Sazerac

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Sono zuppo di sudore e ballo da più di un'ora, ormai. Filippo non so più dove sia.

Edo, accanto a me, ha iniziato a strusciarsi contro due ragazze che lo hanno adocchiato, arrampicate su tacchi chilometrici .

Torno al tavolo perché ho sete, ma mi sembra di stare su una barca a vela. Vado al bancone e mi inerpico su uno sgabello che non sta fermo, cazzo. Chiedo una bottiglia d'acqua.

Il barman cerca di capire a quale tavolo sono seduto.

«Sono con Edo Morelli» dico.

La bottiglia mi arriva subito insieme a un bellissimo lowball. Svito il tappo e mi attacco al collo della bottiglia. Osservo la lavorazione del bicchiere sul bancone, che wow in controluce sembra un caleidoscopio di vetro.

Edo è scatenato e non si accorge che non ci sono più. O forse non gliene frega niente. Lui ha i soldi. E chi ha i soldi non è abituato ad aspettare. Se non ottiene subito quello che vuole, lo cerca altrove.

Mi tasto la tasca dei pantaloni e cerco il cellulare. Apro la chat con Alex. Ancora in silenzio radar. E sai cosa, adesso basta, gli faccio un vocale:

«Sei uno stronzo, Alex. Neanche un cazzo di messaggio. Guarda, non sprecarti nemmeno a rispondere. Vedi di restatene a fanculo.»

Mi appoggio al bancone e nascondo la faccia sulle braccia incrociate, occhi a terra. Ma sì, andatevene a fanculo tutti. Tu e Giò.

Me ne resto ormeggiato qui, aggrappato, e vedo due piedi allineati vicino a me. Due piedi che mi tampinano, che mi chiamano, due piedi che amo così tanto. Ok, ho solo esagerato con quel cazzo di drink dal nome assurdo. Come ha detto che si chiamava? Sarze... sazerca... boh, con l'assenzio dentro, però, l'unica cosa che so. Dato che i piedi se ne stanno immobili, parlo.

«Ma che vuoi?» sono aggressivo, non voglio che si avvicini più a me. Voglio fuggire da lui e basta. Eppure vorrei tanto tenerlo con me. Come faccio?

«Stai bene?» chiede.

«Sto bene.»

«Non sei abituato a bere niente e a un tratto ti sfondi? Vuoi andare in coma etilico?» dice, con tono duro.

Mi sollevo, ma butto lo sguardo verso la pista. Edo balla. Controllo il vocale appena inviato ad Alex, senza la doppia spunta. Cazzo, non mi si fila nessuno.

«Torna al tuo tavolo, vai, sennò Cuore di panna s'incazza» dico, scendendo dallo sgabello e perdendo l'equilibrio. Filippo mi tiene, ma lo allontano.

«Non mi toccare, ho detto, ma sei sordo?» dico andando verso il mio tavolo. Quale cazzo era, merda sono tutti uguali. Per fortuna Edo viene verso di me.

«Sei sparito, Jannik» dice.

«Perché eri distratto» faccio pure il polemico. Ma non voglio stare solo con Filippo.

Ci sediamo. Filippo torna al tavolo da Leo che ha la faccia seria.

Voglio andare a ballare.

«Dove vai, Jannik?» mi chiede Edo afferrandomi per un braccio, trattenendomi, e rimettendomi seduto. «Stai qui con me» mi dice con la bocca sulla mia mano.

Mi siedo attaccato a lui.

«Edo, ma ti piacciono più le donne o più gli uomini?» gli chiedo, a ruota libera.

«Mi piace che non devo scegliere» risponde infilando la mano sotto la mia camicia, toccandomi, e insistendo sugli addominali. «Ti piaccio, Jannik? Uhm? Me lo dici?» chiede sul mio collo.

«Sì, ma solo perché mi hai drogato il drink» rispondo, chiudendo gli occhi per sentire meglio la sensazione della sua bocca e delle sue dita.

Lui ride. «Eh no, tesorino, io non ho messo proprio niente nel tuo bicchiere. E' che te la tiri troppo per ammettere che hai una fottuta voglia di me» dice baciandomi il collo.

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