Essere un po' g.

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Fra tutte le pizzerie del centro, X doveva entrare nella mia.

Il cuore si ferma e poi inizia a battere a caso. X è nel mio stesso locale, tre metri dietro di me. 

X è con un amico. Lo conosco di vista: è il capitano della squadra di pallamano. Quindi ben piazzato, taglio mullet, tatuaggio sul collo, tutto in regola.

Il fatto che X sia in compagnia del bel capitano, mi fa subito girare le palle. Mi sento addosso la naturalezza di un blocco di marmo.

Cerco X nel riflesso della vetrata e poi lo vedo che tira per la maglietta l'amico, con un gesto secco, per trascinarlo via.

Prima ancora che il capitano realizzi la richiesta di X, esco dalla pizzeria col fiato corto e filo dritto verso la piazza, per scappare da lì. Oddio.

«Ma dove cazzo vai?» mi sento urlare dietro da Filippo.

Vado a fare i conti con la realtà. Ho visto X, l'ho visto bene stavolta. Ora lo so. Oddio. Oddio.

X

è

un

ragazzo.

«Ma che t'è preso?» mi chiede Filippo prendendomi per una spalla e facendomi girare mentre fisso il vuoto davanti a me, forse da un po', credo, perché il tempo ha preso una piega tutta sua.

«No, niente, m'è mancata l'aria.»

«Cazzo, ti sei sbiancato.»

«Sì, mi sono sentito strano.»

«T'ho preso due pezzi al rosmarino, tieni, mettiamoci seduti sulla fontana. Ti prendo una bottiglietta d'acqua? Comunque la faccia sconvolta ce l'hai, eh.»

«No, no, adesso sto bene. Sarà stato il caldo del forno.»

«Sicuro? Dai, siediti. Anche Fra si è preoccupato.»

«Chi?»

«Capitan Fra, della pallamano, ti conosce perché dice che vi allenate al Centro Sportivo 2P.»

Mi siedo sul bordo della fontana.

«Sì, infatti, l'ho visto uscendo. Stava con un'amica, un amico, non so, non ho visto bene» dico infilando mezza pizza in bocca, per non dover dire più niente.

«Amico» precisa. Poi però aggiunge con un sorrisetto stronzo: «Anche se in effetti...»

«Cioè stanno insieme?» chiedo così, di getto, con una voce che non mi riesce indifferente, ma posso dare la colpa alla pizza.

«Ma che cazzo dici? Ma ti pare!» esclama.

Quindi che vuole dire? Che Capitan Fra ha la certificazione internazionale etero?
Nascondo X in fondo ai piedi e finisco la pizza.

«Le ragazze stanno uscendo da H&M, torniamo a prendere il bus?»

«Sì, ok.»

Ma sotto i portici, con la cricca in attesa del bus, ci sono pure X e Capitan Fra.

X mi dà le spalle. Ho il terrore che prenderemo lo stesso bus e che non riuscirò ad essere normale. O a respirare, per esempio. Il che potrebbe essere utile.

Mi sposto appena per vedere il suo profilo. Ha lineamenti spigolosi, la pelle del viso liscia, la bocca grande, e gli occhi... cazzo, quegli occhi. X non è di certo un ragazzo ordinario. Sembra il modello di una casa di moda.

E' la prima volta che posso stare così vicino a X. E capisco che questa è la vicinanza massima possibile, perché mi sento tutto mischiato: il cuore batte dentro la testa, sudo in ogni dove e fermo le mani in tasca per non farle tremare.

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