L'alchimista del re

155 17 1
                                    

Mi rintano nell'androne di un negozio chiuso, col fiatone, a circa un chilometro dal ristorante. Cerco di recuperare i battiti e l'ossigeno.

Siamo in una zona industriale, fuori città, è tutto chiuso. Non so nemmeno come tornare a casa.

Dio, mi gira tutto, la testa, il mondo, ma non sono ubriaco. E' la prima volta. La prima volta che ho questa reazione con Filippo, ok, in modo consapevole, perlomeno. La prima volta che desidero baciarlo. Mi stringo la faccia fra le mani. Non è vero, forse anche la sera dei pancake, sulla porta, avrei voluto baciarlo. E la notte del suo compleanno, in camera mia. Ma non potevo ammetterlo. E adesso? Adesso non posso più fare finta di niente. E' da un anno che me lo nascondo, ormai.

Stavolta è stato un impulso intenso e ingestibile. E non è partito da un dettaglio fisico, o da una futile suggestione, ma dal solo fatto che si trattasse di Filippo, addosso a me. Quel nucleo caldo che sento quando penso a lui, mi è esploso dentro, non lo so nemmeno spiegare, ogni parte di me, mani, vene, gambe, stomaco, ogni parte voleva trattenerlo e assorbirlo, e volevo... ok, no, questa cosa non la voglio nemmeno pensare, non esiste. Cazzo, Rugo, no.

Mi distendo sul marmo dell'ingresso. Adesso sono solo preoccupato che si sia accorto di tutto. E se anche fosse?

Per fortuna arriva una notifica a distrarmi. E' Luca.

"Ma dove sei? Qui Valerio si è incazzato con Filippo e Filippo è andato via. Sei con lui?"

"No, sono da solo. Mi paghi tu? Poi ti ridò i soldi."

"Avete litigato un'altra volta?"

"No."

"Betta sta insultando il fratello. Dice che ti ha fatto scappare. E' vero?"

"No, è per via di Filippo. Ma non abbiamo litigato."

"Va beh, io non dico più niente perché lo sai che penso."

Ho paura che Filippo sbuchi a piedi da qualche parte. Stasera devo stare assolutamente da solo, perché potrei combinare solo casini. Mi conosco.

Ricontrollo la chat con Alex. Ancora nessuna spunta.

Ora lo chiamo, basta.

E cosa gli dico? Sono troppo incazzato, troppo, riuscirei solo a mandarlo a fanculo. E magari starà con Giò. Si saranno già baciati? Perché altrimenti un messaggio me lo avrebbe mandato. Un cazzo di messaggio. Neanche accendere per sapere come è andato il torneo? Come funziona, se è preso dalle sue cose, smetto di esistere? E' questo il valore che ho? Eppure, me lo aveva già detto: sesso e sentimenti hanno binari diversi. Il fatto che siamo stati insieme non ha nessun valore per lui. Lo pensavo già, d'altronde, di essere il Giò di turno. Sto dando troppa importanza a questa storia. Ci frequentiamo, stiamo bene insieme e lì finisce. Cos'altro deve esserci? Cosa cerco, in fondo? Perché dovrebbe essere diverso da così? Sono il solito sentimentale del cazzo.

Devo smetterla di essere così possessivo con chi mi piace, non va bene, sono soffocante. Ah, invece va bene che Giò se lo faccia dietro le quinte del set, o nei camerini, o con tutta calma nella sua camera d'albergo? Dio, staccatemi questa cazzo di testa, stasera.

Luca mi manda un nuovo messaggio:

"Edo mi chiede il tuo numero. Che faccio? Vuole darti uno strappo a casa. Nel caso, fallo tornare perché siamo a piedi. Questo è matto, lo sai. Come minimo ti rapisce e ci lascia qui."

"Daglielo, ok. Un attimo, ti chiamo."

«Rugo» dice. Sento il casino della pinseria che si allontana, credo stia uscendo dal locale.

«Ascolta, ma Valerio è rimasto lì, nel ristorante?» chiedo.

«Sì. Se non ho interpretato male, credo si sia incazzato perché Filippo prima è uscito. Suppongo a cercarti, vero?»

GabbianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora