Nudo e crudo

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Lunedì, mentre pranzo da solo perché mia madre sta tardando, ricevo la sua telefonata.

«Oh, ma'!»

Ma non è mia madre. E' Orlanda, la collega.

«Cristiano, tesoro.»

Cristiano, tesoro.

E' un campanello d'allarme: mai, in vita sua, mi ha chiamato tesoro e mi sta chiamando dal telefono di mamma.

«Sì?»

«Allora, tua madre sta bene.»

Il tono è da brutte notizie.

«Però, mentre attraversava la strada davanti la scuola, un'auto l'ha investita. Ma sta bene, ti ripeto, è cosciente, stai tranquillo, forse un braccio rotto, niente di grave.»

L'aria non arriva bene ai polmoni e uno sciame di puntini bianchi mi invade gli occhi. Mi siedo per terra.

Se mia madre stava bene, mi avrebbe chiamo lei.

«Ma è cosciente?»

«Sì, te l'ho già detto. Cristiano, ascolta le mie parole. E' cosciente, ed è solo una brutta caduta. Tua madre sta bene» lo dice con voce alta e ferma.

Vuole solo tranquillizzarmi. Mio padre è morto, tre anni fa, e non vuole farmi preoccupare.

«Non posso parare con lei?»

«E' entrata in sala raggi. L'hanno chiamata appena ha fatto il tuo numero. Voleva parlarti di persona per non farti preoccupare.»

E' credibile. Ma non mi fido.

I ricordi mi tagliano in due il cervello.

Chiamo zia Laura che in meno di dieci minuti mi passa a prendere e stiamo già sulla strada per l'ospedale.

Sto zitto per tutto il tragitto. Zia mi parla con voce rassicurante, ma non è tranquilla. Ne sa quanto me.

Sento il pianto che si raggruma dentro la testa e mi preme.

Ho paura che mia madre non stia bene.

Ancora ricordi che arrivano come pugnalate.

La faccia sorridente di Orlanda mi rasserena subito.

Zia Laura corre a cercare i dottori e ci confermano che sì, mia madre sta bene. Solo un braccio rotto. Forse la tengono in osservazione una notte, ma solo per scrupolo.

Cerco un bagno, ma inizio a piangere prima di chiudermi dentro.

Mi copro la faccia con le mani e ci butto dentro tutta la paura, poi respiro, mi lavo via il pianto e torno di là.

Zia Laura mi dà un bacio sulla guancia perché vede gli occhi rossi.

Nel frattempo, mi arrivano mille notifiche dal gruppo che chiedono di mia madre. La voce si è sparsa.

Anche Alex.

"Spero tua madre stia bene + emoji cuore rosso".

"Sta bene, grazie. Tornerà presto come nuova + emoji cuore rosso".

Quando scrivo al gruppo che mia madre si trattiene in ospedale per la notte, Filippo e Elisa propongono di fermarsi a dormire da me, per non lasciarmi solo.

Ci compriamo un vassoio di pizza e poi, in tuta e felpa, ci spalmiamo sopra i materassini in salotto a guardare un film comico. Niente horror, stasera.

Quando Filippo crolla, verso mezzanotte, Elisa rotola verso di me, con la faccia attaccata. Ha gli occhi vivaci e verdi. E' bella, ma non ha i mondi di Alex.

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