Il figlio di Ra

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Non ci siamo nemmeno scritti per la buonanotte, né ci siamo dati un bacio prima di tornare a casa, dopo la litigata. Eravamo ancora infastiditi e tesi. Allora ciao è stato il saluto di entrambi, freddo, anche se pronunciato senza rabbia.

Ora che mi sveglio, però, e non vedo nessun messaggio da parte sua, mi sento amputato e preoccupato. Temo sia offeso. Sono stato pesante. Anche se ho detto quello che pensavo, l'ho fatto usando pessime parole e toni indecenti. Ho sbagliato su tutta la linea.

Durante le lezioni, controllo il display continuamente, ma niente, non mi scrive. Inizio a sentire una certa frenesia e la fretta di chiarire. Ho un sasso nel cuore che m'impedisce d'avere un battito normale e la gamba destra mi trema senza sosta, tanto che mi becco occhiate di sbieco da parte di Elisa.

A ricreazione, con la testa nascosta fra le braccia intrecciate sul banco, vengo assalito da un flash che mi buca lo stomaco vuoto, perché ne capisco solo ora il senso.


Io e Filippo, in piena notte, qualche giorno dopo la sbornia.

«Perché tante paranoie per aver baciato Arianna. Me lo spieghi?»

«Dai, lo sai come funziono.»

«Come.»

«Non mi frega un cazzo di Ari.»

«Quindi non baceresti mai qualcuno per cui non provi niente?»

«No.»


Mi sento bussare sull'avambraccio. Sollevo la faccia. Vedo Elisa, davanti a me. No, gli ho detto, non bacerei mai qualcuno per cui non provo niente. E lo avevo baciato una settimana prima. Ho voglia di vomitare, adesso.

«Quindi hai litigato con Alex?» mi chiede lei.

Ho ancora bisogno di un attimo per tornare nel qui e ora. Per svegliarmi da quella notte.

«Hai litigato con Alex» ripete, senza domande nella frase, stavolta.

La scruto bene, torno in me. Ok, fuori tutto.

«Che ne sai.»

«Mi ha scritto Fra. Ha sentito Alex piangere, ieri sera. Voleva capire se mi avevi detto qualcosa.»

La mia sudorazione diventa improvvisamente anomala.

«Piangeva?»

Mi passo le mani fra i capelli.

«Fra ha cercato di indagare, ma Alex ha risposto soltanto che sei - testuale - un insicuro del cazzo e che non ti fidi di lui.»

E aggiungiamo insicuro del cazzo alla lista delle mie qualità.

Ma è vero, lo so, sono insicuro, forse è questo il punto. E non credo si possa usare la parola fiducia con Alex, come la intendo io. Ma non dovevo sputargli addosso quelle accuse insensate.

«Ok, grazie, Eli, adesso gli scrivo. Però una cosa.»

«Cosa» si siede sul banco.

«Alex insiste davvero troppo su Filippo. Mi chiede, vuole sapere... Ma non è che per caso, hai detto qualcosa a Fra?»

La fisso negli occhi, per carpire la verità prima che la nasconda. E infatti ora la strozzo.

«Cazzo, Eli, ma che gli hai detto? A Fra, poi? Ma stai fuori?»

«Allora. Calmo, Rugo, calmo» mi afferra per il polso perché mi sono alzato di scatto. «Non gli ho detto niente, ok? Però lui mi ha chiesto, giorni fa, forse su insistenza di Alex, quello che c'era stato tra te e Filippo. Gli ho detto solo amici. Ma forse sono stata un po' troppo vaga, non lo so. Mi ha preso alla sprovvista. Ma di cosa hai paura, poi? Tanto, non c'è niente da nascondere, no?»

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