Il lato nascosto della Luna

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Appena entriamo in ascensore, Filippo si appoggia allo specchio e mi guarda, cupo.

La nostra vicinanza mi mette in uno stato di aspettativa e di irrequietezza. Non so bene come comportarmi, esattamente, fin dove sia lecito spingermi, né quanto lui sia disposto a scendere a compromessi con il suo senso di lealtà verso Valerio, dato che si era sentito in colpa, in piscina. E' tutto fluido, incerto e vulcanico. Non voglio metterlo in difficoltà, ma baciarlo sì, vorrei. Tanto.

«Che c'è?» chiedo, perché non capisco la sua espressione tanto scura.

«Era meglio prima, quando non sapevo più niente di quello che facevi.»

Non è una battuta, ci sta davvero serio.

In casa, Kevin e Luca non ci sono più.

«Ciao Cri!» saluta Chiara, impegnata davanti a un portatile. E' felice di vedermi, ma sorpresa. Si alza e mi dà un abbraccio.

«Ciao» saluto abbozzando una specie di sorriso. «Martina?»

«Sta a skate» risponde Filippo.

«Anche tu azzoppato? Cos'è, un virus?!» ride.

«Sì, colpa del tennis...» mi tengo sul vago.

Filippo osserva la mia mano appoggiata sul fianco e lo vedo teso.

«Ti fermi a cena?» si propone Chiara.

«No-no» rifiuto subito, prima di mettere in imbarazzo Filippo.

«Ok, vedete voi, mi rimetto a lavorare, che oggi sono in smart.»

Filippo mi fa strada verso la sua camera e mi assale l'incertezza. Appena entriamo nella stanza, lui chiude a chiave. Non lo ha mai fatto. Lo prendo come un buon segno.

Appoggio lo zaino e mi osserva mentre sfilo dolorante il piumino.

«Non gli sono bastate, allora, a quel pezzo di merda.»

«Non è niente.»

«Mi spieghi quando è successo? Fammi vedere...» dice allungando la mano verso la mia felpa.

Mi scosto, con gentilezza. Forse è meglio che non mi sfiori nemmeno, finché non capisco quali sono i nostri paletti.

«L'ho incrociato alla Pinetina, dopo che ho parlato con Alex.»

«Perché lo stronzo abita lì vicino. Di solito ci va a farsi le canne.»

«Ha visto Alex piangere e se l'è presa con me. Giustamente.»

«Non sei ironico» considera.

«No» rispondo sconsolato.

«Embè? Giustamente? Ma che cazzo dici?!»

Le lacrime mi bruciano gli occhi e me li massaggio con le dita per impedirmi di piangere.

«Mi sarei preso a calci da solo. E' stato bruttissimo, Fili... bruttissimo.»

Filippo mi tira per la felpa, mi abbraccia, e non resisto più, scoppio in un singhiozzo senza fine, cercando di smaltire la tristezza accumulata con Alex, sperando che Chiara non mi senta. Le sue spalle afflitte mentre se ne va con Giulio mi danno il tormento. Non so se riuscirò a farmela passare.

Durante i sussulti, Filippo mi accarezza e mi dà alcuni baci sulle guance bagnate, mi stringe e mi fa capire che lui c'è. Che siamo di nuovo noi. E lentamente mi calmo.

Mi chiede con delicatezza:

«Quindi, immagino che vi siete lasciati in via definitiva.»

Mi sento così fragile che anche solo un respiro sbagliato mi arriva come uno schiaffo. L'insinuazione di Edo non l'ho nemmeno presa in considerazione, ma sarei un bugiardo se dicessi che non mi risuona in testa.

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