Urano

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«Ma siete rimasti bloccati?» si sente ridere dal corridoio.

Lascio il viso di Alex e mi allontano di scatto, come avessi commesso un crimine contro l'umanità. Luca entra in cantina.

«Filippo mi ha spedito in missione, perché era convinto che la porta si fosse bloccata con voi dentro.» E' divertito.

Sono teso, stralunato e non so nemmeno dove mi trovo.

Guardo Alex e riconosco il mio stesso animo.

«Ci siamo messi a parlare e...» non ho nemmeno voglia di finire la frase. Mi guardo in giro. Cerco la vaschetta di gelato che devo aver appoggiato qui, da qualche parte. Dove cazzo l'ho messa.

Alex la prende, più reattivo di me.

Chiudiamo e saliamo.

Luca ci aggiorna sulle possibili attività del dopo cena, ma non ascolto una sola parola. Mi volto solo un attimo a guardare Alex, che è serio e non mi guarda.

Quando rientriamo, il tavolo è stato semi sparecchiato.

«Allora, ci sono due gruppi» dice Francesca, facendo il sunto. «Il gruppo film sta qui in sala e il gruppo giochi che sta in camera tua.»

«Io preparo il gelato per tutti» dice Arianna. «Rugo dove li trovo i bicchieri di carta?»

Io la guardo, ma non sono ancora a fuoco.

«Faccio io» dice Filippo, infastidito.

Vedo Capitan Fra che butta uno sguardo al fratello, pensando di non essere visto, e gli fa un rapido cenno con la testa come a dire: "Ma che è successo?".

Alex mantiene un'espressività impenetrabile. Basto io, per tutti e due, a manifestare disagio, confusione, delusione, disarmonia, perplessità e insofferenza.

«Allora, io gruppo film» dico, perché almeno potrò fissare uno schermo e volare via di testa.

«Io, gruppo gioco» dice Alex.

Vuole separarsi da me. Perché? Per come mi sono allontanato da lui quando è entrato Luca? O è un depistaggio? Forse per stare in camera mia e concentrarsi su quello che stava per succedere? Ma cosa stava per succedere? Stavo per baciarlo, ecco cosa stava per succedere. Stavo per baciare Alex. E Alex sa tutto, adesso. Conosce l'effetto che mi fa, lo ha visto. E, diciamolo, lo ha pure sentito quando si è buttato su di me. Dovrei imbarazzarmi, per questa cosa? O è quello che sperava? Ho bisogno di un'analista? No, ho bisogno del mio diario. Devo scrivere, mettere tutto in ordine. Devo stare solo.

«Ma ci senti?» insiste Filippo a voce alta, a un metro da me.

«Cosa?» chiedo, dalle zone di Urano, ma forse oltre. Sono in un altro cosmo. Sono nel cosmo dei maschi attratti dai maschi. Sì, è così. Per forza, ormai.

«Rugo, ma ci sei o ci fai?» mi chiede Filippo a un centimetro dalla mia faccia, serio e pure incazzato.

Alex e il capitano mi guardano e questo basta a farmi radicare nel presente.

«Cosa.»

«Dove cazzo li hai spostati i giochi in scatola?! Non li trovo.»

«Cassapanca, in camera» dico.

«Ok, raga, gruppo giochi con me!» dice Elisa, seguita dal capitano, Alex, Kevin e Francesca.

Io prendo un bicchiere di gelato e resto.

Mentre Luca e Filippo spostano il divano, sentiamo un gran casino provenire dalla camera: Kevin ride, mentre Elisa è indemoniata.

«Ridammelo» urla Elisa inseguendo Kevin, in sala.

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