi a Damon, sperando di arrivare a destinazione il prima possibile. Odiavo gli ascensori, ma come aveva detto lui, centocinquanta piani a piedi, erano peggio di questo.
Non ero molto d'accordo, ma lasciai perdere, il viaggio era stato già abbastanza stancante, anche se, appena avevo messo piede in quel posto, mi era sembrato di rinascere. Qui, non potevi permetterti di dormire. Assolutamente no.
Le porte si aprirono, dopo quasi tre minuti. Un lungo corridoio, sulle tonalità del rosso scuro e oro, ci condusse verso le nostre stanze.
"Che numero è?". Gli chiesi.
"Questa, 304", ammiccò, lasciando oscillare le chiavi con un dito, tentai di afferrarle, ma ovviamente non ci riuscì.
"E dai".
"Impaziente piccola?".
"Damon", assottigliai lo sguardo. "Devo fare pipì". Scoppiò a ridere.
"Oh, allora...", sbloccò la serratura, posando una mano sulla mia schiena per farmi entrare per prima e...Dio mio, nulla era paragonabile a quello che stavo guardando in quel momento.
Un enorme letto matrimoniale, ci accolse al centro di quell'altrettanto grande stanza. Le lenzuola, anch'esse rosse, sembravano essere morbidissime.
Di fronte a questo, c'era un tv al plasma con tanto di occhialini 3D al suo fianco.
Mobili ultra moderni, un cestino pieno di ghiaccio con champagne e chissà cosa al suo interno.
"Wow", disse Damon, mi girai verso di lui, notando che però stesse guardando in alto e quando lo feci anch'io, strabuzzai gli occhi. "Credo che quello, sia la ciliegina sulla torta", ammiccò, puntando il dito verso lo specchio, che ricopriva il soffitto.
"Eh...si, carino", arrossì, distogliendo lo sguardo.
Si avvicinò alla mie spalle, facendo scontrare il suo petto con la mia schiena.
"Stanotte", sussurrò, portando una ciocca di capelli dietro le mie spalle. "Vedremo se tutto questo, è solo carino", marcò l'ultima parola, lasciando poi un bacio sul mio collo.
"Mh", sorrisi, avanzando nella stanza. Era luminosissima, così spaziosa, che avrebbero potuto dormirci come minimo altre quattro persone.
Damon, posò le valigie in un angolo della stanza e solo allora, mi resi conto che quello al soffitto, non era l'unico specchio presente in quella stanza di dimensioni, indiscrete.
"Beh, di certo non posso perderti di vista qui dentro", ridacchiò.
"Già", mi voltai, anche se non serviva. Potevo vederlo da qualunque angolazione. "Vorrà dire che dovrai stare attento a me, solo quando saremo al di fuori di questa stanza".
"Non riusciresti mai a sfuggirmi", avanzò come un felino che aveva appena scovato la sua preda.
"Non esserne così sicuro", indietreggiai, fin quando il retro della mie ginocchia, non sfiorò il letto.
Prese un lungo respiro mordendosi le labbra. "A questo punto, siamo costretti a dover passare davvero tanto tempo in questa sporca e squallida stanza".
"Dici?". Le sue pupille si dilatarono, eravamo così vicini che nemmeno un foglio di carta, poteva segnare la distanza fra di noi. Posò una mano sul mio fianco, l'altra sul mio viso. Passione e dolcezza allo stesso tempo, prima di sporgersi verso di me e posare le labbra sulle mie, ma non accadde. Bussarono alla porta.
"Anche qui no", sbottò, passandosi le mani fra i capelli.
"Magari è importante", dissi.
Scosse il capo, ma alla fine si allontanò, per andare a vedere di cosa si trattasse.
"Buongiorno", un giovane signore, parlò sotto l'arco della porta.
"Salve", risposi io, dato che Damon era fin nervoso per essere stato interrotto.
"Spero che la camera vi piaccia".
"Certo, è bellissima", sorrisi. Damon alzò gli occhi al cielo.
"Perfetto, ora che vi siete sistemati, volevo informarvi che vi aspetto giù, per la consegna dei documenti...solite formalità". Guardai Damon.
"Certo, scendiamo fra poco", sospirò Damon, poggiando una mano sulla mia vita, come a rassicurarmi. Speravo andasse davvero tutto bene.
"Come facciamo?", bisbigliai, non appena quell'uomo si allontanò.
"Tranquilla", disse Damon prendendomi per mano, trascinandomi verso il corridoio.
"Aspetta, non è meglio se prima pensiamo a come...".
"Gli darò solo il mio", mi interruppe. Presi un lungo respiro, prima di rientrare in quella trappola per topi, in quel caso, molti topi.

SweetWhere stories live. Discover now